New York, USA (1955)
La Casa dei Tre Oci di Venezia le dedica una mostra: La poesia dell’istante. Mai titolo fu più azzeccato per definire il lavoro della fotografa che, nelle parole di Christian Caujolle, è stata “una di quelle persone che sanno vedere solo ciò che le commuove“.
Venezia, Italia (1950)
Porte de Saint Cloud, Parigi (1950)
Félix Labisse, pittore, Neuilly-sur-Seine (1952)
Gitani, Sainte-Maries-de-la-Mer, Francia (1960)
Brigitte Bardot, Parigi (1959)
Romy Schneider, Parigi (1961)
Autoritratto (1953)
Il bianco e nero è sempre capace di emozionare.
Merito anche nell’occhio che scatta.
Iuventino? 🙂
Mai seguito il calcio 🙂
Si e’ scritto molto sui grandi fotografi, ed in particolare sui maestri del bianco e nero. Come e piu’ che per le altre arti figurative una buona fotografia colpisce l’attenzione del pubblico anche meno preparato perche’ ritrae con occhio artistico la quotidianita’ sotto gli occhi di tutti e permette un raffronto palpabile quasi materico. Cosi’ mi sento pure io un critico d’arte. Buona giornata 🙂
Sarà, come dice Caujolle, che Sabine Weiss è stata “una di quelle persone che sanno vedere solo ciò che le commuove“, ma la poesia che trovo io nelle sue foto ha più a che vedere con “la gioia di vivere a prescindere”. Ho provato a guardare più attentamente la foto di Brigitte Bardot e, anche se c’è un seno che “commuove”, direi che è una commozione di bellezza. Ma è solo la mia opinione.
“la gioia di vivere a prescindere” può anche commuovere, non credi?
touchée!
Togli una “e” altrimenti mi diventi femminuccia… e io, poi, su cosa fantastico? non sono mica genderfluid :))
Vedi che succede a scrivere con la sinistra? Magari me lo fa per dispetto 😉