#testdrive : #Megane e tech Renault alta tecnologia per la sicurezza e il confort

L’elettrica europea performante ma anche stabile e agile alla guida

#testroad sui Colli morenici fino a Fagagna e al Castello panoramico

Una vettura elettrica europea per contrastare un dominio di mercato che sembrerebbe monopolizzato dalle Case orientali? Il monopolio delle batterie e dei materiali per realizzarle non si trova in Europa, ma la ricerca delle Case che hanno fatto la storia dell’automobilismo anche sportivo, in poco tempo ha spinto la tecnologia del ‘vecchio‘ Continente molto avanti. In questi giorni siamo a bordo della Megane e tech, una media della Renault dai contenuti decisamente interessanti. Abbiamo detto del motore che eroga 218 CV ovvero 160 kW. L’accelerazione l’abbiamo provata ripartendo da casa e è tra i 7 e gli 8 secondi da 0 a 100 km/h. Oggi faremo un giro su strade normali per capire la reale autonomia della Megane elettrica.  Quella dichiarata è di 470 km. Ciò che ci interessa è capire se e quanto recupera nel corso della guida, ma lo vedremo più avanti.

Nelle modalità d’uso ECHO e COMFORT risparmia l’utilizzo della batteria ma non esclude funzioni. In ogni caso non limita le potenzialità dell’auto che continua a essere disponibile per ogni manovra. Nel senso che schiacciando l’acceleratore con una pressione normale la nostra guida sarà sempre fluida e la Megane risponderà a quanto le chiediamo. C’è però un trucco da conoscere, leggendo le istruzioni o provando a spingere di più sul pedale: premendo ulteriormente si passa alla funzione più veloce e l’auto diviene quasi completamente performante. Quindi, in caso di un sorpasso da fare d’improvviso e in sicurezza, c’è. Ma andiamo per ordine.

È una berlina compatta in stile crossover, dalla linea morbida ed elegante, nel contempo sportiveggiante. Le ruote da 20” le conferiscono ulteriore importanza, ma anche sicurezza e confort nella guida. Nella carrozzeria sono presenti inserti dorati che la caratterizzano ulteriormente.

Ci avviciniamo e scopriamo che quando ‘sente’ la nostra presenza apre le porte segnalandocelo con l’accensione delle frecce, che in coda fanno parte dei fari con effetto 3D iridescente.

Anche i fari anteriori sono a strisce Led ben visibili con una linea luminosa che attraversa il muso. Saliamo a bordo e l’abitacolo è studiato con accorgimenti ergonomici per mettere a proprio agio il conducente e il passeggero.

Il sistema di infotraitment con display centrale di alta qualità è dotato di un sistema multimediale ‘openR link’ con Google integrato: ovvero permette di configurare fino a 5 account per utilizzare le app personali senza dover collegare il telefono. Per viaggiare in questo caso non ci accontenteremo di poco perché ci pensa il sound system Harman Kardon a regalare 410 W con 4 tweeter, 4 woofer e un sibwoofer con un’esperienza immersiva a chi è a bordo e assieme alla tecnologia Quantum Logic Surround propone cinque ambienti sonori configurabili.

Anche in viaggio con la Megane e tech siamo avvolti nei sistemi avanzati di sicurezza di assistenza alla guida, che sono ben ventisei, mentre le tecnologie di assistenza avanzata alla guida sono 8. Ma non lasciamoci condizionare e andiamo su un bel misto.

La Megane e tech è molto stabile e nel contempo maneggevole,

ed è la differenza che ci potremmo attendere da un’auto elettrica di ultima generazione. Probabilmente il mix generato dalla batteria ultrasottile da 60 kWh e il motore elettrico compatto permettono di ottimizzare il peso, allungare il passo dell’auto, disporre di un pianale completamente piatto con il baricentro molto basso. Il tutto si riflette positivamente anche sullo spazio di bordo, ma anche sul peso, che è di 1620 kg, un ottimo risultato nella sua categoria.

Leggendo la descrizione tecnica dell’auto scopriamo che è dotata di un sistema che regola automaticamente la temperatura della batteria e del motore, e questo le permette di assicurare le migliori prestazioni in qualsiasi condizione, nell’estate più calda come nel gelo dell’inverno. Condizioni nelle quali solitamente le auto elettriche vanno in sofferenza.

Bene, considerate che di questa vettura elettrica francese ci resta ancora molto da dire. Quindi, proseguiremo l’approfondimento dei dettagli nella prossima puntata. Ora dedichiamoci a un tour sui rilievi dei Colli morenici friulani.

IMG_0906IMG_0881IMG_5161IMG_5164IMG_5167IMG_5245IMG_5232IMG_5231IMG_5218IMG_5198IMG_5276 IMG_5282

#provavintage

#testdrive: Hyundai Kona N cavallo di razza che sa essere l’auto di famiglia

Bagagliaio spazioso e posti comodi in una super car performante da 280 CV

Mentre tiriamo le briglie lei gioca le sue carte ma è presto per scoprirle

Abbiamo parlato di cavallo di razza da domare. La Hyundai Kona N lo è, con il suo motore a benzina di 1998 cc, turbo, da 280 CV e 392 Nm di coppia. Di carattere ne ha da vendere. Nel contempo però, sa essere un’auto per la famiglia, perché è spaziosa quanto serve, facile anche per la guida sulle strade di ogni giorno, dotata dei sistemi di assistenza alla guida che consentono a tutti di spostarsi in sicurezza sulle strade urbane come quelle extraurbane. Un’escursione che compiamo in tutto relax, assecondati dall’ottimo impianto di intrattenimento di bordo Krell dotato di subwoofer.

Riepilogando, Kona N monta un motore 2.0 T-GDI cambio DCT a 8 marce.

Le sue prestazioni ci consentono di spostarci agilmente anche nel traffico, semplicemente grazie alla curva di coppia di un motore turbo a benzina che inizia a spingere da subito. Ma c’è un altro ausilio che monta quest’auto della Casa coreana e che si può rivelare utile soprattutto in condizioni di scarsa aderenza, permettendoci gli spostamenti in piena sicurezza su ogni tipo di fondo stradale e con tutte le condizioni metereologiche, anche le più avverse: è il differenziale elettronico a slittamento limitato (E-LSD). Che cosa fa?

Controlla meccanicamente il trasferimento di potenza alle ruote anteriori.

In questo modo gestisce la sterzata e la stabilità anche sulle curve ad alta velocità. Dunque, quando salirete a bordo non vi dovrete lasciar intimidire dal volante grintosissimo dal design N, dal pomello del cambio e dalla pedaliera in metallo, dai sedili sportivi con cuciture rosse, perché la Kona N si può guidare anche ‘normalmente’. Certo, è un peccato doversi accontentare del test stradale, perché, per esempio, la Kona N è dotata di due display touchscreen da 10,25’, con grafiche ispirate al motorsport. La modalità N di quest’ultimo modello è dotata di opportunità elettroniche intriganti, come i tempi su giro. Oltre alla mappa con design N, ecco i pulsanti personalizzabili per poter scegliere tra due modalità predefinite.

In modalità Sport o N compare un’esclusiva grafica HUD da corsa,

che ci informa sulla velocità, sui giri del motore, sulla marcia inserita per non distogliere lo sguardo dalla strada. Compito che è agevolato dal sistema Hyundai SmartSense, che comprende il Rear Cross-traffic Collision-Avoidance Assisti (RCCA), il Blind Sport Collision-Enverance Assist (BCA) e il Forward Collision-Evitance Assist. Sistemi, che a loro volta ci aiutano a individuare per tempo vetture, pedoni e cicli con i quali saremmo a rischio di collisione. Ah già… eravamo partiti per una gita nella Riviera friulana. Attraversiamo splendide strade in aperta campagna, tra distese di campi coltivati che si allungano a perdita d’occhio. Un tempo queste campagne erano zone paludose, e le terre oggi agricole sono utilizzabili perché negli anni ’20 del secolo scorso iniziò una massiccia azione di bonifica. Tutt’oggi, se le idrovore sparse sul territorio fossero spente, parte di queste zone sarebbe nuovamente ricoperta dalle acque. Paludi che erano costellate di una particolare varietà di canne, oggi a rischio di scomparsa a causa della siccità che impoverendo la portata dei fiumi consente all’acqua della laguna e del mare di risalire il loro corso, alterando l’habitat ideale dei canneti. Ci troviamo a Torviscosa, comune dell’ex Provincia di Udine, fondato a seguito della realizzazione di un centro abitato di servizio all’industria nei pressi dello stabilimento SNIA, nel centro del Paese, nel quale, dalle canne raccolte in laguna si produceva il tessuto interamente naturale Viscosa. La particolare architettura della cittadina rivierasca, che replica il modello dell’antica Roma, ha creato diversi angoli e scorci turisticamente appetibili. Da qui, lungo le suggestive strade arginali, in parte sterrate, ci dirigiamo verso la Costiera triestina, affacciata sui golfi di Panzano e di Trieste e rivolta a Grado e alla Riviera friulana, che si sviluppa anche sopra le suggestive falesie di Duino.

IMG_3364 IMG_3348 IMG_2396 IMG_2671 IMG_3329 IMG_3373 IMG_2576 IMG_2577 IMG_2585 IMG_2578 IMG_2579 IMG_2572 IMG_2571

#testdrive: la Hyundai Kona N alle prese con i fanghi di Mossa (Go)

Se l’è cavata bene anche sullo sterrato delle mitiche speciali dell’enduro 

Anche fuoristrada mantiene sicurezza e confort

Tanta potenza a disposizione per un SUV erogata da un motore turbo da 1998 cc che potrebbe non essere facile da domare perché si tratta di un’auto a trazione anteriore: i 280 CV a disposizione con una curva di coppia importante, nel caso ci troviamo a percorrere un tratto con scarsa aderenza, asfalto bagnato o altro, si potrebbero rivelare eccessivi. Stiamo vivendo un periodo nel quale le precipitazioni sono scarse, anche per lungo tempo, quindi, di testare la Kona N sul bagnato per ora non se ne parla. Quindi occorre pensare a un piano B. il ricordo corre istintivamente a tempi abbastanza remoti, quando muovevo i primi passi su un mezzo a motore. Allora era la prima moto targata che i miei mi avevano concesso di possedere, e mi consentiva una discreta autonomia da casa, o meglio dal garage di casa. Era una Beta 125 enduro. Ovviamente, obiettivo della scelta era la possibilità di poter sfruttare al massimo la nuova ‘chanche’, ovvero, andare dappertutto con la preziosa due ruote, e ovviamente, con qualsiasi tempo. La moto fuoristrada, allora, trasmetteva questo senso di libertà.

Così, dopo la mattinata al liceo classico, nel pomeriggio l’escursione, tanto, allora, la benzina e l’olio per la miscela avevano un costo sostenibile anche per uno studente. Obiettivo il Collio cormonese e goriziano, perché nel fine settimana lì si sarebbe corsa una gara del Triveneto di enduro, che era il mio obiettivo di allora. Il periodo era la primavera, quindi il meteo era, allora, imprevedibile. Tant’è che dopo i primi sentieri accanto ai quali era già tracciato il percorso ho risalito il colle alle spalle di Mossa, vicino a Capriva. Per fortuna avevo addosso il classico Barbour, pantaloni da pescatore e giaccone nello stesso tessuto, rigorosamente ricoperto di grasso d’oca opportunamente spalmato.

Questa volta le strade sono le stesse e, almeno qui, un acquazzone c’è stato. Dalle strade arginali del Torrente Torre, a Cividale del Friuli, città Patrimonio dell’UNESCO, alle strade rurali che scorrono accanto alle vigne del Collio, fino a Capriva del Friuli (Go). Così infilo con decisione il muso della Kona N sullo sterrato, affondo sul pedale dell’acceleratore e… niente, tira parecchio ma non si scompone. Finalmente ecco le prime pozzanghere. Ma il controllo elettronico della N è ancor più realistico che sull’asfalto asciutto, anche se più sincero. Le lascia un po’ di deriva, ma non lascia scampo al desiderio di libertà di questa super car. Ci riferisco ovviamente alla scelta di affondare il piede sull’acceleratore, che non sortisce l’effetto atteso. Infatti, se ovviamente percorrendo una curva stretta a pieno regime, o meglio in accelerazione, l’auto tenderebbe ad andare per la tangente, ma relativamente perché basta davvero poco per controllarla, è davvero difficile farla sgommare, anche sul terreno umido e fangoso.

Ovvero, è sempre controllabile.

Per le emergenze, ci siamo ricordati di vere a disposizione il freno a mano, che qui è ancora a bacchetta. Ma non so, su un SUV, quanto ci potrebbe giovare un ‘derapage’ controllato, soprattutto tenendo conto della notevole potenza a disposizione. Così in frenata, la Kona N è sicura anche su questi tipi di terreno. Ah, un altro accorgimento: in questo caso, trattandosi di percorsi e strade aperti al traffico, non mi sono azzardato a premere il pulsante Tack, quello che disabilita alcuni controlli antiskating. Lo faremo la prossima volta, sull’asfalto.

#charlieinauto3/289

#provavintageIMG_0091 IMG_0092 IMG_0093 IMG_0097 IMG_0098 IMG_0107 IMG_0111 IMG_0119 IMG_0123 IMG_0125 IMG_0135 IMG_0138

#testdrive : #Fiat Tipo Cross RED Hybrid look giovane e aggressivo in rosso

#provavintage : Ibrido risparmia carburante ed è più performante

L’ultima versione di un modello che rinnova il successo degli anni ‘80

Pensavo fosse finita lì, invece mi sbagliavo. Di Tipo ne ho possedute, nel senso di immatricolate a mio nome, ma su queste pagine ho testato anche la versione del secondo decennio del terzo millennio, parlandone bene: sostenibile, performante per la sua categoria, affidabile, soprattutto sicura alla guida, anche se un po’ spinta. Dalla 5 porte alla SW, soprattutto diesel, tre anni fa. Poi è arrivato il modello Cross, che non avevo avuto il tempo di provare, che aveva dato ancor più grinta a un modello dallo stile inconfondibile e distintivo. Sarà l’attrazione per l’idea del fuoristrada che mi è entrata nel DNA fin da piccolo, quando rientravo a casa dopo le escursioni in campagna in bicicletta tanto impantanato da dover essere lavato con la pompa d’acqua, ma quel pizzico di grinta in più nel look dava alla Tipo un valore aggiunto. Poi ancora sono cambiati gli scenari della mobilità e le Case hanno cominciato a studiare la transizione ecologica, ed ecco arrivare la versione Cross Hybrid SW. Un modello full-hybrid, ovvero capace di autorigenerarsi la batteria che utilizza per risparmiare benzina ma soprattutto per essere più performante.

Motore a benzina di 1469 cc da 130 CV che raggiunge con l’apporto

di un motore elettrico 8V che le assicura un’accelerazione davvero interessante, trazione a anteriore e la stabilità della Tipo. Il cambio è automatico 7 marce o manuale da comandare con la cloche situata sul tunnel centrale. Per non confonderne la vocazione un dettaglio purtroppo ormai inusuale, eccetto che per alcuni modelli sportivi: il freno a mano a bacchetta. A che cosa serve? Per chi sa guidare, sa nel senso che ha assimilato i fondamentali della guida sportiva, dal controsterzo al drifting visto che è un’auto a trazione anteriore, in caso di emergenza consente di intraversare l’auto per riprenderne il controllo o rallentare di traverso e uscire dalle situazioni più scabrose. Un colpetto di freno a mano puntando il muso verso l’interno della curva e il gioco è fatto, o quasi.

Quando correvamo nei rally degli anni ’70 sulle Fiat 127 o sulle A112

i più attenti e i meccanici potevano spesso notare la presenza di un piccolo foro sulla leva del freno a mano poco a monte del pulsante di sblocco. Era il foro della vite che ci permetteva di mantenere inserito il pulsante di sblocco. Ovvero, era sufficiente tirare verso l’alto la leva del freno a mano e rilasciarla subito per bloccare le ruote posteriori quell’attivo necessario per intraversare la vettura. Da notare che tale manovra veniva utilizzata anche, se non di più, sulle auto a trazione posteriore, Fiat 124 Abarth comprese. Torniamo al nostro testdrive. La Fiat Tipo Cross Hybrid SW con look speciale RED. Di cosa si tratta? Lo spieghiamo nella prossima puntata. Ora godiamoci un po’ di relax in centro città, approfittando della vocazione ‘green’ dell’auto, che ci consente di entrare nelle zone interdette alle auto a motore termico tradizionale. Questa Tipo è in grado di compiere pur brevi tratti a propulsione elettrica. Ah si! Come si mette in moto: la chiave è manuale ma con telecomando, livrea RED come l’auto: inserita al primo scatto attiva l’auto, al secondo parte il motore elettrico, o se la carica della batteria non è sufficiente, quello termico.

#charlieinauto3/288IMG_3058IMG_3055IMG_3053IMG_3983IMG_3075IMG_3986IMG_3987IMG_3989IMG_4003 IMG_4013 IMG_0586