Open To Meraviglia chiude e la Corte dei Conti indaga per danno erariale
La campagna di comunicazione fortemente voluta da Daniela Santanchè e costata 9 milioni di euro chiude i battenti ma per la Corte dei Conti potrebbe esserci danno erariale e spreco di denaro pubblico.
Talmente stupefacente da essere scomparsa. Un flop. La campagna Open To Meraviglia, fortemente voluta dalla Ministra del Turismo Daniela Santanché e presentata in pompa magna prima dell’estate, sembra essere durata una stagione, anzi meno. Sui social network l’ultima traccia dei contenuti pubblicati risale a fine giugno – il profilo Instagram ufficiale è venereitalia23 – mentre il video di presentazione pubblicato a maggio, composto anche con immagini di stock, peraltro non ambientate in Italia, e che era costato 138mila euro (giusto 2mila euro sotto della soglia oltre la quale è necessaria la gara d’appalto pubblica) è stato rimosso dall’indicizzazione di Youtube ma è comunque visibile sul profilo del Ministero del Turismo, contando poco più di 1500 visualizzazioni. È rimasto invece il post pubblicato dal profilo di Santanché il 3 maggio 2023, con il quale la Ministra -attualmente già alle prese con le grane della società editrice Visibilia – enumerava i grandi successi di comunicazione della campagna pubblicitaria a favore del turismo italiano con il volto della Venere di Botticelli trasformata in influencer. Questo a proposito dei sempre attuali “commenti invecchiati male”. Ma oltre la beffa, pare esserci anche il danno, nello specifico erariale: come riportato da Repubblica, la procura della Corte dei Conti del Lazio avrebbe avviato un’indagine sulla campagna commissionata all’Agenzia Armando Testa.
Il Ministero potrebbe essere colpevole di aver sprecato denaro pubblico, avendo investito grandi somme in un progetto di comunicazione che avrebbe dovuto proseguire sia online che in cartaceo ma che invece è partito a singhiozzo e si è interrotto proprio nella stagione calda. E dire che erano stati investiti ben 9 milioni di euro, che sarebbero stati usati dall’Agenzia Testa per declinare la Venere Influencer su vari supporti e in diverse modalità, non solo con contenuti ad alto tasso virale sui social network ma anche, tra l’altro, per affissioni pubblicitarie negli aeroporti delle città più frequentate di tutto il mondo.
A prospettare l’ipotesi di danno erariale era stato già il segretario di +Europa, Riccardo Magi, due settimane fa, mentre a fine maggio era stato il Codacons a presentare un esposto. Ma le indagini della Corte dei Conti, spiega Repubblica, sono state avviate in maniera indipendente.
Dal Ministero del Turismo, le risposte sono vaghe: la scelta di interrompere le comunicazioni non sarebbe dovuta a contrasti con l’Agenzia Testa ma a una «Scelta ponderata», per «Far atterrare le campagne sul portale italia.it», promettendo che l’influencer digitale «Tornerà presto protagonista». Di certo, per il momento, sui social sono rimaste solo i centinaia di post che sbeffeggiavano la povera Venere, al secolo (probabilmente) Simonetta Vespucci, che da gentildonna rinascimentale è stata trasformata in influencer dagli occhiali da sole specchianti. Una barzelletta estiva, a caro prezzo.
SiT Girostampa
Lascia un commento