REB E ALE (2parte)

La tua mano scorre su e giù diverse volte,ogni volta avvicinandosi un po’ di più al mio sesso già grondante di umori,senza mai arrivare a toccarlo…

Continui a giocare con un capezzolo strizzandolo e tirandolo dolcemente mentre mi baci tra la spalla e il collo risalendo piano verso l’orecchio.

E’ un supplizio…. cerco di girare la testa per trovare la tua bocca ma ti scosti… “ con calma Reb…”

sono completamente nelle tue mani.

Cosi di spalle appoggiata contro di te riesco solo ad accarezzare la tua nuca,a passare le dita nei tuoi capelli,a cercare di trattenerti più vicino possibile.

Rapita dai tuoi movimenti quasi non mi accorgo che la tua mano non si è fermata, le tue dita in quel lago si fanno strada senza difficoltà ed entrano decise facendomi gemere. I tuoi movimenti sono lenti e costanti,il tuo entrare e uscire è quasi ipnotico,sai come farmi perdere il controllo e lo fai.

Riesco solo a dirti che ti voglio,voglio sentirti tutto dentro di me…

Togli le dita ma non te ne vai,anzi,mi fai ulteriormente bagnare iniziando a massaggiare delicatamente il clitoride. Sono continue scariche elettriche che mi arrivano al cervello. Entri … esci… massaggi….

“Ale ti voglio…”

Finalmente le nostre bocche si incontrano. Ti mordo e ti succhio il labbro come se avessi fame,le nostre lingue sono in perfetta sintonia,è un bacio di quelli in cui ci si perde.

”Finalmente Reb…. finalmente lo hai detto….”

Mi volti,mi ricomponi l’accappatoio,prendi il mio viso tra le mani e ne percorri i lineamenti,con un dito segui la forma delle mie labbra…. Le schiudo e lo accolgo nella mia bocca,ha il mio stesso sapore. Lo stuzzico con la lingua,lo succhio,ci gioco come fosse altro senza mai staccare gli occhi dai tuoi….

Ho ancora il respiro corto, ti sei interrotto nel momento in cui ti ho detto che ti volevo….

“Perché mi lasci così?”….

“ Perché voglio che non desideri altro che io ti scopi…”

Mi prendi per mano e mi porti in camera,dove ho sistemato le tue cose. Dal borsone togli un sacchetto e me lo porgi. Quando lo apro e inizio a togliere il contenuto sembri imbarazzato… “ Avevo preso un po’ di cose per provare a movimentare la vita con Amelia.. non tutto insieme,ogni tanto compravo qualcosa,ma ha avuto tutto lo stesso effetto delle sfere vibranti. Pensa che quando Dany mi ha parlato del vostro giochetto con lo zenzero una sera ho provato a fare la stessa cosa. Mi ha preso a schiaffi. Reb… tu sei diversa,partecipi,ti lasci andare… e sei anche abbastanza intraprendente da dire e fare quello che vuoi.. Vorrei tanto che Amelia ti somigliasse almeno un po’ in questo “.

Sono ancora ferma col sacchetto in mano, sul letto c’e’ un piccolo sexy shop: le ormai famose sfere, vibratori dall’aspetto più o meno realistico,gel lubrificanti a vari gusti,dell’intimo che non lascia niente all’immaginazione e delle altre sfere,unite da un cordino.

“Sono diverse dalle altre,sembrano quasi un giocattolo per bambini.”

”Sono le geisha ball. Praticamente le infili come le altre,ma queste non vibrano,internamente hanno un piccolo peso che con il movimento del corpo le fa muovere.. se sono libere urtano i muscoli interni provocando uno stimolo continuo ma sempre diverso. Pensa che possono rimanere inserite anche per un tempo molto più lungo rispetto alle altre… Amelia me le voleva tirare dietro.”

Alzi il viso e mi guardi. Il sorriso che va prendendo forma sul tuo viso è inequivocabile.

“Giochiamo Reb?”

ZENZERO A NATALE

Finalmente siamo arrivati, volo in perfetto orario, noleggiata l’auto eccoci a casa. È il nostro rifugio appena possiamo staccare per più giorni, un piccolo angolo di paradiso affacciato sull’oceano. Lunghe camminate, qualche coraggiosa nuotata, e ottime mangiate di pesce.

Dobbiamo preparare il nostro pranzo di Natale: tante sfiziosità e il pesce spada allo zenzero.

Io adoro lo zenzero, lo metto quasi dappertutto, soprattutto nei dolci.

Mentre preparo le verdure tu hai il compito di pulire e preparare i rizomi che serviranno per il pesce.

“Ma lo sai che lo zenzero è afrodisiaco?”

“Ma va?”

Ti metti a ridere divertito e mi fai vedere un rizoma sbucciato e trasformato in una specie di bastoncino lungo una decina di centimetri.

“Eh si, davvero afrodisiaco…comunque anziché fare sculture di zenzero finisci di pulire il pesce o finisce che col pranzo facciamo merenda”…

“Facciamo un gioco…e non vedrai più lo zenzero con gli stessi occhi”

Mi fai girare e appoggiare al tavolo, mi chiudi gli occhi arrotolando una maglietta. Mi viene da ridere, e per tutta risposta mi dai un pizzicotto sul sedere.

Sento la tua presenza ma non ti vedo.

Fino a quando sento il tuo respiro caldo sul mio collo. Sei in piedi dietro di me. Sposti i capelli, mi dai un bacio, fai scorrere le tue mani sotto al mio vestito leggero. Trovi il fiocco che chiude il bikini e lo slacci. Lo slip resta su solo a metà.

“Lo zenzero ti ha già dato alla testa solo sbucciandolo”

“shhhhh….” mi dici facendo scorrere qualcosa di freddo e umido lungo la mia coscia.

Essendo abbastanza schifiltosa cerco di spostarmi temendo qualcuno dei tuoi scherzi stupidi ma mi blocchi col tuo peso contro al tavolo.

La cosa fredda e viscida prosegue il suo viaggio lungo il mio interno coscia, disegnando ghirigori senza senso. Poi dalla coscia inizia a esplorare l’inguine, va e viene, non riesco a capire cosa sia e soprattutto cosa stai facendo.

Mi sto spazientendo e tu, nemmeno mi leggessi nel pensiero, senza dire nulla, mi infili dentro la  cosa misteriosa. Ho un sussulto perché non mi aspettavo niente del genere e poi quello che mi hai infilato è davvero freddo.

Nel frattempo ho capito cosa stai usando: il rizoma di zenzero tagliato a bastoncino.

“Allora?”

“È freddo”

“Aspetta qualche istante”

Mentre lo muovi dentro di me inizio a sentire una specie di pizzicore.. che nel giro di qualche secondo diventa un bruciore e… Oddio… mi sto bagnando. Il bruciore aumenta, non fa male, è una sensazione strana, che ha come conseguenza il continuare a bagnarmi… più mi bagno più sento dentro che pizzica tutto portando la mia eccitazione a continuare a crescere.

Sono un lago. Sto letteralmente colando… e … mi sento continuamente sul punto di venire senza però che questo accada…

Nel frattempo hai tolto lo zenzero e lo stai passando sul mio clitoride che inizia a pizzicare provocando un’altra ondata di eccitazione fuori controllo.

Fatico a reggermi in piedi, so solo che voglio venire ma non vengo, mi bagno come non mi era mai successo….

E poi di colpo smetti di usare lo zenzero. E mi lasci lì, insoddisfatta, ansimante, e con gli occhi ancora bendati. Resti appoggiato a me per impedirmi di muovermi.

Il bruciore sta rapidamente calando, non però la mia voglia insoddisfatta.

Mi togli la maglietta che fa da benda, mi fai voltare dandomi un bacio.

“Forza che ho fame!!! Abbiamo un pranzo da finire di preparare!!!”

“Ma come??? Mi lasci così??? Sei perfido!!! E non pensare di concludere la giornata come vorresti… per oggi sei in castigo”.

“Ah si?”

Sorridi, e mi fai vedere un altro rizoma di zenzero con aria malandrina.

“Se fai la brava stasera ti faccio giocare ancora un po’… Buon Natale ma chérie”

FRAMES

Scrivi un racconto per me.

Un racconto che parli di noi, del nostro incontro, del nostro legame, di quello che facevamo e di quello che vorrei ancora farti.

Scrivi un racconto per me.

In montagna, davanti al camino, mentre nevica, ti voglio sul tappeto, i nostri occhi si intrecciano come le nostre mani, ti assaporo un pezzo per volta, sei mia e di nessun altro.

Scrivi un racconto per me.

Dove al posto suo ci sono io, che ti faccio le stesse cose, e tu le fai a me.  Voglio sentirti, voglio viverti, voglio che tu sia porca per poter esserlo di più.

Scrivi un racconto per me.

Dove le mie mani ti percorrono come fossi un pianoforte, dove le mie dita esplorano, la mia bocca succhia, la mia lingua assaggia.

Scrivi un racconto per me.

Dove sei l’alpha e l’omega della mia giornata, dove sei la mia trasgressione, dove sei il pensiero convergente di ogni mio pensiero.

Scrivi un racconto per me.

Dove con quella bocca da pompino me ne fai uno da lasciarmi senza fiato, dove con quelle labbra lo stringi, dove con quella lingua lo ripassi senza stancarti.

Scrivi un racconto per me.

Dove ti bacio nel punto esatto vicino all’orecchio facendoti sospirare come una gatta, dove a letto ti tengo abbracciata fino a che non ti sei addormentata, dove al mattino ti do il buongiorno ridendo dei tuoi riccioli scarmigliati.

Scrivi un racconto per me.

Che sono dall’altra parte del mondo a darmi del coglione, che sono dall’altra parte del mondo a far finta che non mi manchi, che sono dall’altra parte del mondo a scrivere per te.

A.

TENTAZIONE

Sono passate appena due settimane da quando tu e Amelia avete litigato. Eravate qui,su questo divano,lei furiosa e ferita a darti del porco,tu con lo sguardo basso e pentito a dire che era solo un gioco… giusto per dare un brivido al vostro rapporto di coppia,e che no,non lo avresti fatto più.

E invece lo hai fatto di nuovo.

Stavolta Amelia ti ha cacciato di casa e tu sei di nuovo qui,sullo stesso divano a dire che era solo un gioco e che Amelia è esagerata…. stavolta però non hai lo sguardo pentito. Hai la stessa espressione dei bambini che non capiscono perché li stai rimproverando. Mi fai quasi tenerezza,ma non te lo dico. È giusto che ti maceri un po’ nell’incertezza del futuro. Più tardi sentirò Amelia,non credo voglia lasciarti davvero,ti ama troppo. Anche se per arrivare a cacciarti devi aver combinato qualcosa di grosso.

Dal divano parli parli parli… ti ascolto una parola si e dieci no, non mi interessa cosa ti piace fare a letto. E poi non mi sembra educato toccare certi argomenti con la moglie del tuo migliore amico.

Tra poco sarà a casa,e seppur dispiaciuto per gli eventi sarà felice di bere un whisky in tua compagnia guardando la partita.

Mentre ormai fingo palesemente di ascoltarti,ti sei alzato dal divano e sei arrivato in cucina,appoggiato allo stipite della porta osservi per un po’ in silenzio la preparazione della cena.

“E così sarebbe interessante vedere l’effetto che fa mettersi queste mentre io le controllo da remoto?”

Il tuo sguardo è indagatore e il tuo tono pare una provocazione.

Mi rendo conto di aver detto qua e là frasi tipo

interessante!

Ma dai…

Vedrai che capirà…

Ma l’ho fatto così,per sembrare attenta… e invece non lo ero…. e adesso mi ritrovo a guardare la tua mano aperta dove fanno bella mostra di se’ due sfere colorate.

“Allora? Vuoi provare?”

Finalmente mi scuoto e ti rispondo in modo indignato.. adesso capisco perché Amelia ti dava del porco…

Ti avvicini e con fare sornione ripeti la domanda… “allora? Hai detto che la trovavi una cosa interessante… hai già cambiato idea?”

Dovrei darti uno schiaffo e buttarti fuori di casa anche io,invece mi sento le gambe molli,sento il mio corpo che reagisce alla tua vicinanza e sento la mia voce dirti

“ok proviamo”.

Mi tendi la mano con le sfere ..”hai bisogno di spiegazioni?”

… No… credo di aver capito… grazie…

Vado in bagno muovendomi come un automa. Ma sono davvero io? Davvero ho detto di sì a questa follia a uno che non è mio marito?

A quello che Amelia dava del porco per i suoi giochi? Si…. e non gli ho dato del porco,ho accettato di giocare.

Non faccio nemmeno fatica a inserirle, e questo mi imbarazza ancora di più perché è la prova tangibile di quanto tutto questo mi abbia eccitato….

Al contatto sono fredde,ma la sensazione passa velocemente,è un lieve peso al basso ventre,un non so che, che mi sta già stimolando col solo camminare…

Sono tornata in cucina.

Mi guardi ironico “ma brava la mogliettina del mio amico …. dice sempre che sei di vedute larghe,ma non pensavo così tanto larghe… chissà quando lo saprà Amelia..”

La mia reazione è immediata.

“Sei uno stronzo. Finiamola qui con i tuoi giochi da pervertito. Io non dirò niente e tu non dirai niente… parlerò con Amelia e cercherò di convincerla a farti tornare……”

Non riesco a finire la frase. Hai acceso l’app che regola la vibrazione e l’hai messa quasi al massimo. Poi la fai rallentare,e io riprendo a parlare. Nello stesso momento la aumenti di nuovo…“Dicevi?”…

Non riesco ad articolare una frase,è un continuo saliscendi che mi sta facendo impazzire. Sono totalmente assoggettata a te. Non mi sfiora nemmeno l’idea di tornare in bagno e semplicemente interrompere tutto… resto lì impalata a insultarti mentre tu ti diverti. E io sono ormai sull’orlo del parossismo.

Suona il citofono. È mio marito. Faccio x andare in bagno ma mi blocchi.

“Eh no tesoro il bello deve ancora venire”.

La cena procede senza problemi,voi due chiacchierate senza interruzione,io ogni volta che tu tocchi il telefono inizio a sudare… lo so che lo fai apposta,ma non voglio darti soddisfazione,mi comporto come se nulla fosse… fino al momento in cui,dal divano per la partita chiedi le birre dal frigo aspettando il tuo ignaro amico che è sotto la doccia. Ho messo tutto su un vassoio, esco dalla cucina e tu con un ghigno  fai partire le sfere. Mi sembra che il ronzio invada la stanza, che sovrasti la telecronaca,che possano sentirlo anche i vicini…

“Tutto ok?” con finta sollecitudine mi fai notare che sono arrossita di colpo…

“Si tutto a posto..”

Muovo ancora due passi e tu aumenti la frequenza.  Altri due e aumenti ancora…. poi il nulla. Hai spento. A questo punto mi prende la frustrazione. Mi hai portato per tre volte sul punto di esplodere e per tre volte me lo hai negato.

“E’ per questo che Amelia mi trova un porco…come vedi è solo un gioco,ma lei non vuole sentire ragioni,dice che la fa sentire usata. A te invece piace e anche parecchio… basta guardare la macchia sui tuoi leggins”.

Voglio sprofondare qui adesso subito.

Sono talmente fradicia che ho davvero bagnato anche i leggins,e no,non mi sono sentita usata,e non l’ ho trovato un porco…. mi è piaciuto  maledettamente.

Ti voglio,voglio che tu finisca quello che hai iniziato.

Ti alzi,prendi il vassoio e lo posi. Mi fissi negli occhi con una luce che non ti ho mai visto, ci baciamo,un bacio quasi animalesco.. nel frattempo hai rimesso in funzione le sfere. Mi sorreggi in un orgasmo accecante….

Senza dire nulla vado in bagno, tolgo le sfere,le disinfetto con cura e te le riporto.

Le prendi,le metti via.

Inizia la partita.

Vado a telefonare ad Amelia.

LA RAGAZZA DEL PARCHEGGIO

Racconto scritto su richiesta con precisa indicazione di esibizionismo.

 

La giornata è stata lunga, le ore di guida al camion si fanno sentire nonostante sia un modello di ultima generazione dotato di ogni comfort, tra i quali anche una confortevole cuccetta per riposare nelle soste. E non solo riposare. nelle soste programmate per il chilometraggio o nelle serate solitarie c’è spazio anche per un po’ di compagnia. Occasionale certo ma non per questo meno piacevole.

Ma stasera niente. L’area di sosta è poco fuori dal centro abitato, una zona prettamente industriale e a quanto pare di scarso passaggio. Non ci sono neppure altri camion fermi, sarà una serata molto solitaria.

Un po’ di lettura, un film… e il bisogno di dar sfogo a un momento di piacere solitario.

Intorno non si vede anima viva, ormai è quasi notte. Mi allungo sul sedile di guida e inizio a segarmi. Sono rilassato, chiudo gli occhi e mi godo il momento. La portiera del camion non è chiusa del tutto, la brezza serale è piacevole.

E’ un attimo. Non sono sicuro ma credo di aver sentito un risolino. Apro gli occhi appena frastornato, osservo il parcheggio intorno al camion, a pochi metri è parcheggiata una macchina che prima non c’era, e appoggiata alla macchina una ragazzina di forse 20 anni che mi osserva divertita fumando una sigaretta.

E’ molto bella, vestita in modo provocante ma con gusto, probabilmente sta aspettando qualcuno con cui poi trascorrerà il resto della serata. Non distoglie lo sguardo, anzi, soffiando il fumo mi guarda come se avessi interrotto uno spettacolo. Faccio per ricompormi e chiudere la portiera e lei mi ferma: “Non farlo! Vai avanti a fare quello che stavi facendo… segati bene, con calma, voglio godermi lo spettacolo fino in fondo..”

Non so cosa fare. Sono lì fermo col cazzo in mano a guardarla. Lei fa un risolino soffiando il fumo e con la mano mima il gesto della sega…mi rendo conto che la sua sfacciataggine mi sta eccitando; un cinquantenne guardato con occhi morbosi da una ragazzetta.

Riprendo a segarmi, sento l’eccitazione crescere, i movimenti si fanno più veloci e anche il respiro. Lei non si è mossa di un passo, anzi credo si sia accesa una nuova sigaretta visto che sta ancora fumando.

L’orgasmo monta e arriva imponente. Appena riprendo fiato mi volto verso di lei e le grido a mo’ di provocazione se lo spettacolo é stato di suo gradimento. Butta la sigaretta per terra e la spegne con la punta dello stivaletto. Mi fissa, fa per salire in macchina, si ferma… Alza la testa e di rimando risponde “che segaiolo che sei”….

AMANTI

Ho sentito le chiavi nella serratura.

Sei tornato.

Non vivi qui, e la tua presenza è un’ombra percepibile solo ad occhi attenti. In casa non c’è nulla che parli di te, se non il letto sfatto dalla parte opposta alla mia nel momento sbagliato.

Ma è un dettaglio.

Ci siamo lasciati le chiavi apposta, in modo che nulla sia programmato ma dettato solo dal desiderio che abbiamo uno dell’altro, un desiderio che sembra inesauribile.

Arrivi sempre di notte, ti piace svegliarmi, sentirmi sussultare nel sonno per la sorpresa prima e per le tue mani poi.

Non mi muovo. Aspetto. Ti stai spogliando senza fare rumore.

Scosti il piumone quel tanto che basta a farmi sentire la differenza di temperatura, sai che sono freddolosa e allungherò subito la mano per cercarlo trovando te.

Passi le dita lungo la mia gamba, sul polpaccio,nell’incavo del ginocchio, lungo la coscia,e poi scendi,sempre a sfioro, ma delle tue labbra.

Lo ripeti sull’altra gamba, mi fai venire la pelle d’oca.

Ti fermi su un gluteo spostando appena il bordo della brasiliana, sento il tuo fiato caldo,mi dai un bacio e poi prosegui lungo la spina dorsale. Mi piace tantissimo… inizio a stirarmi come una gatta, facendoti capire che sono sveglia.

Resto comunque ferma così,a pancia in giù,lasciando che la tua mano e la tua bocca vaghino senza una meta precisa. Sei steso accanto a me, mi sposti i capelli e sento la punta della tua lingua che gioca con il mio lobo, poi con il mio collo… sento il tuo sguardo addosso… dici sempre che ho una pelle erotica e che ti piace vedere come reagisce al tuo tocco.

Mi baci la spalla e la clavicola mentre con la mano disegni il contorno della brasiliana, schiena,gluteo,inguine e ritorno… da un gluteo all’altro  senza però mai sfiorarmi.

“Ti ho portato una sorpresa, non ti muovere” mi dici mordicchiandomi l’orecchio. Ti guardo perplessa. Una confezione di gelato alla nocciola. “Ma fa freddo non mi va il gelato..”

“Non ho mica detto che devi mangiarlo tu”

La perplessità inizia a lasciare posto alla curiosità.

Mi togli la maglietta lasciandomi solo con lo slip e in men che non si dica iniziano le mie lamentele sul freddo. Mi passi un dito sulla punta del naso, gesto che fai quando vuoi chiudere una discussione e mi fai rimettere a pancia in giù.

Lasci cadere il primo cucchiaio di gelato nel mezzo della mia schiena. È talmente inaspettato che più che un sussulto caccio un vero e proprio urletto, facendoti ridere. Qualche secondo e ne arriva uno in mezzo alle scapole e uno appena sopra il bordo della brasiliana. Ho un brivido.

E poi arrivano le tue labbra. Raccolgono il gelato,un cucchiaino per volta.  Ne metti ancora, sempre in posti diversi, alterni il freddo alla tua bocca… quando arrivi sul collo il mio respiro ha un cambio di passo, e te ne accorgi.

“Girati”. La tua richiesta non ammette repliche. È lo stesso tono di quando mi dici ti voglio,un tono che rende quasi tangibili le tue parole.

Mi volto.

Con la punta delle dita prendi un po’ di gelato e inizi a massaggiarmi un capezzolo, mentre con la bocca succhi l’altro. Rabbrividisco, ma non so più se per il freddo o per il desiderio.

La tua mano scende sulla mia pancia e oltrepassa lo slip sfilandolo mentre la tua bocca sale a cercare la mia. Un bacio talmente carico di desiderio che non ho bisogno di dirti quanto ti voglio.

Mi prendi prima con movimenti lenti,entri ed esci con un ritmo che a ogni colpo mi fa sospirare aspettando il successivo,poi aumenti in una progressione che mi toglie quasi il fiato fino a quando ti lasci andare sopra di me con lungo sospiro.

I baci adesso diventano coccole, ti passo le mani tra i capelli, lungo la schiena, è il momento in cui siamo completamente uno dell’altra… così abbracciati è come se ci completassimo.

Tra qualche ora suonerà la sveglia, e vorrei svegliarmi ancora così,tra le tue braccia, ma ci sarà solo un letto sfatto nel momento sbagliato…