AMANTI

Ho sentito le chiavi nella serratura.

Sei tornato.

Non vivi qui, e la tua presenza è un’ombra percepibile solo ad occhi attenti. In casa non c’è nulla che parli di te, se non il letto sfatto dalla parte opposta alla mia nel momento sbagliato.

Ma è un dettaglio.

Ci siamo lasciati le chiavi apposta, in modo che nulla sia programmato ma dettato solo dal desiderio che abbiamo uno dell’altro, un desiderio che sembra inesauribile.

Arrivi sempre di notte, ti piace svegliarmi, sentirmi sussultare nel sonno per la sorpresa prima e per le tue mani poi.

Non mi muovo. Aspetto. Ti stai spogliando senza fare rumore.

Scosti il piumone quel tanto che basta a farmi sentire la differenza di temperatura, sai che sono freddolosa e allungherò subito la mano per cercarlo trovando te.

Passi le dita lungo la mia gamba, sul polpaccio,nell’incavo del ginocchio, lungo la coscia,e poi scendi,sempre a sfioro, ma delle tue labbra.

Lo ripeti sull’altra gamba, mi fai venire la pelle d’oca.

Ti fermi su un gluteo spostando appena il bordo della brasiliana, sento il tuo fiato caldo,mi dai un bacio e poi prosegui lungo la spina dorsale. Mi piace tantissimo… inizio a stirarmi come una gatta, facendoti capire che sono sveglia.

Resto comunque ferma così,a pancia in giù,lasciando che la tua mano e la tua bocca vaghino senza una meta precisa. Sei steso accanto a me, mi sposti i capelli e sento la punta della tua lingua che gioca con il mio lobo, poi con il mio collo… sento il tuo sguardo addosso… dici sempre che ho una pelle erotica e che ti piace vedere come reagisce al tuo tocco.

Mi baci la spalla e la clavicola mentre con la mano disegni il contorno della brasiliana, schiena,gluteo,inguine e ritorno… da un gluteo all’altro  senza però mai sfiorarmi.

“Ti ho portato una sorpresa, non ti muovere” mi dici mordicchiandomi l’orecchio. Ti guardo perplessa. Una confezione di gelato alla nocciola. “Ma fa freddo non mi va il gelato..”

“Non ho mica detto che devi mangiarlo tu”

La perplessità inizia a lasciare posto alla curiosità.

Mi togli la maglietta lasciandomi solo con lo slip e in men che non si dica iniziano le mie lamentele sul freddo. Mi passi un dito sulla punta del naso, gesto che fai quando vuoi chiudere una discussione e mi fai rimettere a pancia in giù.

Lasci cadere il primo cucchiaio di gelato nel mezzo della mia schiena. È talmente inaspettato che più che un sussulto caccio un vero e proprio urletto, facendoti ridere. Qualche secondo e ne arriva uno in mezzo alle scapole e uno appena sopra il bordo della brasiliana. Ho un brivido.

E poi arrivano le tue labbra. Raccolgono il gelato,un cucchiaino per volta.  Ne metti ancora, sempre in posti diversi, alterni il freddo alla tua bocca… quando arrivi sul collo il mio respiro ha un cambio di passo, e te ne accorgi.

“Girati”. La tua richiesta non ammette repliche. È lo stesso tono di quando mi dici ti voglio,un tono che rende quasi tangibili le tue parole.

Mi volto.

Con la punta delle dita prendi un po’ di gelato e inizi a massaggiarmi un capezzolo, mentre con la bocca succhi l’altro. Rabbrividisco, ma non so più se per il freddo o per il desiderio.

La tua mano scende sulla mia pancia e oltrepassa lo slip sfilandolo mentre la tua bocca sale a cercare la mia. Un bacio talmente carico di desiderio che non ho bisogno di dirti quanto ti voglio.

Mi prendi prima con movimenti lenti,entri ed esci con un ritmo che a ogni colpo mi fa sospirare aspettando il successivo,poi aumenti in una progressione che mi toglie quasi il fiato fino a quando ti lasci andare sopra di me con lungo sospiro.

I baci adesso diventano coccole, ti passo le mani tra i capelli, lungo la schiena, è il momento in cui siamo completamente uno dell’altra… così abbracciati è come se ci completassimo.

Tra qualche ora suonerà la sveglia, e vorrei svegliarmi ancora così,tra le tue braccia, ma ci sarà solo un letto sfatto nel momento sbagliato…

GHIACCIO

Sono in piedi, mi hai detto di chiudere gli occhi e aspettare.

Ho sentito qualcosa di freddo e liscio chiudermi gli occhi. E’ una delle mie sciarpe di seta, la riconosco dal profumo. La fai passare intorno agli occhi e la annodi bene sulla nuca facendo attenzione a non tirare i capelli perché sai quanto mi fa arrabbiare.

Resto immobile, non ti vedo ma ti percepisco, sento che non sei lontano da me. Quasi come a conferma mi abbracci da dietro scostando i capelli dal collo. Sento il tuo respiro caldo sulla pelle mentre fai scorrere un dito tra il collo e la spalla, poi un bacio leggero dietro l’orecchio, talmente vicino da sembrare soffiato dentro. Mi da un brivido leggero e tu mi stringi appena di più.

Dall’orecchio scendi piano lungo il collo fino alla clavicola, e mentre lo fai, sento le tue mani che iniziano a sbottonare la mia camicetta. Lentamente, tra un bacio, un respiro, un bottone la apri tutta e posi le mani sui miei seni. Fai scorrere le dita sul pizzo leggero, segui il contorno delle coppe e percorri le spalline fino ad arrivare sulle spalle, le abbassi e mi accarezzi con tocco leggero.

Mi sfili la camicia, un brivido mi corre lungo la schiena al contatto della seta sulla pelle. Segui la mia spina dorsale con la punta delle dita provocandomi un altro brivido, e mentre risali verso il collo ti fermi alla chiusura del reggiseno e lo slacci lasciandolo cadere.

Fai tutto con deliberata calma, senza parlare, e questo, unito al fatto di non poter vedere rende tutto più indefinito e dilatato nel tempo.

Scendi di nuovo. Slacci la lampo della gonna che scivola a terra. Resto solo con il perizoma di pizzo color lavanda, quello che dici sempre intonarsi perfettamente con la mia carnagione.

“Torno subito” mi sussurri all’orecchio. Sento che ti allontani e poco dopo sento di nuovo la tua presenza, stai facendo qualcosa, ma il leggero rumore che fai non è abbastanza perché io riesca a dargli una forma.

Sei tornato dietro di me. Tutto questo silenzio e l’attesa di qualcosa che non so mi logorano.

Poi un lampo bianco oltrepassa la benda, una fitta improvvisa che mi fa sussultare e retrocedere di un passo perdendo quasi l’equilibrio mentre mi appoggio al tuo petto. “Shhhhhh…” mi bisbigli nell’orecchio…

E’ ghiaccio quello che hai appoggiato sui capezzoli per alcuni secondi facendoli diventare irti e duri, ed è sempre ghiaccio quello con cui adesso fai disegni astratti sul mio seno lasciando che piccole gocce scivolino giù lungo la pancia. Li fai scivolare lungo le coppe, intorno ai capezzoli, sulle punte e poi scendi piano verso la pancia. La mia pelle reagisce passando dai brividi di freddo alla sensazione di bruciare. Aderisco ancora di più a te, appoggiando la testa sulla tua spalla.

Mi prendi le mani, le sollevi dietro il tuo collo come in un abbraccio. Fai scivolare le mani lungo i fianchi, arrivi al perizoma e lo sfili. Sono nuda contro di te, completamente in balia delle tue mani che stanno facendo divampare il mio desiderio. Accarezzi l’interno coscia, risali, sento le tue dita farsi strada ed entrare dentro di me… gemo, escono per rientrare lentamente. Sono un lago di desiderio. Spingo indietro il bacino in un chiaro messaggio che tu ignori.

Le togli. Le porti alle mie labbra e io con la finta innocenza che tanto ti fa eccitare ci gioco con la punta della lingua per poi trattenerle e succhiarle. Il tuo respiro ha cambiato intensità e anche il tuo desiderio si fa sempre più evidente. L’unico rumore della stanza sono i nostri sospiri.

Mi volti dolcemente e mi baci il naso, la bocca, il collo e poi inizi a scendere, ti soffermi su un capezzolo, lo inumidisci e lo succhi voglioso poi la tua discesa continua….l’essere privata della vista amplifica ogni sensazione che ricevo rendendo il mio desiderio di te quasi insopportabile. Affondo le mani nei tuoi capelli nel momento in cui sento il tocco della tua lingua tra le mie cosce, rapido e profondo.

Inarco la schiena in un gemito che non riesco a controllare e così facendo mi avvicini ancora di più alla tua bocca fino a farmi esplodere in un orgasmo che mi lascia tremante e sfinita, con i sensi stravolti dal desiderio poi appagato così intensamente.

Mi abbracci e mi sfili la sciarpa. Mi metti addosso la tua camicia con un gesto protettivo, la abbottoni baciandomi dolcemente, mentre in un sussurro a fil di labbra ti sento dire “Mi sei mancata”.