Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 73°)

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 EPISODIO  73°

finale precedente:      

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

73° episodio   

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

Dopo ventiquattro mesi di navigazione nello spazio, in un momento ben preciso ma indefinibile, si lasciarono alle spalle il loro caro e vecchio sistema solare per entrare nello spazio interstellare.

Ciò causò il taglio completo dei collegamenti radio con il pianeta Oroset.

L’isolamento durò ventiquattro ore. Anche se all’apparenza breve, il tratto percorso in quella parte di spazio interstellare fu di circa 270 miliardi di chilometri. Dopodiché entrarono in un nuovo sistema solare e la radio di bordo in una nuova vita!

Un momento memorabile di grande gioia culminato con la prospettiva di poter finalizzare quell’ambizioso progetto appositamente studiato per cercare un mondo nuovo da colonizzare!

L’esultanza contagiò l’intero equipaggio portandolo a livelli di felicità mai raggiunti fino a quel momento!

Nell’itinerario programmato era prevista anche la variante del pianeta abitato. Ma solamente nel caso

di una accertata disponibilità alla convivenza alimentata da spirito di fratellanza, pace e nobili intenti!!

Numerose le comunicazioni captate in un caleidoscopio

di linguaggi.

Si trovarono nel bel mezzo di un nuovo sistema solare

costituito, oltre che dal sole, da diversi pianeti, pianeti nani, lune e da migliaia di corpi minori.

Il pianeta più interessante: la Terra e il suo satellite Luna.

Era la Terra che pullulava di vita. Al contrario sulla Luna non c’erano le condizioni idonee per coltivarla.

Il dodici marzo 2012 dopo aver completato la loro prima orbita lunare

decisero di procedere con l’allunaggio.

Ma un’improvvisa grave anomalia presente nel sistema motori li costrinse ad una drastica manovra che li portò ad effettuare un allunaggio di fortuna.

I motori si spegnevano e si riaccendevano in continuazione. Ciononostante stavano per completare un difficile, ma non impossibile, allunaggio verticale quando, improvviso e definitivo, sopraggiunse il blocco dei motori.

Subito seguito da un black-out totale.

L’astronave priva dell’energia elettrica poteva contare solamente sulle luci di emergenza e, parzialmente, sulla plancia di comando.

In quelle condizioni, a dir poco drammatiche, era praticamente proibitivo, se non impossibile, proseguire con l’allunaggio verticale…..

Si sarebbero clamorosamente spiaccicati al suolo!

Fortuna volle che negli istanti precedenti il black-out, nel pieno del marasma generale di un complicato atterraggio verticale, ebbero la felice intuizione di far uscire i quattro carrelli d’allunaggio.

Per ogni carrello si contavano quattro ruote.

Posizionati uno sotto il muso, due sotto la fusoliera centrale ed il quarto sotto la fusoliera posteriore.

Un particolare che alla fine permise loro di sfruttare l’unica speranza di salvezza:

l’allunaggio in scivolata…!!

L’astronave riuscì a toccare il suolo lunare alla velocità di duecento chilometri orari. L’intero sistema frenante anche se penalizzato dagli eventi stava dando il meglio di sé stesso. Ma non fu sufficiente per compiere l’impresa perfetta!

Realmente impossibile evitare una serie di piccole colline. La loro corsa si concluse esattamente nel momento in cui il muso dell’astronave andò ad infilarsi tra le rocce della collina predestinata…!!

Fin da subito apparve chiara e forte l’entità del disastro:

dei 28 componenti solo sette sopravvissero…!!

Esattamente quei sette fortunati che nel momento dell’emergenza se ne stavano seduti e con le cinture allacciate…!!

seguirà……

Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 73°)ultima modifica: 2024-02-11T10:08:38+01:00da felixthecat6