Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 57°)

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 NUOVO EPISODIO 

              57°

finale precedente:       

 Al contrario, i vagoni ad uso industriale erano totalmente privi di arredamento, com’era nella logica delle cose per una carrozzeria adattata ad un uso specifico di carico e scarico.

Una centralina elettronica, particolarmente sofisticata, ne comandava ogni singolo movimento.

57° episodio  

L’arredo della stazione andava a completarsi con una rimessa. Praticamente un monolocale adibito a magazzino, local energy manutenzione batterie treni e punto di ritrovo per gli addetti ai lavori. La stazione semivuota risaltava una giornata particolarmente intensa sia alle miniere che alle fabbriche. I tre “grandi esploratori” si avvicinarono al treno parcheggiato a capo di una fila lunga solamente due treni. Il conducente si trovava già a bordo e a stento riusciva a mascherare la sua più che comprensibile emozione per la presenza del passeggero terrestre! Salirono sul primo vagone occupando tre dei dodici posti disponibili. Dopodiché il treno partì nella medesima direzione intrapresa per raggiungere la stazione stessa.

<Ma che sfacciato questo treno

parte senza attendere il fischio del “capostazione”…..????

Uahahah…!!>

Alex prese una delle torce agganciate ai sedili. Nulla di strano se paragonate alle torce terrestri. L’accese e rimase sbalordito dalla potenza del suo fascio luminoso. Mirando le pareti della galleria, già discretamente illuminate, splendeva una luce estesa ed intensa.

<Che forza…. Non ho mai visto una torcia con una luce così potente…!! Certo che i vostri priak vanno molto forte!

scommettiamo che pure questa batteria si ricarica con la vernice kattropurto??…??

<Bravo Alex, sei già entrato nella filosofia selenese che poco concede allo spreco.

Infatti la torcia è interamente ricoperta di kattropurto.

Questo permette alla batteria di ricaricarsi velocemente con la luce presente in città e a mantenersi costantemente carica. Al buio può funzionare per diverse ore.>

<Ed è così per tutti i piccoli apparecchi elettronici come gli orologi, i cellulari, le sveglie, eccetera eccetera…??>

<Certo che sì…!!>

Una galleria dall’aspetto più che mai rassicurante. Illuminata e sufficientemente larga da permettere un transito a doppio senso per tutti i mezzi motorizzati.

Posti diversi ma ugualmente condizionati dalle caratteristiche intrinseche dell’ambiente, esattamente come in città: venti/venticinque, massimo trenta chilometri orari consentiti ai mezzi che vi transitavano!

L’aria che si respirava sapeva di buono che pareva difficile realizzare tale incredibile realtà nel sottosuolo lunare…..

Si viaggiava ormai da quattro minuti dopo aver coperto un tratto lungo due chilometri e incrociato tre miniere in piena attività, un lago completo di strutture per l’acquedotto, l’ossigeno e l’energia elettrica.

Superato anche il corridoio di transito che collegava la città con la porta di accesso settima.

Ad un tratto l’attenzione di Alex fu attirata da alcuni lampi di luce provenienti da una galleria laterale che si innestava alla loro sinistra, esattamente a metà strada tra la porta di accesso settima e sesta!

Il tutto per la durata di pochissimi secondi…..!

Alex confidò negli occhi di Isabel per un’espressione di benevolo consenso circa la sua visione farcita di flash.

Nessuna reazione…!!

Il disinteresse sull’argomento era pressoché totale!

“seguirà…..” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (nuovo episodio 58°)

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 NUOVO EPISODIO 

              58°

finale precedente:       

 Alex confidò negli occhi di Isabel per un’espressione di benevolo consenso circa la sua visione farcita di flash.

Nessuna reazione…!!

Il disinteresse sull’argomento era pressoché totale!

58° episodio  

Il trenino proseguì la sua corsa per altri sessanta secondi prima di raggiungere la meta prefissata. Un posto singolare dove lo spazio, che certamente non si sprecava, dava netta la sensazione di un parcheggio in grado di ospitare almeno cinque/sei treni da porre nella lista d’attesa per il carico di roccia frantumata. Uno era già con i due vagoni ridondanti,

pronto per raggiungere le industrie

<Ma cosa estraete da quelle rocce?> chiese Alex.

<Devi sapere che la sotto tra la roccia madre e le strutture composte da meteoriti, asteroidi ed eruzioni vulcaniche si trova di tutto! Estraiamo ferro, rame, manganese, nichel, tungsteno, oro, argento e tanti altri minerali. Sulla rimanenza, che è tanta roba, si lavora per selezionare i materiali cementizi necessari per le costruzioni edilizie. L’ultima parte di pietrisco, considerata di scarto, dopo un’appropriato trattamento viene utilizzata come componente base nella mescola per il manto stradale.>

<Impressionante…!!>

<Ma ti dirò di più perché la fortuna, fin qui una nostra fedele alleata, ci ha fatto dono di due miniere di sale. Entrambe si trovano all’interno del secondo anello in posti diametralmente opposti.

Due blocchi trasportati da altrettanti meteoriti, forse anche in tempi diversi, milioni di anni fa!

E, “attenzione attenzione”, non finisce qui…!! Devi sapere che stiamo estraendo anche l’uranio….. “Poco poco”, “piano piano”, ma qualcosa ricaviamo. Per l’appunto ci siamo organizzati limitando l’area di estrazione ad una sola miniera in grado di fornirci il minerale in quantità più che sufficiente per il nostro fabbisogno. Così facendo abbiamo concentrato in un unico sito tutti i rischi derivanti da eventuali esalazioni radioattive! L’uranio estratto viene posato all’interno di barili pesantemente schermati e conservati nel laboratorio appositamente creato per il suo trattamento. Fino ad oggi non ce ne siamo mai serviti però se un giorno il suo impiego diventerà una realtà lo sarà solo ed esclusivamente ad uso dei reattori nucleari in dotazione alle astronavi…!!

Mai l’uranio verrà utilizzato per scopi diversi.

Ci teniamo “buone buone” le nostre centrali idroelettriche, ottime produttrici di energia pulita!>

<”Bravi bravi”! Senti un po’ Aleandro ma tutte quelle astronavi, le dieci dell’hangar e le altre che si trovano lassù, dormienti all’interno del cratere hangar, come la mettiamo con i loro reattori nucleari…?>

<Si tratta di reattori nucleari kalloxiani progettati per funzionare sia in continuità che ad intermittenza. Paragonabili ad un normalissimo motore dove l’accensione e lo spegnimento sono di normale routine. Tutto ciò li predispone per un lavoro continuativo e duraturo nel tempo che li porterà a vivere ancora per parecchi anni. E come se non bastasse, sono stati costruiti con una protezione ad altissima incidenza isolante per una garanzia di massima sicurezza contro ogni eventuale, anche se improbabile, fuga radioattiva!>

<Una garanzia in più per tutti…. Ma io non avevo nemmeno il più piccolo dei dubbi circa la vostra grande efficienza…!!

Vi siete organizzati così bene che rasentate la perfezione…..

Fate quasi schifo……. Uahahah…!!>

<Ahahahah…!! Sei tutto matto…!! Ritornando a noi, questo carico viene da una miniera confinante con il nostro lago che si trova a poco meno di trenta metri da qui.>

<Fantastico>, esclamò Alex, <l’acqua!!>

<Già l’acqua….. Ma intanto prendetevi quelle due giacche a vento caricate sul treno appositamente per voi.>

<Grazie Aleandro, non so come ringraziarti!>

In leggera discesa la galleria che conduceva al lago. Meta raggiunta con l’apparizione alla loro destra del grande arco che ne apriva l’accesso. Mentre la galleria proseguiva il suo percorso all’interno del secondo anello.

Si schiuse un nuovo e confortante orizzonte ad una profondità di circa venticinque metri sotto luna.

Uno spazio dalle dimensioni considerevoli: circa cinquanta metri di diametro e dieci di altezza.

Giusto al centro il lago ghiacciato che, malgrado fosse dotato di una copertura protettiva, dava un’evidente dimostrazione delle sue ridotte dimensioni!

Numerosi gli addetti presenti e tutti interessati a svolgere le proprie mansioni!

<Isabel, qui fa piuttosto freddo cosa aspetti a coprirti? Dai scaldati con questa bella giacca a vento gialla che più luminosa di così non si può! Uahahah…!!> affermò Alex.

<Ahahahah…!! Certo mio caro, il giallo è il colore del sole….. Effettivamente ci voleva, adesso sto decisamente meglio! Pensa che originariamente si chiamava strepcianoek…..>

<Il vostro kalloxiano….. che voglio sperare ben conservato?>

<Certamente ne abbiamo archivi in ogni forma e dimensione, la nostra storia sin dalle sue origini.>

<Non avevo alcun dubbio, siete un grande popolo!

Intanto guardami…… anch’io sto bello caldo anche se la giacca è rossa…..

Il rosso è il simbolo dell’energia!

Uahahah…!! Uahahah…!!>

I provvidi Aleandro ed il suo assistente vestivano i loro bei strepcianoek….. ancora prima di salire sul trenino.

<Questo lago è piuttosto piccolo!> affermò Alex. <Scusami ma l’altro che abbiamo intravisto durante il viaggio mi sembrava grande almeno il doppio, forse era meglio fermarsi lì…..??>

<Già non hai tutti i torti, ma io volevo illustrarti un lago che per caratteristiche rappresentasse il top.

Di laghi ce ne sono a decine, e in questo momento l’acqua che stiamo utilizzando è solamente una parte di una grande riserva.

Una bella scorta saltuariamente incrementata con qualche altro nuovo lago che andiamo a scoprire un po’ dovunque, anche nel primo anello. Per noi l’acqua è talmente un bene prezioso che come la scopriamo ce la coccoliamo come si fa con un grande amore…!!

Pensa che alcuni laghi si trovano anche nel cuore della città. Naturalmente li teniamo “buoni buoni” per quando arriverà il loro momento di gloria…!!>

Tutti i laghi esistenti, utilizzati e non, erano protetti da apposite strutture atte a gestire un servizio che fosse sia conservativo che monitorante circa la loro tenuta…!!

<Ahhhh, in effetti mi suonava strano…??>

<Sai come funziona?

“seguirà” 

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 Al contrario, i vagoni ad uso industriale erano totalmente privi di arredamento, com’era nella logica delle cose per una carrozzeria adattata ad un uso specifico di carico e scarico.

Una centralina elettronica, particolarmente sofisticata, ne comandava ogni singolo movimento.

57° episodio  

L’arredo della stazione andava a completarsi con una rimessa. Praticamente un monolocale adibito a magazzino, local energy manutenzione batterie treni e punto di ritrovo per gli addetti ai lavori. La stazione semivuota risaltava una giornata particolarmente intensa sia alle miniere che alle fabbriche. I tre “grandi esploratori” si avvicinarono al treno parcheggiato a capo di una fila lunga solamente due treni. Il conducente si trovava già a bordo e a stento riusciva a mascherare la sua più che comprensibile emozione per la presenza del passeggero terrestre! Salirono sul primo vagone occupando tre dei dodici posti disponibili. Dopodiché il treno partì nella medesima direzione intrapresa per raggiungere la stazione stessa.

<Ma che sfacciato questo treno

parte senza attendere il fischio del “capostazione”…..????

Uahahah…!!>

Alex prese una delle torce agganciate ai sedili. Nulla di strano se paragonate alle torce terrestri. L’accese e rimase sbalordito dalla potenza del suo fascio luminoso. Mirando le pareti della galleria, già discretamente illuminate, splendeva una luce estesa ed intensa.

<Che forza…. Non ho mai visto una torcia con una luce così potente…!! Certo che i vostri priak vanno molto forte!

scommettiamo che pure questa batteria si ricarica con la vernice kattropurto??…??

<Bravo Alex, sei già entrato nella filosofia selenese che poco concede allo spreco.

Infatti la torcia è interamente ricoperta di kattropurto.

Questo permette alla batteria di ricaricarsi velocemente con la luce presente in città e a mantenersi costantemente carica. Al buio può funzionare per diverse ore.>

<Ed è così per tutti i piccoli apparecchi elettronici come gli orologi, i cellulari, le sveglie, eccetera eccetera…??>

<Certo che sì…!!>

Una galleria dall’aspetto più che mai rassicurante. Illuminata e sufficientemente larga da permettere un transito a doppio senso per tutti i mezzi motorizzati.

Posti diversi ma ugualmente condizionati dalle caratteristiche intrinseche dell’ambiente, esattamente come in città: venti/venticinque, massimo trenta chilometri orari consentiti ai mezzi che vi transitavano!

L’aria che si respirava sapeva di buono che pareva difficile realizzare tale incredibile realtà nel sottosuolo lunare…..

Si viaggiava ormai da quattro minuti dopo aver coperto un tratto lungo due chilometri e incrociato tre miniere in piena attività, un lago completo di strutture per l’acquedotto, l’ossigeno e l’energia elettrica.

Superato anche il corridoio di transito che collegava la città con la porta di accesso settima.

Ad un tratto l’attenzione di Alex fu attirata da alcuni lampi di luce provenienti da una galleria laterale che si innestava alla loro sinistra, esattamente a metà strada tra la porta di accesso settima e sesta!

Il tutto per la durata di pochissimi secondi…..!

Alex confidò negli occhi di Isabel per un’espressione di benevolo consenso circa la sua visione farcita di flash.

Nessuna reazione…!!

Il disinteresse sull’argomento era pressoché totale!

“seguirà…..” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 57°)

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finale precedente:       

 Al contrario, i vagoni ad uso industriale erano totalmente privi di arredamento, com’era nella logica delle cose per una carrozzeria adattata ad un uso specifico di carico e scarico.

Una centralina elettronica, particolarmente sofisticata, ne comandava ogni singolo movimento.

57° episodio  

L’arredo della stazione andava a completarsi con una rimessa. Praticamente un monolocale adibito a magazzino, local energy manutenzione batterie treni e punto di ritrovo per gli addetti ai lavori. La stazione semivuota risaltava una giornata particolarmente intensa sia alle miniere che alle fabbriche. I tre “grandi esploratori” si avvicinarono al treno parcheggiato a capo di una fila lunga solamente due treni. Il conducente si trovava già a bordo e a stento riusciva a mascherare la sua più che comprensibile emozione per la presenza del passeggero terrestre! Salirono sul primo vagone occupando tre dei dodici posti disponibili. Dopodiché il treno partì nella medesima direzione intrapresa per raggiungere la stazione stessa.

<Ma che sfacciato questo treno

parte senza attendere il fischio del “capostazione”…..????

Uahahah…!!>

Alex prese una delle torce agganciate ai sedili. Nulla di strano se paragonate alle torce terrestri. L’accese e rimase sbalordito dalla potenza del suo fascio luminoso. Mirando le pareti della galleria, già discretamente illuminate, splendeva una luce estesa ed intensa.

<Che forza…. Non ho mai visto una torcia con una luce così potente…!! Certo che i vostri priak vanno molto forte!

scommettiamo che pure questa batteria si ricarica con la vernice kattropurto??…??

<Bravo Alex, sei già entrato nella filosofia selenese che poco concede allo spreco.

Infatti la torcia è interamente ricoperta di kattropurto.

Questo permette alla batteria di ricaricarsi velocemente con la luce presente in città e a mantenersi costantemente carica. Al buio può funzionare per diverse ore.>

<Ed è così per tutti i piccoli apparecchi elettronici come gli orologi, i cellulari, le sveglie, eccetera eccetera…??>

<Certo che sì…!!>

Una galleria dall’aspetto più che mai rassicurante. Illuminata e sufficientemente larga da permettere un transito a doppio senso per tutti i mezzi motorizzati.

Posti diversi ma ugualmente condizionati dalle caratteristiche intrinseche dell’ambiente, esattamente come in città: venti/venticinque, massimo trenta chilometri orari consentiti ai mezzi che vi transitavano!

L’aria che si respirava sapeva di buono che pareva difficile realizzare tale incredibile realtà nel sottosuolo lunare…..

Si viaggiava ormai da quattro minuti dopo aver coperto un tratto lungo due chilometri e incrociato tre miniere in piena attività, un lago completo di strutture per l’acquedotto, l’ossigeno e l’energia elettrica.

Superato anche il corridoio di transito che collegava la città con la porta di accesso settima.

Ad un tratto l’attenzione di Alex fu attirata da alcuni lampi di luce provenienti da una galleria laterale che si innestava alla loro sinistra, esattamente a metà strada tra la porta di accesso settima e sesta!

Il tutto per la durata di pochissimi secondi…..!

Alex confidò negli occhi di Isabel per un’espressione di benevolo consenso circa la sua visione farcita di flash.

Nessuna reazione…!!

Il disinteresse sull’argomento era pressoché totale!

“seguirà…..” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 56°)

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 EPISODIO   56°

finale precedente:       

 <Ciao ragazzi, è il grande stratega della guerra che vi parla: dovete assolutamente venire da me…!! Ahahahah…!! Ahahahah…!! Niente di veramente serio, tranquilli tranquilli. L’idea era di trascorrere una piacevole mattinata insieme.

Siete di libera scelta…!!

Se vi sembra che valga la pena prendere in considerazione la mia proposta allora sarebbe il caso di darsi una mossa, e alla svelta!>

56° episodio  

<Certo che ci va! Qui accanto a me c’è un Alex che non sta più nella pelle per il tuo inatteso e spumeggiante invito…!!>

<Il giardino della felicità…?? Veramente un peccato! Comunque dobbiamo essere grati al nostro direttore che ha pensato a noi per la mattinata da trascorrere in compagniaQualunque sia l’obiettivo raggiungiamolo insieme!disse Alex.

<Comunque la pensi….. il museo, la stanza della pioggia e il giardino della felicità da lì certamente non si muovono! Giusto…??>

<E già sono ancora dei poppanti….. Uahahah…!!>

<Questa battuta proprio te la raccomando…..?? Ahahahah…!!>

<Una battuta stile extraterrestre….. Il poppante ha sempre bisogno di una tata altrimenti da solo non si muove….. Uahahah…!! Uahahah…!!>

<E con questa eccellenza non ci sono dubbi: sei lo scemo ad oltranza più simpatico che io conosca…!!>

Uahahah…!! Ahahahah…!! Uahahah…!!

Una breve corsa in macchina prima di ritrovare Isabel e Alex

bellamente seduti sul divano di casa Aleandro.

Quei due ragazzi dall’abbigliamento decisamente sportivo, con le loro simpatiche tute attillate a sufficienza e le scarpe da ginnastica in perfetta sintonia. Scarpe stile “new system solar” che avrebbero fatto ingolosire qualsiasi terrestre. Alex in completo giallo e Isabel, neanche farlo apposta, in rosa shocking.

<Sportivi sti ragazzi…!! Ahahahah…!!>

Uahahah…!! Ahahahah…!!

<Prima mi era esplosa nella testa un’idea niente male….> disse Aleandro.

Uahahah…!! Ahahahah…!! Uahahah…!! Ahahahah…!!

Le tue idee esplosive? Uahahah…!! Uahahah…!!>

<Aleandro scusalo….. è fatto così!! Gli riesce proprio difficile perdere l’occasione di sparare anche una sola battuta, bella o brutta che sia…!!

Comunque questa è proprio forte… Ahahahah…!! Ahahahah…!!> <Uahahah…!! Uahahah…!!>

<Okay okay ragazzi, così va bene,

siete così incantevoli che mi fate quasi schifo…!!

Tornando a noi, stamattina mi sono alzato con il desiderio di trascorrere una giornata piuttosto insolita,

magari anche movimentata e alquanto avventurosa:

stile “Indiana Jones”…!!…!!…!!

Strabiliante non è vero?

Scusatemi, prendetelo come un normale e comprensibile momento di debolezza! Mi sento trasportato sulle ali di un certo entusiasmo….. Ahahahah…!!>

Uahahah…!! Ahahahah…!! Uahahah…!!

<La colpa è di Alex che con la sua perenne esaltazione ci fa volare tutti troppo in alto….!! Ahahahah…!!>

<Già, e la colpa è sempre mia…!! Ma detta così…. mi piace un sacco…!! Uahahah…!!>

<Pensavo di portarvi in una delle zone minerarie tra le più importanti dove, oltre alle stesse miniere,

si possono trovare anche altre cose molto interessanti come ad esempio un lago dal quale stiamo estraendo l’acqua che poi utilizziamo per generare l’energia elettrica, l’ossigeno e fornire l’acquedotto di acqua potabile…!!

Non mi sembra cosa dappoco? Allora, vi interessa?>

<Certo che ci interessa!> affermò Isabel mentre stava osservando con aria compiaciuta quell’espressione stupita di un Alex che sembrava dovesse decollare per chissà dove…??

<Semplicemente fantastico…!! Se mi ricordo bene….. andremo fuori città per entrare nel secondo anello?> rispose Alex.

<Indovinato…!!>

Aleandro notò in Alex un’espressione di beatitudine idiota per la grande gioia, sicuramente figlia di un pensiero che lo aveva da poco trasportato alla conquista di una nuova avventura. Così decise di partire immediatamente verso quel secondo anello oramai noto anche al terrestre. Cinque minuti di macchina furono sufficienti per raggiungere il parcheggio della stazione dei treni. All’interno della città a circa metà strada tra i due corridoi che conducevano alle porte di accesso rispettivamente settima e ottava. Lasciato il mezzo, s’incamminarono all’interno di un corridoio di collegamento che nulla aveva a che fare con le porte di accesso medesime.

Si trattava di uno dei tanti collegamenti appositamente studiati per una strategia di comodo nei confronti di quei lavoratori che si recavano a prestare la propria opera nelle varie strutture presenti all’interno dei primi due anelli.

Lasciato il primo anello alle loro spalle entrarono nel secondo. Percorsi venti metri si trovarono

proiettati all’interno di una bella e spettacolare grotta che, orgogliosamente, i selenesi avevano battezzato come la stazione dei treni! Un’ambiente ampio quanto bastava per ospitare una quindicina di treni e una piccola rimessa.

Un trenino era composto da una locomotiva e due vagoni. La locomotiva portava la sagoma tipica dei treni terrestri del primo novecento, arrivando a coprire interamente il lato del conducente. Mentre i vagoni, parimenti dimensionati, erano tutti scoperti.

Dimensioni:

Locomotivalunghezza centimetri 200, larghezza 150 e altezza 180;

Vagonelunghezza centimetri 230, larghezza 170 e altezza 190.

Ogni locomotiva era dotata di un motore elettrico alimentato da un set di sei batterie ricaricate grazie alla vernice kattropurto che ricopriva interamente la carrozzeria esterna.

Treni voluti per nostalgica magia kalloxiana.

Progettati per un uso specifico in ambienti di lavoro ne furono costruiti una trentina di esemplari. Per la quasi totalità impiegati presso il primo ed il secondo anello a servizio delle industrie e delle miniere.

Mentre per i rimanenti sei ci fu l’inserimento nella rete della struttura urbana. Vagoni dotati di comode panche ricoperte di un materiale prestigioso. Ottima l’adattabilità che ne permetteva un loro uso polivalente, riuscendo ad ottenere un riscontro di positività a dir poco esagerato.

Al contrario, i vagoni ad uso industriale erano totalmente privi di arredamento, com’era nella logica delle cose per una carrozzeria adattata ad un uso specifico di carico e scarico.

Una centralina elettronica, particolarmente sofisticata, ne comandava ogni singolo movimento.

“segue…..” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (nuovo episodio 57°)

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 Al contrario, i vagoni ad uso industriale erano totalmente privi di arredamento, com’era nella logica delle cose per una carrozzeria adattata ad un uso specifico di carico e scarico.

Una centralina elettronica, particolarmente sofisticata, ne comandava ogni singolo movimento.

57° episodio  

L’arredo della stazione andava a completarsi con una rimessa. Praticamente un monolocale adibito a magazzino, local energy manutenzione batterie treni e punto di ritrovo per gli addetti ai lavori. La stazione semivuota risaltava una giornata particolarmente intensa sia alle miniere che alle fabbriche. I tre “grandi esploratori” si avvicinarono al treno parcheggiato a capo di una fila lunga solamente due treni. Il conducente si trovava già a bordo e a stento riusciva a mascherare la sua più che comprensibile emozione per la presenza del passeggero terrestre! Salirono sul primo vagone occupando tre dei dodici posti disponibili. Dopodiché il treno partì nella medesima direzione intrapresa per raggiungere la stazione stessa.

<Ma che sfacciato questo treno

parte senza attendere il fischio del “capostazione”…..????

Uahahah…!!>

Alex prese una delle torce agganciate ai sedili. Nulla di strano se paragonate alle torce terrestri. L’accese e rimase sbalordito dalla potenza del suo fascio luminoso. Mirando le pareti della galleria, già discretamente illuminate, splendeva una luce estesa ed intensa.

<Che forza…. Non ho mai visto una torcia con una luce così potente…!! Certo che i vostri priak vanno molto forte!

scommettiamo che pure questa batteria si ricarica con la vernice kattropurto??…??

<Bravo Alex, sei già entrato nella filosofia selenese che poco concede allo spreco.

Infatti la torcia è interamente ricoperta di kattropurto.

Questo permette alla batteria di ricaricarsi velocemente con la luce presente in città e a mantenersi costantemente carica. Al buio può funzionare per diverse ore.>

<Ed è così per tutti i piccoli apparecchi elettronici come gli orologi, i cellulari, le sveglie, eccetera eccetera…??>

<Certo che sì…!!>

Una galleria dall’aspetto più che mai rassicurante. Illuminata e sufficientemente larga da permettere un transito a doppio senso per tutti i mezzi motorizzati.

Posti diversi ma ugualmente condizionati dalle caratteristiche intrinseche dell’ambiente, esattamente come in città: venti/venticinque, massimo trenta chilometri orari consentiti ai mezzi che vi transitavano!

L’aria che si respirava sapeva di buono che pareva difficile realizzare tale incredibile realtà nel sottosuolo lunare…..

Si viaggiava ormai da quattro minuti dopo aver coperto un tratto lungo due chilometri e incrociato tre miniere in piena attività, un lago completo di strutture per l’acquedotto, l’ossigeno e l’energia elettrica.

Superato anche il corridoio di transito che collegava la città con la porta di accesso settima.

Ad un tratto l’attenzione di Alex fu attirata da alcuni lampi di luce provenienti da una galleria laterale che si innestava alla loro sinistra, esattamente a metà strada tra la porta di accesso settima e sesta!

Il tutto per la durata di pochissimi secondi…..!

Alex confidò negli occhi di Isabel per un’espressione di benevolo consenso circa la sua visione farcita di flash.

Nessuna reazione…!!

Il disinteresse sull’argomento era pressoché totale!

“seguirà…..” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 56°)

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 EPISODIO   56°

finale precedente:       

 <Ciao ragazzi, è il grande stratega della guerra che vi parla: dovete assolutamente venire da me…!! Ahahahah…!! Ahahahah…!! Niente di veramente serio, tranquilli tranquilli. L’idea era di trascorrere una piacevole mattinata insieme.

Siete di libera scelta…!!

Se vi sembra che valga la pena prendere in considerazione la mia proposta allora sarebbe il caso di darsi una mossa, e alla svelta!>

56° episodio  

<Certo che ci va! Qui accanto a me c’è un Alex che non sta più nella pelle per il tuo inatteso e spumeggiante invito…!!>

<Il giardino della felicità…?? Veramente un peccato! Comunque dobbiamo essere grati al nostro direttore che ha pensato a noi per la mattinata da trascorrere in compagniaQualunque sia l’obiettivo raggiungiamolo insieme!disse Alex.

<Comunque la pensi….. il museo, la stanza della pioggia e il giardino della felicità da lì certamente non si muovono! Giusto…??>

<E già sono ancora dei poppanti….. Uahahah…!!>

<Questa battuta proprio te la raccomando…..?? Ahahahah…!!>

<Una battuta stile extraterrestre….. Il poppante ha sempre bisogno di una tata altrimenti da solo non si muove….. Uahahah…!! Uahahah…!!>

<E con questa eccellenza non ci sono dubbi: sei lo scemo ad oltranza più simpatico che io conosca…!!>

Uahahah…!! Ahahahah…!! Uahahah…!!

Una breve corsa in macchina prima di ritrovare Isabel e Alex

bellamente seduti sul divano di casa Aleandro.

Quei due ragazzi dall’abbigliamento decisamente sportivo, con le loro simpatiche tute attillate a sufficienza e le scarpe da ginnastica in perfetta sintonia. Scarpe stile “new system solar” che avrebbero fatto ingolosire qualsiasi terrestre. Alex in completo giallo e Isabel, neanche farlo apposta, in rosa shocking.

<Sportivi sti ragazzi…!! Ahahahah…!!>

Uahahah…!! Ahahahah…!!

<Prima mi era esplosa nella testa un’idea niente male….> disse Aleandro.

Uahahah…!! Ahahahah…!! Uahahah…!! Ahahahah…!!

Le tue idee esplosive? Uahahah…!! Uahahah…!!>

<Aleandro scusalo….. è fatto così!! Gli riesce proprio difficile perdere l’occasione di sparare anche una sola battuta, bella o brutta che sia…!!

Comunque questa è proprio forte… Ahahahah…!! Ahahahah…!!> <Uahahah…!! Uahahah…!!>

<Okay okay ragazzi, così va bene,

siete così incantevoli che mi fate quasi schifo…!!

Tornando a noi, stamattina mi sono alzato con il desiderio di trascorrere una giornata piuttosto insolita,

magari anche movimentata e alquanto avventurosa:

stile “Indiana Jones”…!!…!!…!!

Strabiliante non è vero?

Scusatemi, prendetelo come un normale e comprensibile momento di debolezza! Mi sento trasportato sulle ali di un certo entusiasmo….. Ahahahah…!!>

Uahahah…!! Ahahahah…!! Uahahah…!!

<La colpa è di Alex che con la sua perenne esaltazione ci fa volare tutti troppo in alto….!! Ahahahah…!!>

<Già, e la colpa è sempre mia…!! Ma detta così…. mi piace un sacco…!! Uahahah…!!>

<Pensavo di portarvi in una delle zone minerarie tra le più importanti dove, oltre alle stesse miniere,

si possono trovare anche altre cose molto interessanti come ad esempio un lago dal quale stiamo estraendo l’acqua che poi utilizziamo per generare l’energia elettrica, l’ossigeno e fornire l’acquedotto di acqua potabile…!!

Non mi sembra cosa dappoco? Allora, vi interessa?>

<Certo che ci interessa!> affermò Isabel mentre stava osservando con aria compiaciuta quell’espressione stupita di un Alex che sembrava dovesse decollare per chissà dove…??

<Semplicemente fantastico…!! Se mi ricordo bene….. andremo fuori città per entrare nel secondo anello?> rispose Alex.

<Indovinato…!!>

Aleandro notò in Alex un’espressione di beatitudine idiota per la grande gioia, sicuramente figlia di un pensiero che lo aveva da poco trasportato alla conquista di una nuova avventura. Così decise di partire immediatamente verso quel secondo anello oramai noto anche al terrestre. Cinque minuti di macchina furono sufficienti per raggiungere il parcheggio della stazione dei treni. All’interno della città a circa metà strada tra i due corridoi che conducevano alle porte di accesso rispettivamente settima e ottava. Lasciato il mezzo, s’incamminarono all’interno di un corridoio di collegamento che nulla aveva a che fare con le porte di accesso medesime.

Si trattava di uno dei tanti collegamenti appositamente studiati per una strategia di comodo nei confronti di quei lavoratori che si recavano a prestare la propria opera nelle varie strutture presenti all’interno dei primi due anelli.

Lasciato il primo anello alle loro spalle entrarono nel secondo. Percorsi venti metri si trovarono

proiettati all’interno di una bella e spettacolare grotta che, orgogliosamente, i selenesi avevano battezzato come la stazione dei treni! Un’ambiente ampio quanto bastava per ospitare una quindicina di treni e una piccola rimessa.

Un trenino era composto da una locomotiva e due vagoni. La locomotiva portava la sagoma tipica dei treni terrestri del primo novecento, arrivando a coprire interamente il lato del conducente. Mentre i vagoni, parimenti dimensionati, erano tutti scoperti.

Dimensioni:

Locomotivalunghezza centimetri 200, larghezza 150 e altezza 180;

Vagonelunghezza centimetri 230, larghezza 170 e altezza 190.

Ogni locomotiva era dotata di un motore elettrico alimentato da un set di sei batterie ricaricate grazie alla vernice kattropurto che ricopriva interamente la carrozzeria esterna.

Treni voluti per nostalgica magia kalloxiana.

Progettati per un uso specifico in ambienti di lavoro ne furono costruiti una trentina di esemplari. Per la quasi totalità impiegati presso il primo ed il secondo anello a servizio delle industrie e delle miniere.

Mentre per i rimanenti sei ci fu l’inserimento nella rete della struttura urbana. Vagoni dotati di comode panche ricoperte di un materiale prestigioso. Ottima l’adattabilità che ne permetteva un loro uso polivalente, riuscendo ad ottenere un riscontro di positività a dir poco esagerato.

Al contrario, i vagoni ad uso industriale erano totalmente privi di arredamento, com’era nella logica delle cose per una carrozzeria adattata ad un uso specifico di carico e scarico.

Una centralina elettronica, particolarmente sofisticata, ne comandava ogni singolo movimento.

“segue…..” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (nuovo episodio 57°)

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 NUOVO EPISODIO 

              57°

finale precedente:       

 Al contrario, i vagoni ad uso industriale erano totalmente privi di arredamento, com’era nella logica delle cose per una carrozzeria adattata ad un uso specifico di carico e scarico.

Una centralina elettronica, particolarmente sofisticata, ne comandava ogni singolo movimento.

57° episodio  

L’arredo della stazione andava a completarsi con una rimessa. Praticamente un monolocale adibito a magazzino, local energy manutenzione batterie treni e punto di ritrovo per gli addetti ai lavori. La stazione semivuota risaltava una giornata particolarmente intensa sia alle miniere che alle fabbriche. I tre “grandi esploratori” si avvicinarono al treno parcheggiato a capo di una fila lunga solamente due treni. Il conducente si trovava già a bordo e a stento riusciva a mascherare la sua più che comprensibile emozione per la presenza del passeggero terrestre! Salirono sul primo vagone occupando tre dei dodici posti disponibili. Dopodiché il treno partì nella medesima direzione intrapresa per raggiungere la stazione stessa.

<Ma che sfacciato questo treno

parte senza attendere il fischio del “capostazione”…..????

Uahahah…!!>

Alex prese una delle torce agganciate ai sedili. Nulla di strano se paragonate alle torce terrestri. L’accese e rimase sbalordito dalla potenza del suo fascio luminoso. Mirando le pareti della galleria, già discretamente illuminate, splendeva una luce estesa ed intensa.

<Che forza…. Non ho mai visto una torcia con una luce così potente…!! Certo che i vostri priak vanno molto forte!

scommettiamo che pure questa batteria si ricarica con la vernice kattropurto??…??

<Bravo Alex, sei già entrato nella filosofia selenese che poco concede allo spreco.

Infatti la torcia è interamente ricoperta di kattropurto.

Questo permette alla batteria di ricaricarsi velocemente con la luce presente in città e a mantenersi costantemente carica. Al buio può funzionare per diverse ore.>

<Ed è così per tutti i piccoli apparecchi elettronici come gli orologi, i cellulari, le sveglie, eccetera eccetera…??>

<Certo che sì…!!>

Una galleria dall’aspetto più che mai rassicurante. Illuminata e sufficientemente larga da permettere un transito a doppio senso per tutti i mezzi motorizzati.

Posti diversi ma ugualmente condizionati dalle caratteristiche intrinseche dell’ambiente, esattamente come in città: venti/venticinque, massimo trenta chilometri orari consentiti ai mezzi che vi transitavano!

L’aria che si respirava sapeva di buono che pareva difficile realizzare tale incredibile realtà nel sottosuolo lunare…..

Si viaggiava ormai da quattro minuti dopo aver coperto un tratto lungo due chilometri e incrociato tre miniere in piena attività, un lago completo di strutture per l’acquedotto, l’ossigeno e l’energia elettrica.

Superato anche il corridoio di transito che collegava la città con la porta di accesso settima.

Ad un tratto l’attenzione di Alex fu attirata da alcuni lampi di luce provenienti da una galleria laterale che si innestava alla loro sinistra, esattamente a metà strada tra la porta di accesso settima e sesta!

Il tutto per la durata di pochissimi secondi…..!

Alex confidò negli occhi di Isabel per un’espressione di benevolo consenso circa la sua visione farcita di flash.

Nessuna reazione…!!

Il disinteresse sull’argomento era pressoché totale!

“seguirà…..”