Novembre 2017: Bruce Cockburn – IN THE FALLING DARK (1976)

Bruce Cockburn - In the falling dark

 

Data di pubblicazione: Dicembre 1976

Registrato a: Eastern Sound (Toronto)

Produttore: Eugene Martynec

Formazione: Bruce Cockburn (voce, chitarra), Michel Donato (basso), Bob Disalle (batteria), Bill Usher (percussioni), Kathryn Moses (flauto), Jørn Anderson (percussioni), Fred Stone (filicorno), Dennis Pendrith (basso)

Lato A

Lord of the starfields

Vagabondage

In the falling dark

Little seahorse

Water into wine

Lato B

Silver wheels

Giftbearer

Gavin’s woodpile

I’m gonna fly someday

Festival of friends

Indosso le mie ombre dovunque sono più difficili da vedere,

ma esse mi seguono ovunque

(Bruce Cockburn)

Saper coniugare rock e metafisica fu una delle caratteristiche più forti della poetica del cantautore canadese Bruce Cockburn, soprattutto con una forte matrice cristiana. Per alcuni fede e rock sono incompatibili, ma per il cantautore canadese, questo aspetto metafisico invece trovava non solo posto nella sua musica, ma ne rappresentava una delle caratteristiche più importanti. Non per niente verso la fine degli anni ’80, gli U2 (altra band che non ha mai fatto mistero della propria fede cristiana) citarono apertamente una sua canzone in God part II, la canzone che cercava di rivisitare il celebre pezzo di John Lennon, cercando di rileggerne la speranza al posto dell’individualismo esasperato e del materialismo storico-dialettico.

Ma Bruce Cockburn fu anche un musicista raffinato e intelligente, abile nel sapersi destreggiare tra i diversi stili, partendo soprattutto da una chiara matrice folk, che echeggiava Leonard Cohen e Bob Dylan, e lambiva la tetra poetica di Nick Drake e Tim Buckley, per intingersi in sonorità più aperte alla fusione col jazz e la musica etnica.

ll suo settimo album, In the falling dark, può essere considerato a giusta ragione come una delle sue opere più riuscite e importanti, oltre che rappresentativa del suo stile e della sua poetica. Ѐ il disco che contiene la celeberrima Lord of the starfields (tra le altre cose usata da Luciano Ligabue per la colonna sonora del suo esordio cinematografico Radiofreccia), ballata malinconica che si staglia su un testo fiabesco e metafisico, echeggiante lo stile di Nick Drake per la sua vicinanza agli umori jazz intinti di bolero. Una vera e propria gemma con la quale si apre il disco. Si procede con la fantasiosa Vagabondage, che getta uno sguardo tanto sulla realtà di Canterbury, dai Soft Machine in sù, e non disdegna contaminazioni col rock progressivo, di scuola Caravan o Jethro Tull (anche per via dell’uso del flauto). La title-track straniante invece dal canto suo rievoca il folk-prog di John Martyn in una semplicità scarna e toccante. Little seahorse prosegue su una falsariga progressiva, suonando tribale e primitiva, ma anche sommessa e suadente. Chiude il primo lato la scarna bellezza di Water into wine, con Bruce Cockburn che si destreggia in tutto il suo virtuosismo classicheggiante.

Si riparte con i colori della strada nel classic road di Silver wheel, vicina ad un certo immaginario rock caro al southern rock dei Lynyrd Skynyrd o di un certo Bruce Springsteen, e che verrà ancora più considerato nel crossover del decennio successivo. Lo strumentale Giftbearer invece approccia umori più variopinti tipici della musica etnica, allargando lo sguardo verso altri orizzonti. Gavin’s woodpile si esprime con accordi e corde pizzicate per una suite lunga oltre otto minuti. I’m gonna fly someday invece guarda al quel tipico folk centro-sudamericano, con tanto di fiati in bella vista e ritmi samba. Il disco si chiude con la spettrale ballata Festival of friends.

In the falling dark è un disco sublime, e Bruce Cockburn un artista che forse avrebbe meritato maggiore fortuna e maggiore successo. Di certo però la famosa citazione che gli hanno omaggiato gli U2 in qualche modo gli rende il giusto merito di essere stato l’artefice di una musica che ha “saputo prendere a calci la notte fino a farle sanguinare luce”.

In the falling dark non ha reso Bruce Cockburn un artista dal nome familiare, ma di certo lo ha reso un artista importante

(Brett Hartenbach)

Novembre 2017: Bruce Cockburn – IN THE FALLING DARK (1976)ultima modifica: 2017-11-20T07:05:40+01:00da pierrovox

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