Febbraio 2019: Skunk Anansie – STOOSH (1996)

Skunk Anansie - Stoosh

 

Data di pubblicazione: 20 maggio 1996
Registrato a: Great Linford Manor (Milton Keynes)
Produttore: Garth Richardson
Formazione: Skin (voce, chitarra), Cass (voce, basso), Ace (chitarra, cori), Mark Richardson (batteria)
 

Tracklist

 

                        Yes, it’s fucking political
                        All I want
                        She’s my heroine
                        Infidelity (Only you)
                        Hedonism (Just because you feel good)
                        Twisted (Everyday hurts)
                        We love your apathy
                        Brazen
                        Pickin’ on me
                        Milk is my sugar
                        Glorious pop song

 

Tutto è fottutamente politico,
e questo elemento lo vogliamo nella nostra musica
(Skin)

 

Una delle espressioni più rabbiose e di violento impatto del rock al femminile degli anni ’90, espressione di una amalgama scoppiettante tra hard, heavy e grunge, che prendeva in prestito tanto la depressione generazionale dei Nirvana, il punk sboccato delle L7, ma anche le melodie pop femministe di Alanis Morissette: questi sono stati gli Skunk Anansie.
Non sono durati molto, ma di certo in quel breve periodo la band britannica, capitanata dall’aggressiva e nera cantante Skin (nome d’arte di Deborah Dyer), ha saputo riflettere tematiche importantissime, come le rivendicazioni sociali, razziali e femminili, attraverso una musica diretta ed efficacemente impattante.
Il gruppo si forma nei primi anni ’90, ispirandosi ai racconti popolari dell’Africa Occidentali, da cui prende il nome, in onore al dio-ragno Anansi, aggiungendoci il termine Skunk, per poterlo rendere più impressionante, e comincia ad esibirsi nei vari locali londinesi, mettendo in scena tutta la propria energica influenza, cercando di dare forma ad una musica che sapesse sapientemente cogliere le lezioni imparate dalle correnti rock dei primi anni ’90, soprattutto dal grunge e dalle riot girls, ma cercando nello stesso tempo una formula pop che rendesse il tutto particolarmente accessibile.
Questi elementi sono particolarmente messi a fuoco nel loro secondo album, Stoosh, da molti considerato la loro prova migliore, oltre che disco importante per il rock al femminile degli anni ’90. Stoosh mette insieme melodia e rabbia, energia ed eleganza, secondo un criterio di immediatezza cui gli Skunk Anansie non vogliono rinunciare. E nello stesso tempo l’album è pervaso da una forte componente politica, dettata dalla prima canzone Yes, it’s fucking political. Tematiche politiche che si riscontrano anche nell’accusa di All I want, che mette alla sbarra tutti coloro che ritengono il denaro il loro dio, e l’economia la loro religione. She’s my heroine apre alcuni scenari sulla bisessualità di Skin, mentre in Infidelity le trame sonore prendono in prestito il trip hop dei Massive Attack e dei Portishead. La celeberrima Hedonism, che tanto ha spopolato nelle rotazioni di Mtv durante la seconda metà degli anni ’90, richiama evidentemente Alanis Morissette di Jagged little pill, avvalendosi di una melodia avvolgente e di un suono cristallino delle chitarre. In Twisted invece ha un posto in primissimo piano un particolare giro di basso, e le distorsioni delle chitarre, mentre We love your apathy è un duro attacco al Partito Laburista Inglese, accusato di scarso interesse per il popolo, ma nello stesso tempo Skin dichiara che non c’è altra scelta. Brazen invece si apre con accenti vagamente psichedelici, per poi ergere un muro di chitarre sature e solenni. A questo punto giunge un pezzo solo voce e chitarra acustica, Pickin’ on me, e Skin a cuore aperto racconta alcune sue esperienze sui banchi di scuola, e di come la brutalità del razzismo possa cominciare da età piccola. Una tematica talmente delicata e personale, che appunto si sente di raccontarla a cuore aperto. Milk is my sugar invece è una sporcacciona canzone tutta distorsioni e assalti sonori, mentre la chiusura del disco è affidata alla briosa Glorious pop song.
A suo tempo Stoosh fece il botto, ottenendo un successo enorme. A questo disco fece seguito l’altrettanto apprezzato, ma meno a fuoco, Post orgasmic chill, che avrebbe voluto essere una specie di manifesto sonoro in cui far confluire i Blondie e i Sex Pistols, quando invece altro non era che un onesto disco di pop rock mainstream di fine decennio. Ma dopo questo disco, nel 2001, la band decide di sciogliersi. Skin opta per una banale carriera da solista dove l’energia e la grinta mostrata negli Skunk Anansie si perdono in una pallida emulazione di ciò che fu, e gli altri musicisti si dedicano a varie attività. Nel 2008 però circolano le notizie su una possibile reunion, che puntualmente giunge nel 2009, ma la formula ormai non funziona più, e sugli album prodotti da allora in poi sarebbe giusto stendere un velo pietoso, se non altro per rispetto a ciò che in qualche modo furono: una bella rock band capitanati da una furiosa e affascinante pantera.

Febbraio 2019: Skunk Anansie – STOOSH (1996)ultima modifica: 2019-02-21T15:13:27+01:00da pierrovox

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