Novembre 2020: Tangerine Dream – ZEIT (1972)

Tangerine Dream - Zeit

 

Data di pubblicazione: Agosto 1972
Registrato a: Dierks Studio (Pulheim)
Produttore: Tangerine Dream
Formazione: Edgar Froese (chitarra, generatore di suoni), Peter Baumann (tastiere, vibrafono, VCS3), Christopher Franke (tastiere, cembali, VCS3), Florian Fricke (sintetizzatori Moog), Steve Schroyder (organo), The Cologne Cello Quartet (violoncello)

 

Lato A

 

                        Birth of liquid plejades
 

Lato B

 

                        Nebulous dawn
 

Lato C

 

                        Origin of supernatural probabilities
 

Lato D

 

                        Zeit
 

Sempre più sintassi, sempre meno semantica.
Sempre più poesia, sempre meno narrativa
(Piero Scaruffi)

 

Agli inizi degli anni ’70 ormai il movimento kraut aveva messo e sue radici; aspettava solo di germogliare definitivamente. Alcuni dei piú grandi capolavori erano nati l’anno prima (l’omonimo dei Faust, Tago Mago dei Can e molti altri), i Neu! sarebbero esplosi con poco dopo. La terra della musica sacra e semi-nascosta alla maggioranza del mondo rock aveva dato già molto, moltissimo.
I Tangerine Dream nascono nel 1967 su iniziativa di Edgar Froese, pioniere della musica elettronica, a Berlino. I primi due album risentono abbastanza della psichedelia inglese, con molto spazio per jam stellari e atmosfere da viaggio spaziale. La musica elettronica nei Tangerine Dream nasce definitivamente in Alpha Centauri; basta ascoltare la title-track. Ma tutte queste componenti elettroniche trovano definizione in Zeit.
Il disco si apre sulle note scarne del Quartetto Cologne, violoncelli tetri che preannunciano atmosfere che risucchiano i pensieri dalla mente con un inizio ipnotico, da brividi.
Zeit, parole che in tedesco significa tempo. Questa musica va toccata con mano, immobile ma al contempo perfettamente liquida, palpabile, sciolta da ogni metrica musicale, tesa ma soprattutto ipnotica. Ipnotica.
Il tempo non conta qui; c’è solamente l’ascoltatore, la musica, e tutto il carico di emozioni che essa può suscitare. Il tempo fugge, ma per antitesi rimane anche fermo. Eterno.
Le nuvole che circondano la sfera rossa; e l’eclisse sempre piú vicina. Il suono acqueo dei VCS3 in Nebolous dawn, che si fa strada fra le onde morte delle tastiere tirate al massimo, goduria elettronica che si protrae all’infinito fra i meandri della mente umana. Come una specie di sonda spedita nelle Fosse delle Marianne, in cerca di chissà quale segreto. Musica quasi impossibile da descrivere a parole, ma passaporto per altri mondi, da ascoltare al buio, quando il tramonto è ormai avvenuto.
Giunge poi in sottofondo qualcosa che vuole emulare il rumore etereo del vento. E a sovrastare il tutto, poche note oscure, tremende, illusioni di pace che in realtà sono solo un prolungamento del coma mentale che ormai si è costruito una casetta nel cervello iper-attivo dell’ascoltatore: Origin of supernatural probabilities.
Si chiude con la title-track, il picco non ancora esplorato e capace di far sbalzare tutti i nostri cinque sensi su Marte. In questo disco ci si perde nella musica, sognando.

Novembre 2020: Tangerine Dream – ZEIT (1972)ultima modifica: 2020-11-09T10:06:28+01:00da pierrovox

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