libertà

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La vera libertà della donna,
compressa nel ruolo della brava moglie,
della brava mamma,
della brava lavoratrice,
non sta nel fare qualcosa di proibito,

la vera libertà è il poter dire di averlo fatto
senza la paura di essere malgiudicata.

È un atto di ribellione.

È il piacere di aver fatto qualcosa di bello
per se stessa,
di essersi riappropriata della propria vita.

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l’altalena

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43747819_349462178931879_6744255907888103424_nC’è una specie di luminosità nel suo sguardo stamattina.
Si vede da come è entrato in ufficio, da come ha centrato l’attaccapanni con la giacca e da come mi ha salutato unendo pollice e indice e alzandoli alla bocca per invitarmi a prendere il caffè.
Mentre lavoriamo, ogni tanto si tocca il gesso e non può fare a meno di sorridere.
Mi avvicino e fingo di leggere il comunicato che ha davanti: una piccola scritta storta spicca sulla piega bianca dell’ingessatura, “…come un’altalena”; non riconosco quella calligrafia.
Mi ha sorpresa a sbirciare ed ecco i miei occhi cadere consapevolmente nei suoi.
“E’ vero”, sottolineo.
“Lo so”, risponde, compiaciuto.

Sta per grandinare. Siamo ancora a giovedì e io non faccio altro che pensare alla domenica passata e a quella che verrà, cercando di capire se le mie mani invecchieranno nelle sue.
Torno a sedermi, lontana dai respiri insoddisfatti degli altri; quasi tutti sono intenti a guardare fuori, dalle finestre, il vento che scuote quei Liquidambar altissimi e porta l’unica risposta sensata alle preghiere di chi ama seppure stia sbagliando: tutto cambia.
Come è giusto che sia, la grandine inizia a picchiare sul vetro alle mie spalle; il tic-tac è un sonnifero, poi una sveglia. Tic-tac, tic-tac, tic-tac, e richiamo alla mente quelle due ore di quattro giorni fa, splendide in un luogo squallido.

Settemila lire all’ora, per la riservatezza che una stanza spoglia in zona Fuorigrotta può dare.
Prima di entrare mi ero ripromessa di non cedere —non esiste cervello tra le carni delle bestie innamorate— poi ho ceduto. La luce soffusa è stata complice del suo profumo. Non riesco a dimenticare la parete fredda sulla schiena, le sue dita brave sotto il cotone, quella lingua di brace. E ho proteso le braccia, con le mani sul suo sedere me lo sono spinto contro; in quell’attimo è stato mio, solo mio. I nostri corpi impazziti, ballerini, si sono respirati addosso e lasciati andare al richiamo delle pulsioni. Le sue labbra bollenti sul collo, mentre ero la preda consenziente, mi hanno fatto aprire occhi e gambe; “ti voglio”.
La verità è che sono sempre stata troppo brava a mentirmi, perché una donna sola può creare castelli dal nulla, come può farli diventare latrine.
Mi ha portato le mutandine alle ginocchia, tirandole coi denti, mentre la sua barba precisa sfiorava la pelle; infine è risalito arricciandomi la gonna del tailleur alla vita e la sua lingua mi è impazzita dentro, poi fuori e ancora dentro, come fosse una moltitudine di pistilli ebbri di passione. 
In quel momento avrei voluto essere muta —se la mente è vergine il corpo tace— invece ho strillato, beata. Mi sono amata.
Ero felice. Tremavo. Tremo, ma sto bene; chiunque lo nota!

“Ti senti bene?”
“Sì, sì certo, scusami, …Schiani?”
“Schiano, Schiano! Alberto Schiano. C’è una cessione del fabbricato, te la lascio qui. Sicura di stare bene?”
“Grazie Schiani, sto bene, …sto bene”

Sembra quasi che ogni vita altrui debba essere collegata alla mia; mi chiedo se sia possibile farli sparire in un pentolone e mescolarli sino a farli diventare un unico, insignificante, individuo da poter ignorare. Invece sono qui, sono troppi, avvoltoi che bramano lacrime, a cercare quel lembo d’infinito che possa riempire la loro stupida e abitudinaria vita: sono cravatte, cravatte strette e poi allentate, spioventi da quei colli senza testa.
I chicchi di ghiaccio sono fermi, morti, poi scivolano sul cristallo mentre altri finalmente li rimpiazzano; “forse siamo tutti immobili e deceduti, oppure ruzzoliamo lenti in qualche sacca nascosta di un qualsiasi viandante, vivi ma impotenti”. Tutto cambia e tutto resta certo.
Le mie dita non riescono a stare ferme, il nervosismo impera, i miei occhi lo cercano sempre e lo trovano distratto o altrimenti attento a tutt’altro.
Sono una poco di buono, una guasta-famiglie, una pazza, oppure un pesce d’acquario illuso; le sue parole, però, mi hanno sempre viziata:

“Troverò una soluzione, fidati di me. Mia moglie ha un altro, lo sospetto, prima o poi chiederò il divorzio”
“Io non ce la faccio più a stare così, non ho un punto di riferimento!”
“Sono io il tuo punto di riferimento. Cristo santo! ma li vedi i miei occhi? ti sembra che stia fingendo?”
“Io ti amo! lo vuoi capire? Non posso pensare che sono solo un ripiego, uno sfogo, oppure la tua distrazione dalla famiglia! Tu, tu sei instabile; sei il mio divertimento come la mia paura, un complesso d’insicurezza che mi esplode nel petto ogni volta che te ne vai, poi sei la cassaforte chiusa bene dove ripongo il mio cuore, quando ci sei. Non so definirti, non so più come definirti, sul serio…“

Poi si è rotto il braccio, chissà dove e come; eppure un mio conoscente giurerebbe di saperlo: sulle scale all’uscita di un Motel, ma non in zona Fuorigrotta.

Ha smesso di grandinare, finalmente.

Tra poco dividerò anche questo caffè, senza zucchero, facendo l’ennesimo giro di parole, sorretta dalle stesse catene fragili, attorno all’uomo che mi fa vivere, mi uccide, poi mi fa volare sussurrandomi che soffrirò, come su una giostra innocente.
Lui, …come un’altalena.

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(Autore: Limite.Esente)

Si guarisce..

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Si guarisce da tutto.43524444_348626942348736_5179605214650433536_n
Dalle assenze,
dai ricordi,
dalle dipendenze.
Col tempo non si elimina,
si accantona,
si fa da parte.
Ti accorgi che,
quello da cui non potevi staccarti,
quello per cui avresti creduto di morire senza,
non è più insormontabile,
insostenibile,
indispensabile.
Perché si sa,
tutto passa,
anche se niente
si dimentica…

Poi ti abitui.. sai

Al caffè poco zuccherato,43505720_348625409015556_8794698708319993856_n
a non mettere troppo sale.
A non guardare l’orologio,
ad avere pazienza.
Alla gente che non saluta,
all’indifferenza.
A stare più da soli,
a non chiedere aiuto,
a vivere alla giornata.
A credere di più in te e non
aspettarti niente dagli altri.
Ti abitui a tutto,
anche alle mancanze,
alle presenze,
alle delusioni,
alle mazzate al cuore.
Come un lutto.
Dentro.
Ti abitui.

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(pensieri scalzi di L. Scudiero)

«il tradimento è la vendetta delle possibilità negate»

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22289931_188307945047304_7636669114033005349_oCerco nell’amante un’altra versione possibile di me stesso, 
la risposta a quel desiderio di ciò che non é avvenuto,
mosso dal sospetto che c’è una felicità più completa,
cruciale, che mi sto perdendo, che non ho esplorato:
è la nostalgia per la vita che non ho vissuto,
le strade che non ho preso…

(liberamente tratto da un articolo di Federico Turrisi)

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Avete mai fatto caso 
a come i ricordi sbiadiscano nel tempo?
A come un volto, una frase, un luogo,
un nome, perdano i contorni..
e vengano offuscati dalla nebbia del tempo?
Si dimentica tutto, prima o poi.
Un’emozione no.
Puoi dimenticare il volto,
ma ciò che hai provato
non lo scorderai mai…

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(tratto da uno scritto di Semplicementeme.80)

Tu sei donna

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Tu non sei solo un gioco,
tu non sei solo un fine settimana,
tu non sei solo qualche volta!
Tu sei sempre.
Tu sei tutto o non sei niente.
Tu non sei solo una parte,
e non sei solo un’opzione,
tu non sei qualcosa da tenere in ballo intanto che..,
e non sei solo “ci vediamo qualche volta, quando ci va”.
Tu non sei solo “bellissima ma..”,
e non sei “speciale ma stasera non posso..”
Tu non sei qualcosa a cui dire “ora sono con lei, ti richiamo”.
Tu non sei quella che capisce tutti ma nessuno la capisce,
tu non sei solo un vuoto da colmare,
tu non sei solo una foto da guardare,
tu non sei solo un messaggio con belle parole,
tu non sei sempre disponibile.
Tu non sei sempre felice.
Tu non sei sempre sorridente.
Tu non sei l’unica ma sei unica,
e non sei più degli altri,
ma nemmeno l’ultima,
e non sei solo un corpo,
ma anche un cuore,
e non sei solo un sogno,
ma puoi essere un incubo.
Tu sei tanto.
E sei rara.
Tu sei donna.
E chi non sa capire una donna
non conosce la magia che fa girare il mondo…42792868_345216552689775_7587331260511420416_n

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(robertoemanuelliofficial)