Il coronavirus è un Cigno nero

   “Prima della scoperta dell’Australia gli abitanti del Vecchio Mondo erano convinti che tutti i cigni fossero bianchi: una convinzione inconfutabile, poiché sembrava pienamente confermata dall’evidenza empirica. L’avvistamento del primo cigno nero può essere stato una sorpresa per alcuni ornitologi ( e per altre persone interessate al colore degli uccelli), ma non è questo il punto. La vicenda evidenzia un grave limite del nostro apprendimento basato sulle osservazioni e sull’esperienza, nonché la fragilità della nostra conoscenza”.

   “Questa combinazione di scarsa prevedibilità e impatto enorme  del Cigno nero resta un grande mistero, ma non è questo il tema principale del libro. Al fenomeno in sé si aggiunge il fatto che noi tendiamo a comportarci come se il Cigno nero non esistesse. Non intendo solo voi, i vostri cugini e me, ma tutti gli scienziati sociali che per più di un secolo hanno creduto, a torto, che i loro strumenti potessero misurare l’incertezza. Le applicazioni delle scienze dell’incertezza ai problemi del mondo reale hanno sortito effetti ridicoli: ho avuto il privilegio di notarlo in finanza e in economia. Chiedete al gestore del vostro portafoglio la sua definizione di rischio: con ogni probabilità vi fornirà una misura che esclude la possibilità del Cigno nero, ossia una misura in cui il valore predittivo per la valutazione dei rischi totali non è superiore a quello dell’astrologia (più avanti vedremo come la forde intellettuale venga mascherata con la matematica)”.

   “La logica del Cigno nero rende ciò che non si sa molto più importante di ciò che si sa. Molti Cigni neri sono causati e ingigantiti proprio dal fatto che sono imprevisti. Prendiamo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001: se il rischio fosse stato ragionevolmente concepibile il 10 settembre, l’attacco non sarebbe avvenuto. Se tale possibilità fosse stata ritenuta degna di attenzione, la zona delle Torri gemelle sarebbe stata sorvolata da aerei da combattimento, le porte delle cabine di pilotaggio sarebbero state a prova di proiettile e dotate di serratura e l’attentato non sarebbe avvenuto. Sarebbe successo qualcos’altro. Che cosa? Non lo so. […] Che cosa abbiamo imparato dagli eventi dell’11 settembre? Che, a causa della loro dinamica, alcuni eventi non rientrano assolutamente nel campo del prevedibile? No. Qual è il difetto intrinseco del senso comune? No. Che cosa abbiamo capito allora? Abbiamo appreso alcune regole specifiche per evitare prototerroristi islamici e edifici alti. Molti continuano a ricordarmi quanto sia importante essere pratici e assumere iniziative concrete piuttosto che teorizzare sulla conoscenza. La storia della linea Maginot dimostra quanto siamo condizionati dallo specifico. Dopo la Grande Guerra, per evitare un’altra invasione tedesca, i Francesi costruirono una barriera lungo il percorso della precedente invasione. Hitler la aggirò (quasi) senza sforzo. I Francesi avevano studiato la storia con diligenza, ma l’avevano appresa con troppa precisione; furono eccessivamente pratici e concentrati sulla propria sicurezza”.

   “Dato che i Cigni neri sono imprevedibili, dobbiamo accettare la loro esistenza (invece che tentare ingenuamente di prevederli) Ci sono moltissime cose che possiamo ottenere focalizzandoci sull’anticonoscenza, ossia su quello che non conosciamo. Tra i numerosi vantaggi vi è quello di poter collezionare Cigni neri fortunati (di tipo positivo) aumentando al massimo l’esposizione a essi. In alcuni campi, come la ricerca scientifica e gli investimenti in capitale di rischio, il successo legato a ciò che è sconosciuto è sproporzionalmente alto, poiché di solito da un evento raro si ha poco da perdere e molto da guadagnare”.

tratto da Il Cigno nero di Nassim Nicholas Taleb

Per il cigno nero di Trump qui

Il coronavirus è un Cigno neroultima modifica: 2020-03-15T09:11:06+01:00da VIOLA_DIMARZO

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