Di che pasta siete?

Gli italiani in vacanza | Foto iO Donna

C’è mai stato un tempo rispettoso degli indigenti? A memoria d’uomo, no: ad eccezione del santo di Assisi e di un manipolo di emuli, passando per colui che si raccomandò di porgere l’altra guancia senza considerare il colpo gemello un ulteriore oltraggio, è sempre stata una corsa a chi li soverchiava di più. Tuttavia, con riferimento alle ferie – in linea di massima una mediocre partitura teatrale – svariate stagioni testimoniano di un governo più umano delle cose, tale da consentire agli indigenti di arrivare in spiaggia con vivande preparate preventivamente tra le mura domestiche. Qualora si fosse troppo giovani per averne memoria, è possibile appurarlo grazie a una vasta produzione fotografica, e in parte cinematografica, che racconta di estati italiane improntate a tavolini ben piantati nella sabbia, con un mare liscio come l’olio a fare da sfondo. Mi chiedo: com’è possibile che da qualche anno a questa parte i rais della balneazione si arroghino il diritto di impedire a teglie di pasta al forno e panini flottanti di dimorare al riparo degli ombrelloni presi in affitto? Ora, senza alcuna considerazione per i cori di dissenso che tuonano in difesa del bon ton, a voi, che siate del settore o solo schifiltosi di un’epica folkloristica agli sgoccioli, dico: esiste un’app che fa al caso vostro. E indovinate un po’, comincia per v e finisce per o.

Gite al mare: com'eravamo, come siamo | l'Eco del Sud

Di che pasta siete?ultima modifica: 2024-08-12T12:03:22+02:00da VIOLA_DIMARZO

4 pensieri riguardo “Di che pasta siete?”

  1. Indigenti? Tal Giuseppe Lucchini senior, bresciano self made man ed ai suoi tempi titolare di svariate acciaierie nonchè presidente di Confindustria amava viaggiare in auto. Il suo autista raccontava come il nostro durante le trasferte disdegnasse le fermate al ristorante , e meno che meno in autogrill. Piuttosto e ben volentieri si portava da casa nel baule appositamente equipaggiato dalla concessionaria un completo da ‘pic nic’ con il quale consumare in deliberata disparte il cibo preparato a casa… Tu figurati se dobbiamo noi di ben più modesto cabotaggio farci problemi a mangiare qual che ci pare e dove ci pare… Anche se reduce da un ”rifugio” dolomitico classificabile come location ”must” devo a malincuore notare come sui tavoli rustici a 2.820 metri di quota campeggiasse un discreto biglietto che in tre lingue riporta ‘no self catering’. Ma vadano beatamente aff…o, il panino l’ho mangiato seduto sui sassi , che gli indigenti saranno loro.

  2. Allora, sai meglio di me che una cosa è scegliere “il pranzo al sacco”, un’altra doverselo preparare perché mancano le possibilità di mangiare qualcosa al bar/ristorante del lido. Io mi sono regolata in base alle stagioni della vita, da povera mi arrangiavo col panino o con la frutta, da finta benestante ho preferito godermela ai tavoli, col fresco in abbondanza…va da sé che ora rimpiango le spiagge più selvagge in cui mi sono imbattuta, specialmente fuori stagione, così selvagge che se non ti portavi l’acqua potevi pure crepare 🙂 Quello che mi fa specie è apprendere che anche in alta quota vigano certi diktat. Per quello che ne so, per legge si è liberi di portare il cibo da casa.

  3. Reduce da un viaggio all’estero direi che qui siamo schiavi di abitudini davvero strane. Che il senso della sbandierata libertà si sia perso nel nulla e nella anarchia gerarchica del ‘qui comando io ‘ perché nessuno apre bocca in senso opposto. Gli tolgano le concessioni ed imparino a stare al mondo, e forse sarà pure peggio….:) Ma Io di pagare per 2 metri di spiaggia appiccicato a qualche culona proprio no.

  4. La culona sì, ma non prima di aver lottato per trovare un parcheggio ed esserti subito la cafoneria dei balneari che ormai se la tirano alla grande perché ti danno l’ombrellone rifinito all’uncinetto e la toilette tirata a lucido. E non capiscono che devono tutto alla bellezza delle spiagge e del mare.

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).