Luxuria: sono stata bullizzata e mi sono prostituita per vendetta e riscatto

Vladimir Luxuria: "Eccomi a 20 anni dopo un'aggressione omofoba. Barba e lividi? Li ho superati entrambi" | L'HuffPost

Vladimir Luxuria è personaggio divisivo come lo sono tutti coloro che hanno personalità; resta tuttavia, indipendentemente dall’opinione che si ha di lei, una persona che merita rispetto perché ha sofferto senza aver colpa di nulla, e se ora può raccontare la sua storia è solo perché è stata forte, e non si è lasciata sopraffare dalla cattiveria. Il pensiero va a tutte le vittime di bullismo che sono troppo deboli per difendersi efficacemente, ed ecco perché chi di dovere, Stato e scuola su tutti, dovrebbe riflettere sul racconto che ha fatto al Corriere della Sera.

A scuola mi scrivevano “ricchione” sui libri. Mi facevano la pipì nelle scarpe quando me le toglievo per cambiarmele con quelle da ginnastica. Mi davano spinte, mi tiravano oggetti. Quando avevo diciassette anni un gruppo di ragazzi mi ha anche inseguito con le spranghe. Ma mai ho avuto così tanta paura come una sera a Praga. Avevo ventiquattro anni e sembravo una donna ormai. Ero in un locale, avevo bevuto un po’. C’era uno che mi corteggiava. Gli ho dato spago. Siamo finiti in un albergo. Quando lui ha capito che non avevo la vagina l’ho visto trasformarsi in un assassino. Mi ha sferrato un pugno che ha provocato una crepa nel muro. Se non mi fossi spostata sarei morta”. Luxuria ha inoltre chiarito di non aver mai assunto droghe e di essersi prostituita per un breve periodo, ma non per motivi economici: “Era una sorta di vendetta. O forse di riscatto. Non lo so dire“.

Intanto è stato archiviato il caso di Michele Ruffinoil ragazzo di 17 anni vittima dei bulli che si tolse la vita lanciandosi nel vuoto dal ponte di Alpignano (Torino) nel febbraio 2018. La madre continua a chiedere giustizia perché c’è una lettera del figlio che, pur essendo nota a molti, fu volutamente ignorata: “Tanti sapevano, Michele chiedeva aiuto, ma i professori a scuola hanno chiuso gli occhi“. Per i particolari qui.

La foto è dell’account Instagram di Luxuria, pubblicata con la seguente motivazione: “Ho deciso di mostrarvi una foto di quando avevo venti anni, subito dopo le botte che presi da un gruppo di ragazzi in metropolitana mentre mi urlavano insulti. Mi fecero male i cazzotti e anche l’indifferenza della gente che continuava a guardare altrove come se non stesse accadendo nulla. Non mi vergogno di mostrarvi la barba e i lividi che avevo allora, li ho superati entrambi“.

Winnie Harlow: Io non sono la mia vitiligine

   Winnie Harlow, 25 anni, è la top che mostra con orgoglio la vitiligine perché ha deciso di farsi paladina della diversità non solo in passerella ma in tutto il mondo. C’è da crederle perché prima di arrivare al talent show America’s Next Top Model, che pur non vedendola vincitrice la consegnò al mondo della moda, ha conosciuto gli anni bui del bullismo: “mucca” e “zebra” erano gli epiteti che le venivano riservati a scuola per via della depigmentazione della pelle.

   Fermamente convinta dell’importanza dell’inclusività in passerella, Winnie spiega che lo stesso atteggiamento deve essere garantito anche dietro le quinte con “la presenza di parrucchieri e make up artist esperti di pettinature e trucco per modelle come me, che si pongano con rispetto e competenza nei confronti della nostra cultura”. Ancora prevalente, a suo dire, il punto di vista bianco da parte della moda che, quantunque giustificabile come deriva dell’ ignoranza nei confronti di altre culture, non è comunque accettabile se si vuole raggiungere un buon livello di inclusività: “Essere consapevoli di non conoscere e non fare il minimo sforzo per colmare questo vuoto è il vero guaio”.