L’avvocato Malinconico e i luoghi comuni

De Silva e le «minime» di Malinconico: «L'amore? Scambio di colpe» - Il Mattino.it

Da tempo leggo le recensioni solo per sommi capi perché non voglio essere influenzata nella scelta dei libri; ma se a recensire è Emanuele Trevi, le cose cambiano. Le minime di Malinconico di Diego De Silva è un libro super pubblicizzato, e  ciò mi ha indisposto non poco, ma Trevi l’ha restituito da par suo. Questo il paragrafo che ha fatto la differenza:

“Di certo Malinconico non è quello che si dice un intellettuale. Se ha un vantaggio cognitivo, è quello tipico dei rimuginatori: lascia decantare il tempo necessario nel tuo scetticismo qualunque luogo comune, anche quello talmente ripetuto da sembrare una verità matematica, e scoprirai che non fa per te. Scoprirai soprattutto, che la maggior parte delle cose che ci ripetiamo sono ridicole: per esempio, il “pensare che le cose siano semplicemente lì, e che è colpa tua se non te le prendi”. Quante volte ci è stata propinata questa idiozia? E siamo grati a Malinconico, come se finalmente fosse arrivato qualcuno a liberarci da un imbarazzo, quando scopriamo che lui non ci ha mai creduto, “alla storia che bastasse allungare la mano”. La cosa più odiosa dei luoghi comuni non è la loro falsità, ma il fatto di avanzare delle pretese del tutto ingiustificate, che Malinconico non si sente di condividere.[…] Scrivendo i suoi romanzi in prima persona, De Silva pratica con successo, ormai da molti anni, il tono della confessione, del memoriale, del monologo a cuore aperto. Molto facilmente presta al suo personaggio circostanze ed esperienze che appartengono alla sua vita, sperimentando un ibrido, un’autofiction per interposta persona se vogliamo definirla in qualche modo. E la scelta del registro comico è stata vincente perché ha liberato lo scrittore dalle convenzioni opposte e complementari del realismo psicologico e sociale, con tutto il loro peso di informazioni necessarie alla costruzione di un’immagine attendibile del mondo. De Silva è un erede, un continuatore dell’umorista inglese Wodehouse, nel senso che rappresenta solo ciò che gli serve, senza dare a intendere di conoscere tutto il resto. Evoca, accenna, come i pittori di quinte nel teatro di varietà di una volta, contento che il lettore riconosca il trucco, senza propinargli l’ennesima, inutile lezione”.

A questo punto, credo sia giunto il momento di conoscere più da vicino l’avvocato Malinconico.

Una sua minima: “Io faccio eccezione alla teoria del caos. A me, se una farfalla batte le ali a Pechino, non cambia assolutamente nulla”.

foto: Diego De Silva