Gentilezza

Papa Francesco in ansia per Ratzinger, ecco la nota del Vaticano: "Le sue condizioni sono peggiorate"

Gentilezza: virtù negletta, addirittura fuori moda,  prerogativa dei deboli. Niente di più sbagliato, e ha fatto bene Papa Francesco a parlarne in occasione del Te Deum appena conclusosi nella basilica di San Pietro.

Parlando della gentilezza, in questo momento, il pensiero va spontaneamente al carissimo Papa emerito Benedetto XVI, che questa mattina ci ha lasciato“.

Questa sera vorrei riproporre la gentilezza anche come virtù civica, pensando in particolare alla nostra diocesi di Roma. Non è solo questione di galateo; non è questione di etichetta, di forme galanti. No, non è questo che intendiamo qui parlando di gentilezza. Si tratta invece di una virtù da recuperare e da esercitare ogni giorno, per andare controcorrente e umanizzare le nostre società“.

La gentilezza è un antidoto contro alcune patologie delle nostre società: contro la crudeltà, che purtroppo si può insinuare come un veleno nel cuore e intossicare le relazioni; contro l’ansietà e la frenesia distratta che ci fanno concentrare su noi stessi e ci chiudono agli altri. Queste ‘malattie’ della nostra vita quotidiana ci rendono aggressivi“.

Il bello della gentilezza? Funziona come un boomerang.

L’algor-etica del Vaticano abbraccia Microsoft e Ibm

Risultato immagini per microsoft e ibm in Vaticano

   A fine febbraio, in Vaticano, il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, il ministro per l’innovazione tecnologica, Paola Pisano, il presidente di Microsoft, Brad Smith e il vicepresidente di Ibm, John Kelly III hanno firmato un documento dal titolo Rome Call for AI Ethics. Presente anche il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ma non Papa Francesco che quindi non ha firmato il documento né ha delegato il Segretario di Stato. Ha invece apposto la sua firma monsignor Vincenzo Paglia, dal 2016 presidente della Pontificia accademia per la vita, il quale ha spiegato che il concordato sull’algor-etica è “un primo tentativo nel formulare un insieme di criteri con comuni riferimenti di valore da estendersi a istituzioni pubbliche, Ong, industrie e gruppi”.

   Da tempo preoccupato dal rapporto impari tra chi crea sistemi di AI e destinatari, Papa Francesco dice: “Dalle tracce digitali disseminate in Internet, gli algoritmi estraggono dati che consentono di controllare abitudini mentali e relazionali, per fini commerciali o politici, spesso a nostra insaputa. Questa asimmetria, per cui alcuni pochi sanno tutto di noi, mentre noi non sappiamo nulla di loro, intorpidisce il pensiero critico e l’esercizio consapevole della libertà. Le disuguaglianze si amplificano a dismisura, la conoscenza e la ricchezza si accumulano in poche mani, con gravi rischi per le società democratiche”.

   Ora, siamo proprio certi che questo documento sia eticamente ineccepibile? Alcuni dei firmatari inducono a pensare il contrario.