Piazze vuote in attesa di un senso nuovo

 

  Le piazze fotografate da Armando Rotoletti sono vuote ma non a causa del lockdown: il progetto Sicilia in piazza è antecedente alla pandemia e nasce dalla volontà del fotografo di immortalare ottantadue piazze senza la presenza dell’uomo. È lo stesso Rotoletti a spiegare perché ha voluto restituire alle piazze la loro primaria funzione scenografica: “Ovunque regnava un senso di colpevole abbandono: auto parcheggiate in modo selvaggio, sedie, tavolini e ombrelloni dei bar che riempivano lo spazio, per non parlare delle strutture provvisorie montate per eventi occasionali e poi lasciate lì nell’incuria più totale. Dopo aver scelto le piazze mi sono accorto che a vederle così, invase com’erano da tutto ciò che ne stravolgeva la fisionomia, non solo erano praticamente infotografabili, ma perdevano la stessa funzione per la quale erano state pensate”. E se è vero che una piazza vuota evoca un senso di desolazione, Rotoletti chiarisce: “Le mie piazza sono vuote sì, ma per essere riempite di nuovo senso. Ho voluto che contenessero solo l’idea originaria di chi le aveva pensate e costruite. Sono lì che aspettano le persone. Non ammettono auto, né cartelli, né corti di ombrelloni che nascondono alla vista la loro eloquente nudità”. Per quanto riguarda il futuro, Rotoletti ha le idee chiare: “Il messaggio che ho voluto dare svuotando le piazze è quello che allo stesso modo il coronavirus ci sta mettendo davanti agli occhi in questo momento: questi spazi comuni hanno bisogno di attenzione e cura da parte di tutti noi. Quando l’emergenza sarà finita mi piacerebbe che tutti insieme potessimo ripartire da qui”.

(Il virgolettato  è tratto da un articolo di Ilaria Zaffino)

ALTRI PUNTI DI VISTA

JC: Adoro questi post(i) …

Mario_000: Una piazza nasce come luogo di incontro,senza persone è un luogo che inquieta perché è troppo ampia per il sapore di una persona o due. E quando ci sono le persone queste si portano appresso il proprio argomentare di ombrelloni bancarelle tavoli e schiamazzi che le rende quel che sono nate per essere. Se gli assessori al traffico sono inconcludenti si portano appresso troppi mezzi a motore fa parte del mondo anche questo. Mi piacciono comunque sempre le piazze piene di gente così come mi piacciono i sentieri solitari e quando si riempiranno ancora non ci sarà distanziamento che valga o alcun nuovo senso da trovare. Ci si vede in piazza ovviamente, per la ora va bene anche di notte tanto se non c’è gente ne rimane l’odore.

Arien: Poi ci sono anche le piazze realizzate apposta per fare da specchio alla chiesa che vi troneggia, e nelle foto ci sono più chiese che piazze. Quelle per accogliere o fedeli e i sacramenti: funzioni, processioni, matrimoni, battesimi, cresime. Tutta roba sulla quale i fotografi ci campano. Se poi il risultato è una bruttura, come ha detto Mario, c’è da prendersela con la cultura dell’assessore al traffico o all’arredo urbano.
Fra quelle nelle foto, mi piace quella di Leonfonte con le sue fontane ed il suo selciato. Immagino sia di epoca romana. Quando i Romani ci sapevano fare sia con l’acqua che con il vino.

Mario_000: Ci sono anche le piazze di sfogo urbanistico create per i mezzi a motore, come le grandi piazze parigine, o quelle fatte solo per le parate militari come insegnano molte piazze socialiste.. Per dire che certe piazze paiono proprio pensate per uno scopo ma mai per rimanere vuote.

Surfinia60: Le piazze sono belle a prescindere e, in quanto orsa, le amo poco popolate. L’ultimo Natale, in occasione di una mia visita a Milano, dopo molti anni ho voluto rivedere piazza duomo. Ma era talmente intasata che il mio piacere è stato compromesso dalla troppa carne che c’era in giro e da altri problemi logistici che non sto a dirti. Ho sprecato un’uscita, cosa che suona amara adesso, sapendo che chissà quando si potrà ripetere.

dall’alto:

Siracusa, Piazza Duomo

Ispica, Basilica di S. Maria Maggiore con porticato

Siracusa, Piazza Garibaldi

Leonfonte, Piazza della Granfonte