DIECI MINUTI PER PROVARE A CAMBIARE
“Per un mese, a partire da subito, per dieci minuti al giorno, faccia una cosa che non ha mai fatto”
Chiara ha perso, quasi nello stesso periodo, una casa, un marito e il lavoro. Chiunque si ritroverebbe sperduto nella nuova vita che deve affrontare e anche per lei è lo stesso. Il dolore per l’abbandono, il disappunto per l’allontanamento da un luogo di ricordi e la delusione di essere stata sostituita sono un grosso macigno che lei, giovane scrittrice, cerca di togliersi di dosso. Non è facile: i ricordi, l’amore, la convinzione di aver visto giusto nella sue scelte bisogna affrontarli con un nuovo metodo. Perciò, seguendo il consiglio della sua terapista, Chiara affronta il gioco dei “dieci minuti”: un esperimento, una prova, un salto nel buio. Perché, per dieci minuti, per un mese, lei dovrà fare qualcosa che non ha mai fatto.
Così Chiara affronta la sua nuova vita cercando, ogni giorno, qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare e poco importa se sia dipingere le unghie di un colore per lei improbabile, o cercare di imparare a ricambiare o semplicemente decidersi a leggere Harry Potter. L’importante è mettersi in gioco, affrontare la nuova realtà fatta di quei cambiamenti che hanno distrutto il suo cuore.
E un gioco, seppur con premesse e conclusioni per lo più positive, può aiutare chi ha deciso che la vera felicità è dietro di sé, con i suoi alti e bassi? E bastano davvero dieci minuti per risolvere tutti i problemi?
Il libro di Chiara Gamberale, intitolato per l’appunto “Per dieci minuti” non può definirsi una guida, un vademecum, o un consiglio di vita. O forse sì. Credo che dipenda molto dal modo in cui di legge fra le righe. Perché non occorre aver perso il lavoro, o l’amore della propria vita, per mettersi in gioco e scoprire quanto di bello ci circonda, pur non essendo di nostro gusto. I dieci minuti della Gamberale non apportano mai alla protagonista uno stravolgimento della propria esistenza, ma è come se raddrizzassero il tiro, mostrando cosa ci perdiamo quando pensiamo che tutto è scontato, o peggio, perfetto.
“Evidentemente i posti, proprio come le persone, si accendono e rivelano di essere al mondo non solo perché c’è spazio, ma perché hanno un senso, solo quando siamo disponibili a capirlo. Quando abbiamo bisogno di loro.”
Questo libro mi è piaciuto. Mi ha mostrato un nuovo approccio verso le cose, mi ha “svegliata” in un certo senso. Ho provato a chiedermi: “cosa farei io, che non ho mai fatto, per dieci minuti?”. E ciò mi ha dato modo di pensare che sono infinite le risposte, così come sono infinite le cose che non ho mai fatto e dovrei, sì dovrei!, provare. Cose speciali, cose, però, anche quotidiane. Magari quelle stesse che qualcuno, per amore, abitudine, per egoismo o per praticità, non ci ha mai fatto fare.
“Quando fanno qualcosa per noi, gli altri ci consegnano o in realtà ci tolgono un’occasione?”
Lasciatevi catturare dalle giornate di questa Chiara che condivide il nome dell’autrice, lasciatevi ammaliare dalla possibilità di non dare per scontato nulla. Ripeto, non è una guida, ma può essere lo stesso un’ispirazione.
Leggetelo, anche solo per dieci minuti.