“Crediamo di poterci salvare dalla caduta nel vuoto
che è la vita aggrappandoci a qualcosa, senza renderci conto che
anche ciò a cui siamo aggrappati
sta precipitando con noi.”
Sabrina non sa ancora di essere precipitata nelle incertezze della sua vita: è felicemente sposata, ha una figlia, tutto sembra bello. Anche le parole di quel barbone sotto un albero quando ha iniziato a raccontarle alcune storie. Episodi di altre vite, di esistenze diverse fra loro seppur accomunate dalla certezza di avere una vita con delle imperfezioni.
Così inizia “La spina nel cranio” di Paolo Gambi: un racconto affidato a un barbone, che muove i fili non solo della narrazione ma anche dei cambiamenti che avverranno sugli altri personaggi.
Questa storia porta alla luce tante storie, tante vite nelle loro imperfette esistenze, come quella di Edoardo, ricco figlio di papà che dovrà rivedere le priorità della sua vita; poi c’è Elisabetta, giovane donna in carriera che non ha tempo per coltivare nessun legame sentimentale. Noiosa appare, invece, l’esistenza di Antonio, che passa la sua vita su un divano a da lì guarda i suoi sogni sfilargli davanti senza fare nulla per afferrarli. Infine, Giovanni il play boy sempre alla ricerca di prede da annoverare fra le sue conquiste. Quattro vite diverse, lontane, difficili da districarsi ma che hanno in comune un’insoddisfazione latente, la voglia di cambiare prima di precipitare e non riuscire più a salvarsi.
Ma chi è il barbone in realtà? Un angelo custode? Un matto che vuole seminare terrore o smarrimento? O è solo il custode di un importante messaggio? Perché ha deciso di raccontare tutto a Sabrina? E le sue parole potranno aiutarla a rimettere a posto i pezzi di un puzzle incompleto e vitale?
“La spina nel cranio” è sicuramente un libro diverso dai soliti, che porta il lettore a riconsiderare la propria esistenza sotto una luce diversa. “Vuoi davvero cambiare la tua vita?” ripete il barbone ai protagonisti di questo romanzo e anche chi legge, al di là delle pagine, non può restare sordo a tale domanda. Parole semplici, ma che spalancano un abisso fra noi e la realtà, spesso diversa da quella che i nostri occhi ci fanno vedere.
“Cosa è più reale, ciò che immagini o ciò che credi di conoscere?”
Questo lavoro permette a tutti di scavare dentro di sé alla ricerca di quel velo che abbiamo davanti e che spesso ci impedisce di vedere bene non solo il mondo, ma anche il nostro vero IO. Un’opera da leggere e su cui meditare cercando di fare nostri gli insegnamenti che i protagonisti assimilano, sopratutto Sabrina. Che da ascoltatrice si ritroverà a rivedere ciò che sta dietro il suo velo.
“Dobbiamo superare l’idea di essere tutti superuomini che sanno tutto. E lo possiamo fare solo aprendoci alla molteplicità dei punti di vista. Solo usando gli occhi degli altri possiamo conoscere realmente noi stessi.”