Un giorno scriverò a me stesso, lascerò volare ogni foglia al vento piena di parole, quelle che ancora risuonano negli angoli. Quelli che non ho mai urlato
Un giorno urlerò quelle parole, quelle che sono morte tra sogni infranti, cristalli sparsi per una stanza vuota. E suonerà come un blues.
E mentre l’inchiostro si asciuga nel palmo delle tue mani, pioverò dentro finché l’ultimo dei miei urli risuonerà e abbatterà i muri.
Griderò quella canzone, perché me lo chiedi, anche se mi spezza la carne e mi riempie di cicatrici. E ricucirò ogni ciuffo con polvere di lacrime.
L’ultimo respiro si sentirà fluttuare dietro lo specchio come un sussurro che mi ricorda, mentre sanguino nelle lettere. E quando suonerà sarò la tua musica.
Quel giorno fino all’ultima nota parlerà per me. E sarò pronto, a lasciarti indietro, sul ciglio della mia strada. E ogni urlo spezzerà tutti i silenzi in cui mi hai rinchiuso.
Urlerò finché non strapperò il mio vuoto e mi farò di nuovo agitare. Ruggirò come un mare in tempesta, finché non troverò la mia calma, mentre smette di piovere.
E di nuovo lo sarò.
Sarò l’ondeggiare di un mare che batte contro lo scoglio impassibile, schizzandolo con la sua schiuma come fosse una carezza. Ballando sul sale e sul vento
Quel giorno potrebbe non essere oggi. Ma è lì, vicinissimo, perché sento il sibilo del vento sussurrare dietro la porta.
Manca la musica..
dei
Tears for Fears