Non puoi punire chi non si è mai perdonato, lo sto già facendo e sono più bravo, perché ho insegnato agli altri come farmi del male ed io, l’ho appreso due volte …

Ho solamente una fede, nata dalla comunione che ho fatto con l’anima, quella notte … 
L’avevo tra le labbra, come un’ostia e le mie dita suggellarono quel patto, su questi tasti, unica verità che riesco a toccare, ancora oggi.
Macchiata d’un peccato che non aveva commesso, fu come scoprire che Dio esiste, ma è qualcosa dentro me stesso.
E compie quel miracolo notturno, che mi allontana dal glorificare l’inanimato e pregare per vite spente, dall’inganno di uomini, inchiodati su altari d’Ebano, che mi additano, al destino su cui genuflettermi. 

 
Hineni e in piedi, nemmeno una ruga del viso, stesa per pietà, farà comparsa sul proscenio di un patibolo, che appenderà al collo di qualunque Dio, il monito, di non reclamare mai, la mia devozione …