Chi sa fare fa, chi non sa fare … insegna.

Quello che disse: La mela non cade mai lontana dall’albero. Non era nato in Val di Non.

Quando cominci a dubitare dei saggi popolari, non aspetti più le rondini per fare primavera, ci sono i led e le Grow Box.

Ma nessun dubbio nell’affermare che il vicino non avrà l’erba più verde della mia quest’anno.

 

Cinque giorni su sette perpetuo la mia vita da scapolo. ( Ciao Patata  )

D’altronde lei non verrebbe a casa mia e la comprendo.

Ho delle farfalline che svolazzano per casa. Bizzarre,  perché ho notato che alcune si posano sul muro con l’addome rivolto all’esterno e le ali adese alla parete. Credo sia un rituale d’accoppiamento. Sono anche brave a staccarsi e attaccarsi dai fili delle ragnatele poste negli angoli. Pochissime ne ho viste imprigionate.

Ho altri simpatici animaletti che girano per questi due locali, ma quelli che strisciano o camminano, non varcano la soglia del qui, dove scrivo e dormo. Non perché ci sia una porta ben chiusa, tutt’altro, solo una tenda scura. Sarà che di là l’aria è più salubre. Qui, si rilasciano boccate di fumo denso. Anche le zanzare vanno in fuori vena;-))

Torniamo di là, dove lei non metterebbe piede nemmeno se sapesse che ho nascosto un diamante per lei ;-)), perché sul pavimento potrebbe veder circolare dei porcellini di terra, purtroppo capita anche qualche lombrico, che prontamente salvo, rimettendolo in uno dei due vasi che ho in una Grow Box di 1,5 MT. x 1,5 MT. x h 2 MT.

Dove dovrebbero restare anche i porcellini di terra, i collemboli bianche di fossato, di cui ne promuovo lo sviluppo. Le larve delle farfalle di cui ho detto prima. Ragni di terra e tanti piccoli cosi che si muovono, riproducono ma cosa più importante: Non vanno sulla pianta! Solo i porcellini di terra, quando in sovrannumero, si cibano anche di parti verdi. Ma basta monitorarli e nel caso, provvedere ad un rapido sfollamento in giardino.

I porcellini di terra estraggono metalli pesanti dal terreno. Si cibano di carcasse di insetti e putrescenze. Sono ottimi alleati, ma si riproducono come dei porcellini :-)))

Ho trovato due crisalidi di Cetonia Aurata mentre preparavo il terreno.

Divoratrici di parti legnosi in marcescenza, ottime nel terreno come larve.

Perché do queste informazioni?

 

 

 

Probabilmente il nostro governo proibirà la canapa legale, con un contenuto di THC inferiore o uguale allo 0,2%.

Tempo fa, il tipo da cui prendevo la resina proveniente dalla Spagna, mi disse:

Ma lo sai che vendo più quella legale che quella illegale!?

Io, basito, commento con un bene, almeno quelli che non tollerano il THC hanno un’alternativa.

 

Se restassero aperti i negozi che vendono la canapa legale, la mafia perderebbe troppi soldi.

I nostri politici, con la scorta, non sanno nemmeno cosa voglia dire aver paura del piombo di cAsa nostra.

 

cOsa!?

Non si potrà più coltivare la canapa con i requisiti legai?!

Bene, perché ho preso dei semi che la casa madre dichiara avere il 27% di THC.

 

Strawberry Banana    AutoFiorente  27 % THC

https://2fast4buds.com/it/seeds/strawberry-banana-auto

 

Purple Punch    AutoFiorente  19 % THC

https://www.royalqueenseeds.it/semi-autofiorenti/536-purple-punch-automatic.html

 

Orange Bud    AutoFiorente   15/20 % THC

https://dutch-passion.com/it/semi-di-cannabis/orange-bud

 

Kusch Berry femminizzata, ma non ricordo l’azienda di provenienza.

E altri, sempre femminizzati.

Parto con le autofiorenti e magari posterò le varie fasi.

Ho bisogno di una alternativa. Inutile negare la mia innata predisposizione a questa pianta, ma ora ho una scusa che regge, visto che potrei entrare nella terapia del dolore.

Lo stesso giorno che sono andato al negozio magico :-), mi sono recato in farmacia con le ricette per prendere la droga legale.

Pharmacon di cui una definizione è : Veleno. ( Vero patata?   )

La Lyrica.

4 scatole da 150 Mg.  2 da 75 Mg.  Pfizer! Lo darei come nome ad un Pastore Tedesco, fa paura a pronunciarlo! Pfizer! ATTACCA!!

Cura il dolore neuropatico, l’epilessia, l’ansia.

Cazzo! E’ il CBD in pillole!

 

La preoccupazione della dottoressa era che mettesse sonnolenza.

Che lavoro fa lei?

Costruisco macchinari.

Lei: Usa dei macchinari al lavoro?

Io: Si, tornio , fresa, saldatrice ecc ecc, siamo artigiani, uso ogni attrezzo che abbiamo.

Allora dobbiamo andarci piano, cominciamo con 25 Mg e intanto facciamo due esami.

Risonanza magnetica alla schiena così vediamo com’è messa.

Vocina dentro la mia testa: Cazzo, ne hai due davanti, ok! L’ultima di un paio d’anni fa ma era morfodinamica e descrisse solamente in maniera più accurata quella precedente:

Discopatia degenerativa! Perché un’altra!? Ho male, devi solamente darmi qualcosa per il dolore perché sul lavoro le gambe si incendiano!!!

 

Lei: Urinocoltura, visto che ha sangue nelle minzioni, vediamo se c’è una infezione in corso.

Vocina dentro la mia testa: ti ho appena ricordato che ho i calcoli renali e biliari, urino sangue perché si sta muovendo un calcolino, mi succede sistematicamente!

 

Lei: E poi facciamo una ecografia addominale per vedere come sono messi i calcoli!

Vocina dentro la mia testa: ( Pausa di silenzio) Va bene, ti ho scelta prima del covid perché il mio era andato in pensione. Ti scelsi Albanese perché credevo fossi aperta al discorso marjuana, ma quando ti menzionai il CBD tu mi dissi: Non voglio nemmeno sentir parlare di quelle cose li!

Anche il primario di urologia mi guardò con l’ecografo e mi disse: Devi fare la TAC, perché così è difficile vederli, dovrebbe capitarmi sotto lo strumento perché possa vederlo, se poi non è grande!

Infatti non vide quello da 10 MM x 5 di diametro. Misure che non puoi dire a uno che conosce il valore di un centesimo di millimetro e solo una strada aveva per uscire … E uscì, in doccia. Festeggiai con un castellino da una sigaretta e mezza e due grammi di resina al alto contenuto di THC :-))

 

Io: Immagino che dovrò farli privatamente.

Lei: lo credo anch’io, ma provi …

Risonanza magnetica, un anno d’attesa.

Figli della ….  Lasciamo perdere.

 

Mette sonnolenza la Lyrica, sembrava preoccupata di questo la dottoressa.

Fumo il primo Joint alle 7 e 20 del mattino pedalando verso il lavoro. 7 Km. Mi serve. Non per i chilometri, ma per il lavoro.

Ma non mi accennò nulla sul:

*Mette dipendenza.

*Interrompere immediatamente il trattamento se vi vengono pensieri autolesionistici o di morte.

*Mal di schiena!!! Dolore agli arti!!!!

*Perdita del desiderio sessuale, impotenza!!!

E poi pagine di ogni e anche qualche morbo che potrebbe venire e insomma… Mette sonnolenza cazzo, è un problema!!

Non ho menzionato che può portare alla riduzione delle funzioni celebrali, perché più di così non potrei nel mio caso. Encefalopatia se interessa, così se avrete anche sonno non ve ne accorgerete 😉

Patata, posso scrivere quanto ti ho tenuta nel letto con 375 Mg di Lyrica e mezzo grammo di resina?

 

Eh si, son passato autonomamente da 25 Mg a 375, che è solo l’inizio di una parvenza di stare meglio, il maledetto bugiardino dice max 600 Mg al giorno.

Comunque, da uno che tollera benissimo il THC, devo dire che quando entra in circolo si sente:-))

sarà il mix ;-), non lo so….

Patata, se arrivo a 600Mg di Lyrica, dovrai essere consapevole che quel week end non farai le pulizie.

Nemmeno quando sarà pronta la mia. Tu sai che effetto mi fa la Ganja naturale a differenza della resina 😉

D’altronde la marjuana è un vasodilatatore, nel senso che se la metti in un vaso piccolo, crescendo, le radici dilateranno il vaso …

56 giorni dal seme al raccolto. Poi la banana sarà pronta:-), no patata, non farò battute in quel senso, anche perché potrei trasformarlo solamente in minuti quel dato e a volte, sono anche pochi ;-))

Quest’anno ne suonano 52, un bimbo praticamente 🙂 schiavo della ghiandola mammaria :-))

“C’è sempre qualcosa che sfugge alla realtà del presente”   Gaber

 

Sono elettrico patata, con tua somma goduria. Sai che non sto fumando la mia resina ma solo marjuana legale 🙁 così non alimenterò più con 700 euro al mese il canale mafioso 🙂

Te lo dico perché … Ho preso un tavolo da ping pong alle mie nipoti :-P, non te l’ho detto perché poi mi cazzi che sono sempre al verde per il verde :-), ma ora diventerò completamente autonomo 🙂

Nel frattempo posterò, spiegherò dimostrando come un terreno vivo non necessiti di frequenti innaffiature ne di costosi fertilizzanti.

Solo due componenti prendo da Amazon. Credo che se avviate un terreno vivo partendo da un buon terriccio si possano ottenere gli stessi risultati, ovvio è che:

L’inoculo nel terreno di funghi micorrizici fa la differenza. Il primo son proprio questi, Banda Rossa   si chiama il prodotto ed è della Novas Italia. 50 euro al chilo. L’altro è un macerato di alghe marine Isofito, stessa azienda, il costo dipende dai litri acquistati.

Faccio il nome dell’azienda perché ho dato in pasto entrambi i componenti ai collemboli e oltre ad esserne stati vistosamente ghiotti, nessun cadavere trovai dopo, e sopra i risultati sono evidenti.  Anche per piante ornamentali funziona, prati, ovunque. Unica pecca, puzza, come ogni macerato, ma diluito meno.

E’ la prima volta che lavoro con le autofiorenti, dovrebbe essere un pochino più semplice di quelle a fotoperiodo. Sono fiducioso dei miei coinquilini che lavorano in silenzio giorno e notte, la gioia di ogni imprenditore e mi costano meno di un pugno di riso. Bucce di melone, scarti di verdura, erba tagliata e possibilmente in via di putrescenza.

Aggiungo le barbabietole cotte, in genere costano 1 euro al chilo, quelle rosse sotto vuoto. Ne vanno ghiotti e poi danno zuccheri alla pianta. Comunque mostrerò con cosa li nutro.

Mi vien da ridere se penso che i lombrichi si nutrono di peli che forma la muffa sugli escrementi di animali che abitano questo pianeta e defecano Humus. Sembra un terriccio soffice, inodore, ideale per far germinare le semenze.

Poi ci sono animali su questo pianeta che mangiano risotti ai petali di rose sorseggiando Ruchè e quando defecano…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La scelta …

Mi aggiro nella giungla degli scaffali e prodotti, in un gioco di luci e ombre che nasconde una realtà distorta.

Il Super!Mercato, con la sua facciata luminosa, omogeneizza le nostre preferenze, imponendo ciò che dovremmo desiderare!
Tra le fila di prodotti, il richiamo del Pata Negra diventa un’illusione, un sogno infranto nel paradiso degli dèi minori.
Eppure, c’è una folla che affolla quei sacri templi del consumo. 
Alle porte di SanCaprotti, ci si sente come in balia di forze invisibili, come pedine in un gioco divino, dove promesse di risparmio e abbondanza chiedono lattine d’umiltà all’uscita.
Cani di Pavlov sulla via della convenienza, compromessi etici fiutati dalla coscienza, mentre il peso delle scelte grava sul portafogli.
Ma quattro ruote d’altruismo, ci spingono facilmente a nascondere la complicità nel perpetuare le dolci disuguaglianze che tanto fanno amaro sulle tavole sociali.
Ma ti salvano dall’idea di finire all’ultimo posto a dover donare sorrisi come esche per l’umanità, che si nasconde dietro una maschera di falsa compassione.
Ben altri conflitti si dovrebbero temere, quelli che finanziano le distanze aristocratiche, sfruttando le insicurezze altrui a difesa di interessi immuni dall’intelletto   consumistico.
La paura di guardare negli occhi la sofferenza e confrontarsi con le proprie azioni è quel velo d’ipocrisia che non ha il coraggio di guardare la verità.
Soprattutto quando questa fa male, nel riconoscere i nostri privilegi come strumenti per un tornaconto personale, dove il bene comune lubrifica una ghigliottina che ci separa dalla vera umanità.

“Quando lo vedi anche sulla tua maglietta…”
“…ci aggrappiamo ad un gesto che sembra di rottura…
con l’illusione e il pretesto di scegliere ancora”
“..Noi così originali e spappolati
traiamo saltando liberi come pidocchi
coi nostri gusti schifosi accumulati tra la testa e gli occhi.
Ormai sei soggetto ad una forza che ti è sconosciuta
ormai sei libero e schiavo, ormai sei coinvolto
e di colpo ti viene il sospetto che in tutta la vita
NON HAI MAI SCELTO”
Gaber.

7 aprile 2024

Le mie dita cadranno in polvere e il mio cuore tacerà il dopo.

Su quel punto dove il tempo s’interrompe, l’essenza si fonderà con il sogno, chiudendo le pagine del mio cammino.

Ho accarezzato il palato con la punta della lingua, 
quando il tuo nome mi è sfuggito dalle labbra 
ed è rimasta una consonante apicale ad echeggiare nella gola.

Come un peccato, 
nascondo il tuo sapore nelle vene. 
Confessandomi segreti che riveli 
ogni volta che sorridi:
Bevo il mio sangue …
Purpureo desiderio in calici di silenzio, vessillo, conquistatore di battiti che non puoi udire.
Sonora sapienza che non ha coscienza, 
solo il tempo di vivere:
Palpiti sottomessi al tuo respiro.
Gesti involontari, come organi suonati dalle tue mani:
Note di una melodia antica che risvegliano desideri profondi
come il mare di notte.

Sull’armonia di un tempo che danza nei miei sogni
la mia anima indulge in promesse che sfidano il destino.

Dove l’ultimo filo di vita darà inizio ad una nuova trama che nessun occhio umano potrà leggere:
I tuoi occhi saranno quella porta da cui oltrepassare il limite della carne
l’universo che cullerà i vagiti della mia anima.

Sazierò l’attesa pronunciando nuovamente il tuo nome.

La piega muta delle mie labbra 
dove il silenzio sarà una poesia d’amore che le mie mani accarezzeranno 
anche quando …

Le mie dita cadranno in polvere e il mio cuore tacerà il dopo …

Proibito

C’è un abisso di acque impetuose, dove un’ombra oscura nasconde le cose. Dove s’annida la paura di oltrepassare i confini della sicurezza, prigioniera di ignote conseguenze.
La speranza si tramuta in una scienza distorta, dove la prudenza regna sovrana e la verità quasi morta, perché … Non si sa mai … e con coscienza, condanni il coraggio ad una eterna viltà.
NO!
Vostro è quell’onore, per me, un velo di vergogna che nasconde l’ardore del rischio, un drappo oscuro che avvolge l’impeto della vita.
All’ombra di scelte sicure, il coraggio si consumerà invano, in attesa di un destino, perso nei labirinti della paura.

Giro una moneta tra le dita, senza compiere quel rituale di rivelazione.
Nessun destino ad oscillare nell’aria.
Solo la voglia di averti:
Il desiderio é un’eco nel silenzio che si svelerebbe ancor prima che la moneta tocchi terra.
La risposta cadrà muta
Da un destino interrogato per scagionare le mie dita.
Libere,
oltre quella linea, che confina i palmi con esperienze dure come calli.
Resilienza stratificata come pagine dimenticate di antichi salmi
Apocrifi lapilli
Ardono ora tra le mani come un fuoco segreto
ogni peccato che commetterei
dipinto sul tuo corpo
è un rito ancora incompleto.

20 marzo 2024

Peregrino infelice, temi che il domani sopprima il tuo presente, lo renda tacito.
Mi domando di chi sia stato quel morso che ti divora dentro, quando mostri la tua fame d’amore e raccogli bocconi altrui, gustando l’invidia…

17 marzo 2024

Mi piacerebbe sapere quanti chilometri ho fatto ruotando il grinder, di sicuro qualche metro in più anche stasera. Lo stereotipo mi impone il dovere di sbellicarmi dalle risate per qualunque cosa insensata assedi la mia mente e lo vorrei, eccome! mentre il bisogno è sempre quello: ANDare …era DNA  nel mio sangue  … Ma come un palindromo, il significativo non cambia, nemmeno da seduto o capovolto e quando ho la testa rasata come la pianta dei piedi, calzo pensieri fuori moda come scarpe da lavoro: Utilità e comodità e quella punta d’acciaio che mi ha educato tra durezza e fragilità.
E’ più duro l’acciaio o il vetro?

” Si avvisano i signori passeggeri di non aprire le porte della carrozza, fino al completo arresto del treno” Io ci ho provato, non dovevano dirmi di non farlo, ma non si aprono, quindi a che pro?

Che poi… non c’è come il finestrino di un treno serale per tenerti gomito a gomito con te stesso, quando puoi guardarti in faccia con più volti senza dare nell’occhio e in quel riflesso, vedere oltre i miei occhi.
Mi domando perché non dovrebbe essere la meta e fanculo il viaggio; Come godersi la via più veloce per un attacco di dissenteria fulminante … 
Ed ecco che non il perché, ma il dove, la domanda che zavorra la carne con pochi grammi d’infiorescenze, ed è ora! Che abbandono la mia parte di patrimonio mondiale a chi svetta come mosche pasciute, sopra cime di sterco infetto con cui si nutrono compiaciute e cerco la mia vera terra, qui! Dove sono nato e dove tutto mi è estraneo.
Ed è nuovamente qui e ora, che affogo i pensieri nella sete di capire, sedotto da una rinascita improvvisa, la cui percezione è qualcosa che non so spiegare, ma credo stia in un battito di ciglia, come quando è saltato il differenziale e sono rimasto al buio! Perché è da tempo che sono in corto con la mia esistenza e cerco nell’ombra un segreto, sapendo che le cose preziose si nascondono, come la terra protegge il tartufo e il grembo di donna il feto … 

Espiare?

Questa stanza, la mia stanza, quella che porto ovunque io possa legarmi a quei sensi che illuminano la notte …
Nessuna eredità lasceranno queste mura e poche cose resteranno, come quelle quattro che porti quando sai di essere solo di passaggio e in alcuni casi, porto solo ciò che ho nelle tasche.
Tengo ai miei sogni … e li tengo sotto al cuscino, come una revolver carica, per togliermi da questa realtà senza macchiarmi d’un peccato funesto e tenere pulita la coscienza di chi mi ha espulso vivo.
Occhio non vede, cuore non duole.
Sarà dunque in ciò che vedo e dopo scrivo!?
Come note a piede che ritmano la cadenza delle mie suole, mentre mi allontano dal guardare ciò che indicate e nel girare le spalle, sento quel qualcosa di giusto che mi accompagna ad ogni passo, ma che mi lascia segni nell’anima, come un rasoio in direzione sbagliata e curo ferite che posso vedere solo in quel riflesso, quando le lacrime scorrevano sul viso glabro, chiedendo perdono per errori sottratti agli insegnamenti.
Ma nessuna emostatica attenuante mi blocca, nemmeno in quel laccio, quando poco più che ventenne, imparai a toglierlo con la bocca, dal braccio, teso verso un futuro che mi vide riaprire gli occhi in un pronto soccorso, anni dopo.
Mi dissero che fu un miracolo …
Ma nessun passo dei vangeli mi ha mai avvicinato a Dio, tutt’altro e forse, se cercaste un antico testamento, su chi fosse stato il primo misogino, sbirciateli …
Perché racconto i cazzi miei !?
Perché devo dimostrarmi che la verità non paga a questo mondo, è una scelta fatta da altri, in saldo, sullo scaffale del mercato più vicino alle nostre esigenze.

Scagliarsi contro la massa?!: “Guarda le recensioni, cosa dicono gli altri?”
E attonito guardi cadere in rete, menti agonizzanti, su recensioni che stellano l’incapacità di scelte semplici, che ti tolgano dal dubbio d’essere un coglione.
Diritto che non si vuol sottrarre a nessuno, sia chiaro! E’ la massa, la questione.

Ma che cazzo, ho ancora le mani segnate dalla giornata e porto l’odore delle macchine utensili e sono qui a farmi queste pippe, il coglione son io lo so, ma so anche il motivo …
Quindi, nell’attesa di una schiumante pulizia corporea, ne faccio una spirituale che ha buona assonanza con coglione e via, mi tiro su un cannone 😉

Per i benpensanti dal palato a doppio malto:
Se credete di avere occhi per il bello, non li avete per vedere la fine che ci circonda ….

Tolleranze: – 0,01 / 0 / + 0,01

Nero, come china:
Cadono gocce di pensiero, dalla radice di una piuma:
Tre dita sopra un foglio bianco e un polso fermo su ciò che ho paura di leggere.       
E parto sempre da un angolo, popolando uno spazio vuoto, con un ventre fecondo al dubbio e dita fertili, a mostrare le mie carenze …
Cinque punte, come foglie che non mentono le loro esigenze. 
Nessun Autunno prematuro a farle cadere su questi tasti, di un’altra forma è la cresima sulla mia fronte che illumina la fede delle mie dita:
Ma se nemmeno a Natale mi sento più buono, sarà perché son troppo buono di mio?

E non è questione di esperienza, il non addobbarmi con Palle natalizie, per nascondere una reticenza che fa il giro del mondo e slitta, perdendo contatto con la realtà che stai vivendo.
E mi sento stucchevole ad inserirmi nelle crepe di una società che ai miei occhi, si sta sgretolando, sotto arcobaleni che non hanno mai visto la tempesta. 
Ma ci sono imprevisti nella vita, che ti schiariscono le idee, riuscendo a dare un senso alla tua infanzia e dove prima vedevi l’esigenza d’incanalare la fantasia di un bambino, ora riesco a vedere i danni che i BarbaPapà hanno seminato nella mia generazione.
E se quel BarbaTrucco è la possibilità di trasformarsi in ciò che si vuole, restate di stucco, perché ci sono anch’io nella competizione istrionica.

Effetti digitali, affetti madrigali: 
Epigrammetti generazionali diffondono ubiquitarie condanne più dei virus progettati dall’uomo … 
Oggi, una manciata di pixel uccide più menti delle fedi religiose.
Oh Google … liberaci dallo spam quotidiano.

E un sincero augurio a tutti noi, di una nuova coscienza.

“Ma noi siamo talmente toccati
Da chi sta soffrendo
Ci fa orrore la fame, la guerra
Le ingiustizie del mondo
Come è bello occuparsi dei dolori
Di tanta, tanta gente
Dal momento che in fondo
Non ce ne frega niente
Il tutto è falso
Il falso è tutto …”

Gaber – Il tutto è falso. 

Come puoi condurre un’esistenza onesta, quando la prima forma di violenza, la fai su te stesso, con quella impudenza di cui devi nutrirti, per ottemperare allo scopo?

Quando la si mette sul divino, io mi accomodo su quel divano, posto all’angolo di giudizi, che di spessore, hanno solo il fetore che emana la paura di non essere nessuno.
E mi gela ogni volta, scoprire quanto è profondo lo spazio che distanzia le mie paure dalla necessità di dover piacere o di far capire; Perchè si palesa il miracolo della comprensione, quando l’incompreso viene accolto da chi non ha perso l’innocenza di voler crescere, oltre quella misura d’uomo, che non ti fa raggiungere i tuoi sogni …