ADA, GIADA E IL DOCUMENTARIO A SAINT TROPEZ (63)

Miniracconto 63

ADA, GIADA E UN DOCUMENTARIO A SAINT TROPEZ

In una società come l’attuale le crisi sono all’ordine del giorno. Un mese fa, Ada, bellissima quarantenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … era in crisi. Crisi nera. Aveva deciso di parlarne con la sua amica e coetanea Giada … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo, ma vi rinunciò. Era in crisi pure lei. Non era il caso di peggiorare le cose. Quando, però, una persona ha bisogno di aiuto non può stare con le mani in mano. Ada decise di chiedere consiglio alla Portinaia del Palazzo in cui abitava, la Signora Fantastica, fantastica di nome e di fatto. Una sessantenne che ne sapeva una più del diavolo. La Portinaia non ci ha pensato un secondo a dare la risposta. “Ada tu e la tua amica Giada dovete andare a Copiano (Pavia). C’è una strada persa in mezzo alla campagna. Conduce ad una fontanella dalla quale sgorga acqua purissima … la gente l’ha chiamata da sempre “l’acqua della speranza”. A volte le persone ne hanno bisogno per ritrovare se stesse, la voglia e la gioia di vivere” Sembrava uno dei tanti suggerimenti dati per alleviare temporanei disagi. Ada, invece, ne aveva bisogno. Ne parlò con Giada. Insieme partirono un sabato mattina di novembre alla ricerca della fontanella della “acqua della speranza”. Senza chiedere ad alcuno per evitare di essere prese per fuori di testa, dopo molto girovagare, trovarono la fontanella. Ne bevvero a volontà. Finalmente rinfrancate e soprattutto piene di entusiasmo decisero di ritornare a Pavia. Fare una passeggiata in Strada Nuova e gustare un favoloso caffè. Ada e Giada erano nei pressi dell’ingresso dell’Università quando si sentirono chiamare. “Ada, Giada … cercavamo proprio voi” Erano due gagliardi cinquantenni, Remo e Giansiro, Registi TV. Stavano cercando Ada e Giada, due bellissime quarantenni … alte, bionde, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … per girare un documentario a Saint Tropez. Inutile dire che Ada si è innamorata di Remo … e Giada di Giansiro. Il documentario, ovviamente, poteva attendere … Prima l’amore. L’amore è tutto. Miniracconto 63  di Dino Secondo Barili

ANDREA E IL CLUB DELLE IDEE (62)

Miniracconto 62

ANDREA E IL CLUB DELLE IDEE

Una settimana fa, L’Architetto Andrea, cinquant’anni portati alla grande,  abitante a Pavia, era giù di corda. Veramente non era giù di corda … era sul disperato. Da un mese non riusciva più a realizzare un progetto. Aveva la testa completamente vuota. Non aveva più idee. Per un Architetto in piena attività di servizio è una vera e propria tragedia. Persino il viso del cinquantenne esprimeva il suo disagio. Se ne accorse anche la Signora Cesira, la sessantenne Portinaia del Palazzo in cui abitava. “Architetto Andrea da un po’ di tempo la vedo distrutto … cosa le è capitato? Posso fare qualcosa per lei?” A volte basta una parola, una domanda dalla persona dalla quale meno te la aspetti per sputare il rospo. “Signora Cesira, Signora Cesira sapesse come sono nei guai … non ho più idee. Sono rimasto senza idee. Ho provato persino a prendere qualche pillola propagandata su Internet. Niente da fare. Zero idee, prima … zero idee dopo” La Signora Cesira era troppo furba per credere alle parole del cinquantenne. Le Portinaie poi hanno occhi e orecchie dappertutto. Ne sanno una più del Diavolo. Secondo informazioni riservate, l’Architetto Andrea era stato piantato dalla fidanzata. Lei voleva sposarsi, lui no. Insomma, una storia vecchia come il mondo. Questa volta, però, la Signora Cesira ha pensato di intervenire. “Architetto Andrea, io potrei darle una mano, lei, però, deve fare un piccolo sforzo” Quando una persona è nei guai si attacca a qualsiasi possibilità … fosse anche un’illusione. La Signora Cesira aveva la capacità di trasformare tutto in “attimi di attesa”. “Architetto Andrea … in via del tutto riservata le posso dire che a Roma è stato creato il Club delle Idee. Segretaria del Club è mia nipote Gesualda. Questo è il biglietto da visita. Se vuole può telefonare per l’appuntamento” Era fatta. A volte, tentar non nuoce. L’Architetto Andrea partì immediatamente per Roma. Prima di telefonare, però, si concesse una visita alla Scalinata Trinità De’ Monti. E’ stato proprio mentre scendeva dalla scalinata che è gli scivolato un piede. Si è trovato seduto dolorante su gradino … tutto ammaccato. A soccorrerlo ci pensò una bellissima trentenne … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Dopo essersi ripreso con notevole sforzo il cinquantenne volle sdebitarsi offrendo un caffè alla bellissima trentenne. Chiese il suo nome. La risposta è stata fulminante. “Sono Gesualda, Segretaria del Club delle idee” L’Architetto Andrea era sempre stato scettico sulle “infinite vie del Destino”. Questa volta, però, è caduto tra le braccia della bionda trentenne. Si è innamorato pazzamente … ed improvvisamente la sua mente si riempì di nuove idee. Miniracconto 62  di Dino Secondo Barili

DANIELA E LO PSICOLOGO (61)

Miniracconto 61

DANIELA E LO PSICOLOGO

Un mese fa, Daniela, bellissima trentenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … era arrabbiatissima. La sua amica e coetanea Delfina (alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo) che abitava nel suo stesso Palazzo a Pavia aveva incontrato l’amore … Un amore vero, grande, il massimo … Lui bellissimo, ricchissimo … con tre Ferrari rosse fiammanti. Come fa una trentenne non andare in fumo? “Come? … perché lei si … ed io no?” La domanda era come un tarlo nel cervello della bellissima bionda. Oltre tutto Daniela aveva avuto una sola proposta di matrimonio. Quella di Giandomenico il quale aveva quarant’anni. Era impiegato in banca. Non era un adone. Possedeva solo la Panda1200. Si fa presto a dire che “bisogna accontentarsi”. Anche Delfina si era accontentata … ma “il suo Lui” aveva tre Ferrari. Daniela, un mese fa, arrabbiatissima decise di parlarne con il suo Psicologo di fiducia, il Dott. Danilo, famosissimo a Pavia. Un sessantenne che non ha peli sulla lingua. Dopo aver descritto il suo caso, la trentenne attese l’opinione del Luminare. “Daniela, io posso essere tuo padre. Ne ho viste e sentite di tutti i colori. Se fossi in te mi guarderei bene dall’osservare troppo “l’erba del vicino”, cioè quanto accaduto alla tua amica e coetanea Delfina. Ricordati che ogni medaglia ha il suo rovescio. Non sai mai cosa c’è dietro la facciata. Ciò che sembra tutto oro, a volte … è soltanto fumo. Se fossi in te, terrei aperta la porta della proposta di matrimonio. Nel senso che se Giandomenico ti fa la corte è sempre una possibilità per fare coppia e vivere la vita. E poi nella vita non è mai “un prendere o un lasciare” … è sempre un divenire. Ciò che accadrà domani non lo conosce nessuno. Il futuro è nelle mani di Dio … anche se oggi, parecchie persone si danno un sacco di arie a dire che sono atei. Atei fino a quando non capita loro qualche legnata sul groppone. Allora cominciano a pensare che la vita non è uno scherzo … Non è solo fare spettacolo o cercare di dimostrare la propria superiorità. Comunque, Daniela, la vita è tua … e devi essere tu a decidere quale strada prendere” La trentenne è uscita dallo Studio del Dott. Danilo un rinfrancata, ma sempre con un sacco di dubbi. Ha pensato bene di fare un giro per Pavia … Corso Cavour, Strada Nuova, Piazza della Vittoria … Si è fermata sotto le Torri di Piazza Leonardo da Vinci. Si stava chiedendo perché mai sono state costruite e cosa possono insegnare all’epoca che stiamo vivendo. Ad un tratto si sentì chiamare. “Daniela. Daniela … “ Era Giandomenico allegro e festante. “Daniela, ti offro un caffè speciale. Ho vinto un sacco di soldi alla Lotteria … Cosa dici? Ci sposiamo?” La vita non è mai uno scherzo … Quello che capita nessuno lo può prevedere. Miniracconto 61  di Dino Secondo Barili

LUCIANO E LA CHITARRA (60)

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LUCIANO E LA CHITARRA

Lunedì della settimana scorsa il Dott. Luciano, cinquant’anni, Commercialista nel milanese, abitante a Pavia, non stava bene. La sera prima, domenica, non aveva digerito pasta e fagioli … ed aveva passato la notte in bianco. Per un Commercialista, non essere in forma, è una tragedia. Le pratiche e le scadenze non danno tregua. Non basta l’impiegata di fiducia (la Signora Maria) a fare coraggio ci vuole anche lo spirito del “capo supremo”, cioè il Dott. Luciano. Quando poi, si mette di mezzo pasta e fagioli della domenica sera la situazione diventa tragica. La Signora Maria, dopo aver visto il volto del suo Capo è rimasta di stucco. “Dott. Luciano cosa ha fatto questa notte?” Il cinquantenne spiegò umilmente che era tutta colpa del piatto di pasta e fagioli che aveva mangiato tutto solo al solito Ristorante. Era stato quel piatto che gli era rimasto sullo stomaco. La Signora Maria, impiegata di fiducia, ne sapeva una più del diavolo. Aveva occhi e orecchi dappertutto. Non aveva creduto una parola a ciò che aveva sentito. Sapeva che il Dott. Luciano mangiava tutto solo perché si era innamorato della moglie del Proprietario del Ristorante, la cinquantenne Rosalda, un fiore di donna che faceva innamorare tutti gli avventori e tutti speravano in un suo bacio. Luciano, single, pendeva dalle sue labbra … e soffriva in silenzio in attesa del bacio che non arrivava mai. Infatti, Rosalda teneva sulla corda un sacco di avventori … tutti innamorati di lei. Lei, faceva apposta a blandirli, ad affascinarli con gli occhi da triglia e tenerli legati. Risultato … il Dott. Luciano era uno dei “pesci nella rete” della favolosa, enigmatica cinquantenne. La Signora Maria decise di intervenire. Non poteva più aspettare. “Dott. Luciano, le notti passate in bianco non fanno bene all’Ufficio e nemmeno alla sua salute. D’ora innanzi, provvedo io a prepararle la cena. Sono certo che di notti in bianco non ne passerà più” La sera stessa, la Signora Maria, ospitò il Dott. Luciano a casa sua. Ha preparato una cena squisita, ma ha pensato anche al dopo cena. Un piccolo intrattenimento musicale durante il quale si sarebbe esibita alla chitarra la nipote, la Dott. Meraviglia … trent’anni … alta, bionda, occhi azzurri come il mare … gambe da fine del mondo. Quando il Dott. Luciano ha visto la Dott. Meraviglia è andato in estasi, ha perso la testa. Non immaginava ci fosse al mondo donna migliore della Ristoratrice Rosalda fino a quando ha visto Meraviglia. La superava in tutto. Nell’età, nella voce calda e sensuale … e poi c’era la chitarra … Ah, la chitarra! Meraviglia ci sapeva fare. Anzi, la trentenne, sapendo della notte insonne passata dal Commercialista, si offri di suonargli e cantargli la ninna nanna. Chi è quel cinquantenne che rifiuta una simile proposta? Nessuno … nemmeno il Dott. Luciano, il quale ha deciso all’istante … sempre e solo Meraviglia! Miniracconto 60  di Dino Secondo Barili

IRIS E IL CAFFE’ (24)

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IRIS E IL CAFFE’

Una settimana fa, Iris ha compiuto quarant’anni e si è accorta improvvisamente di aver visto passare gli anni senza la realizzazione di alcuni suoi sogni … uno dei quali, visitare Parigi. Si rese conto che andare a Parigi da sola sarebbe stato complicato. Un po’ per clima che si respira. Un po’ per le notizie di cronaca. Chiese  alla sua amica Fiorenza se era disposta a fare un viaggio con lei nella Capitale francese. L’amica non aveva mai svelato i propri segreti. Si lasciò andare. “Iris, io a Parigi ci sono stata due volte. La prima volta, a vent’anni con il mio fidanzato di allora, Carmelo. Non ho un bel ricordo di quel viaggio perché, appena tornati ci siamo lasciati. La seconda volta, a trent’anni con il mio fidanzato con il quale ho vissuto cinque anni stupendi. Se venissi con te, Parigi, mi farebbe solo male. Parigi è bellissima … ma bisogna andarci in coppia, da innamorati … o con la speranza di fare coppia per parecchio tempo. Se vuoi un mio consiglio … vai a Parigi … ma con l’uomo che ti fa la corte, che spasima per te. Allora vivi momenti incantevoli” Iris non perse una parola di ciò che ha detto Fiorenza. Ha fatto mente locale e il suo pensiero è corso subito al suo vicino di casa, il Dott. Filippo un cinquantenne, non bellissimo, ma con un’ottima posizione economica, il quale stravedeva per lei. Purtroppo, il Dott. Filippo era un po’ timido. Complimenti entro certi limiti. Non andava mai oltre il “Buon giorno, buona sera”. Una settimana fa, Iris aveva voglia di andare a Parigi e aveva deciso. Ci sarebbe andata cascasse il mondo. Sabato scorso, la bellissima quarantenne pavese, attese che il Dott. Filippo fosse nel suo appartamento. Suonò il campanello. “Dott. Filippo, mi scusi se sono invadente. Ho voglia di un buon caffè e sono rimasta senza zucchero. Non potrebbe prestarmene un po’?” Per il cinquantenne è stato come se fosse apparso il sole. “Venga, venga Iris. Il caffè glielo preparo io … sono un artista del caffè” Fece accomodare Iris nel grande salone dove spiccava un copia di un quadro di Monet. La quarantenne pavese si incantò davanti al quadro e non parlò più. Il Dott. Filippo se ne accorse. Ne volle conoscere le ragioni. “Questa è la copia di un quadro che si trova nel Museo degli Impressionisti a Parigi … Sapesse che voglia ho di andarlo a vedere dal vivo … “ Ormai era fatta. Il Dott. Filippo si è sboccato. “Se vuoi … possiamo andarci insieme … subito” Iris ne fu entusiasta. Chi ha tempo non aspetti tempo. Miniracconto 24 di Dino Secondo Barili

MORENA E LA CACCIA AL TESORO (23)

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MORENA E LA CACCIA AL TESORO

Una settimana fa, Morena, bellissima impiegata quarantenne pavese, non voleva partecipare alla “caccia al tesoro” organizzata nell’Oltrepo’ Pavese mentre la sua amica e collega Luisa, si. Quando due amiche non sono d’accordo si arriva al compromesso. “Morena cosa ti costa prendere parte alla gara? Meglio partecipare … che stare a guardare. Una “caccia al tesoro” è sempre un’avventura … un’avventura nell’avventura. Non sai mai cosa può capitare. Potresti incontrare il Principe azzurro?” Morena si è messa a ridere. “Proprio io? Con la fortuna che tengo …” Luisa si spazientì. “Morena, nella vita … mai dire mai” A quel punto la bellissima pavese cedette le armi. Luisa si affrettò a svolgere le pratiche burocratiche e le due amiche si trovarono ai nastri di partenza sabato della scorsa settimana: Luisa pilota, Morena passeggero. Quando ci si avventura per le strade dell’Oltrepò Pavese tutto sembra facile, ma si tratta di un territorio magico. Può accadere di tutto. Dopo un’ora di su e giù per le verdi colline … dopo aver risolto nei tempi stabiliti i 15 quesiti … le due amiche si trovarono su una stradina accidentata per l’ultimo tratto. Avevano percorso neppure un chilometro in mezzo ai boschi quando l’auto si trovò con due gomme sgonfie. Cosa fare? Luisa partì come una freccia per chiedere aiuto. Morena rimase sola su una stradicciola accidentata. Quando si prende parte ad una “caccia al tesoro” la tensione sale alle stelle … specialmente quando si è in vista del traguardo e si pensa di essere tra i vincitori. Morena continuava a guardare l’orologio ed i minuti sembravano ore … Ormai stava per andare in crisi quando comparve un guardaboschi in divisa e fucile a tracolla “Signorina … è rimasta in panne? Non si preoccupi. Ci penso io. Mi segua” Morena un po’ titubante seguì il guardaboschi lungo un sentiero ripido. Giunti ad un cancello il guardaboschi parlò. “Signorina, coloro che hanno carattere e si giudicano belli, bravi e intelligenti vincono qualsiasi sfida. Entri in quel cancello. Porta al Castello delle Fate. Stia attenta dove mette i piedi”. Morena aprì il cancello. Mise un piede in fallo. Finì su uno scivolo che la portò  direttamente nel Salone delle Feste del Castello illuminato a festa. Un’orchestrina si è messa a suonare un valzer viennese. Uno stupendo cinquantenne si presentò. “Sono il Principe delle Bollicine” … e l’invitò a ballare. Cosa poteva fare la bellissima impiegata pavese? Accettò. Ogni momento della vita è quello buono per raggiungere la felicità. Miniracconto 23  di Dino Secondo Barili

IL RAFFREDDORE DI ELISA (22)

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IL RAFREDDORE DI ELISA

Una settimana fa, Elisa, bellissima trentenne impiegata pavese, aveva il raffreddore. Qualche lettore dirà che il raffreddore è un male di stagione. Oggi c’è … poi passa. Elisa, invece, stava male e la sua amica Caterina voleva aiutarla. “Elisa, devi reagire. Pensa alle cose belle che puoi fare … e il raffreddore passa prima” Una parola. Elisa aveva altri motivi per stare male. Si era lasciata da poco con il fidanzato e questo peggiorava la situazione. Caterina cominciò ad insistere. “Elisa … dopo un Papa se ne fa un altro. Non è mica la fine del mondo. Oggi, chi più chi meno, per quel sentiero ci passano in molte. Datti da fare. Dipende da te” Dagli oggi dagli domani, la trentenne capì che se voleva riprendere a vivere bene doveva  reagire. Tutto dipendeva da lei. Detto fatto, Venerdì della settimana scorsa Elisa chiese un giorno di permesso con una scusa banale. Voleva andare a trovare sua zia Carmelina in Svizzera. Così fece. Prese il treno e, in poche ore, si trovò nel paese più esclusivo d’Europa. La Zia Carmelina, avvisata dell’arrivo della nipote, fece le cose in grande. Invitò a pranzo il figlio del Direttore della Banca locale, Dott. Jansen, un quarantenne single da fine del mondo, fanatico della pizza fatta in casa. L’incontro ha funzionato. La pizza ha fatto il suo effetto … innaffiata abbondantemente dallo spumante dell’Oltrepò Pavese portato appositamente da Elisa. Vuoi per la pizza, vuoi per lo spumante, vuoi per la bellezza superlativa della trentenne pavese elegantissima … Jansen è andato in estasi. Al termine del pranzo, il quarantenne ha voluto, subito, presentare Elisa al padre per ottenere l’approvazione al fidanzamento. Quando un padre vuole diventare nonno … ha più fretta del figlio che si vuole sposare. Concesse in uso la grandiosa Villa vista Lago per le esercitazioni amorose di Jansen … Elisa è ancora in Svizzera … non si sa quando e se tornerà. La vita è una cosa seria … va vissuta con passione. Miniracconto 22 di Dino Secondo Barili

IL SOGNO DI ILARIA (21)

Miniracconto 21

ILARIA E IL SOGNO

Giovedì della settimana scorsa Ilaria, bellissima impiegata quarantenne pavese, ha fatto un sogno. Chi è che non sogna? Tutti. Alcuni sogni si ricordano … la maggioranza dei sogni va nel dimenticatoio. Ilaria, però, giovedì della settimana scorsa ha sognato … e si è ricordata ogni particolare. Era a letto. Si era appena addormentata quando, in sogno, si è trovata in Corso Garibaldi a Pavia, quasi vicino alla Chiesa di San Michele. Si è sentita chiamare “Ilaria guarda dove metti i piedi …” Ilaria abbassò gli occhi e per terra c’era una cartolina. La raccolse. La girò e rigirò tra le mani … “una cartolina da New York”. La quarantenne pavese non era mai stata a New York … cosa poteva significare? Ormai, il sonno era passato. La mente si era messa in movimento. Il sogno diventava sempre più reale e intrigante … e se il giorno che stava per nascere avesse riservato sorprese? Alla pausa Bar, Ilaria aveva gli occhi gonfi. La sua amica e collega Giovanna se ne accorse. Chiese spiegazioni. “Ilaria non fare finta di niente … tu hai avuto una esagerata  notte d’amore. Inutile che fai finta di nulla. Non mi inganni. Ti conosco troppo bene” Quando si lavora in ufficio a contatto di scrivania difficile avere segreti, specialmente con le amiche del cuore. Ilaria per un po’ ha cercato di nascondere la verità poi … “Ho fatto la notte bianca per via di un sogno … “ a quel punto Giovanna intervenne. “Fermati, fermati … non dire nulla. Stanno arrivando delle e-mail. Siamo convocate dal Direttore con la massima urgenza”. Ilaria e Giovanna si precipitarono dal Direttore il quale era sulla porta dell’Ufficio ad aspettarle. “Chi di voi due conosce l’inglese a meraviglia?” Ilaria parlava inglese come fosse di madrelingua. Giovanna no. “Allora, Ilaria si prepari deve accompagnare il nuovo Direttore Generale a New York. Partenza domani mattina alle sette. Appuntamento in questo Ufficio” Ormai sembrava cosa fatta, ma era solo l’inizio. Quando, al mattino successivo Ilaria conobbe il nuovo Direttore Generale per poco non svenne. Era Federico il suo compagno di banco delle elementari … di tanti anni prima. Ora erano di nuovo insieme … per un viaggio di lavoro (solo di lavoro?) a New York. Un viaggio che sembrava preparato dal Destino, il quale, di solito … fa le cose in grande. Miniracconto 21 di Dino Secondo Barili

UNA GIORNATA INDIMENTICABILE … PER MARIA LUISA (20)

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UNA GIORNATA INDIMENTICABILE … PER MARIA LUISA

Mercoledì della scorsa settimana, Maria Luisa, bellissima quarantenne pavese, single, si è svegliata con una domanda in testa: “Cosa posso fare per vivere una giornata indimenticabile?” Spesso alle domande semplici è difficile dare una risposta. Ne parlò con la sua amica Renata mentre prendeva il caffè al Bar. “Maria Luisa … non ti sembra di pretendere troppo? Hai un bel lavoro ben retribuito … un lussuoso appartamento sul Lungo Ticino a Pavia … hai la salute, sei bellissima … ora, pretendi di avere anche la felicità? Ricordati che chi troppo vuole … con quel che segue” Maria Luisa ammutolì, ma non si dichiarò convinta. Al Bar, accanto alle due donne, c’era un signore cinquantenne dal fascino strano … poteva essere un attore o un regista. Si presentò “Sono il Dott. Danilo. Ho ascoltato la conversazione e mi sono sentito coinvolto. Questo è il mio biglietto da visita. Mi piacerebbe continuare la conversazione con entrambe nel mio Ufficio … alle ore dieci precise” … pagò il caffè e se ne andò.  Maria Luisa e Renata si guardarono in faccia con fare interrogativo. Cosa poteva riservare il Destino? Renata non ne volle sapere. “Io non ci vengo. Il rischio è  troppo alto” Maria Luisa lasciò il caffè a metà e … “Ci devo pensare … ho ancora mezzora” Ormai, però, aveva deciso. Non si chiude la porta in faccia all’avventura … ogni giorno ha bisogno qualcosa di nuovo, originale, unico, indimenticabile. La quarantenne pavese fece un giro intorno a Piazza della Vittoria … poi si presentò all’indirizzo indicato sul biglietto da visita. Palazzo antico, in perfetto ordine … perfetto persino “l’omino” nella guardiola della portineria. “Scusi Miss. Cerca il Dott. Danilo? Mi segua … l’accompagno” Maria Luisa cominciò ad andare in tilt … tutto bello, tutto lustro, tutto perfetto. Nel lussuoso e ampio Ufficio la quarantenne pavese venne accolta dallo smagliante sorriso … dell’uomo più affascinante della Lombardia e dintorni. Perse completamente la parola. “Maria Luisa, diamoci del tu … conosco il tuo nome … vuoi vivere una giornata indimenticabile? Ti offro la scelta. Puoi scegliere tra un pranzo con quaranta portate in un ricercato Ristorante dell’Oltrepò Pavese … oppure una romantica passeggiata a Valencia in Spagna, da raggiungere subito col mio aereo privato, dove ho un ampio appartamento vista mare? La mia sarà una compagnia discreta … unica … tra arte, poesia, musica e molto di più” Cosa poteva rispondere Maria Luisa? … “Partiamo, partiamo subito … Valencia è nostra … tutta nostra come la vita” (e ringraziamo Colui che ce l’ha donata) – miniracconto 20 di Dino Secondo Barili

GIULIANA E ANDREA … A PARIGI (19)

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GIULIANA E ANDREA … A PARIGI

Lunedì della scorsa settimana, Giuliana bellissima impiegata quarantenne pavese, non aveva voglia di andare in Ufficio. Si inventò una visita specialistica urgente e chiese una giornata di permesso. Siccome non aveva mai chiesto nulla, le fu subito concesso. La bellissima quarantenne pavese ne approfittò per una visita di routine che si risolse in dieci minuti o forse meno ed ebbe la giornata libera per fare una scappata a Milano. Milano è sempre Milano. Una persona sa come va a Milano … ma non sa come torna. Questo, almeno, è quello che raccontavano i vecchi. Infatti, Giuliana prese il treno a Pavia e in mezzora si trovò nel centro di Milano in piazza del Duomo. Giuliana si sentì soddisfatta. Poteva godersi la città più bella della Lombardia in lungo e in largo. A Milano, però, si incontrano più pavesi che a Pavia. E’ stato proprio in Piazza del Duomo che incontrò il suo vicino di casa, il Dott. Raffaele, un settantenne che aveva un debole per la quarantenne. “Giuliana stavo proprio pensando a te. Mio figlio Andrea deve andare a Parigi per un Convegno sulla semina dell’erba medica. Cerca disperatamente una persona di fiducia che conosca il francese. Saresti disposta ad accompagnarlo?” Giuliana conosceva di vista Andrea, il figlio del settantenne, ma non ci aveva mai parlato insieme. E’ stato in quell’istante che comparve Andrea. Per Giuliana è stato il classico colpo di fulmine. Non ha capito più nulla. Il fatto è che anche Andrea è rimasto abbagliato. Ormai non c’era più alcun motivo per … “non” andare a Parigi. Andrea e Giuliana salutarono il Dott. Raffaele e partirono all’istante per una delle città più belle del mondo … l’Amore non può attendere. (miniracconto 19 di Dino Secondo Barili)