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Adesso ti vedo più chiara.,
No, non è per il mezzogiorno,
per favore della mattina.,
E’ che tu piangesti ed io piansi,
ormai non vedendoci più,.
ma ci vedemmo dalle lacrime,
ma sei mi dai la mano debolmente,
se te la sento appena,,
non era un incontrarsi, no:,
era che ci stavamo congedando,
con la speranza che fosse un incontro.
(Pedro Salinas)

.

Donna completa, mela carnale, luna calda,
denso aroma d’alghe, fango e luce pestati,
quale oscura chiarità s’apre tra le tue colonne.
Quale antica notte tocca l’uomo con i suoi sensi
Ahi, amare è un viaggio con acqua e con stelle,
con aria soffocata e brusche tempeste di farina.
amare è un combattimento di lampi,
e due corpi da un solo miele sconfitti,
Bacio a bacio percorro il tuo piccolo infinito,
i tuoi margini, i tuoi fiumi, i tuoi villaggi minuscoli,
e il fuoco genitale trasformato in delizia,
corre per i sottili cammini del sangue,
fino a precipitarsi come un garofano notturno,
fino a essere e non essere che un lampo nell’ombra,
(Neruda)

.


I tuoi ridenti occhi mi baciano.

con delicate carezze di sole,
e insieme al tuo sguardo,
mi sorride anche la tua bocca;
tra un bacio e l’altro ti guardo.
e s’invola la mia fantasia,
in fantastici orizzonti lontani,
ti bacio ancora, ti ribacio,
e assaggio l’universo dei miei sogni.
(Baldo Bruno)

Notte dell’amore


Notte alta, noi due e la luna piena;

io che piangevo, mentre tu ridevi.
Un dio era il tuo scherno; i miei lamenti.
attimi e colombe incatenate.,
Notte bassa, noi due. Cristallo e pena,
piangevi tu in profonde lontananze.
La mia angoscia era un gruppo di agonie.
sopra il tuo cuore debole di sabbia.,
L’alba ci ricongiunse sopra il letto,
le bocche su quel gelido fluire,
di un sangue che dilaga senza fine.
Penetrò il sole la veranda chiusa,
e il corallo della vita aprì i suoi rami,
sopra il mio cuore nel sudario avvolto.
(Federico García Lorca)

Dolce

Dolce Stella vestita d’ori, d’argenti e di sogno,
tu che nel vortice magico di questa danza,
tocchi col tuo sensuale fioretto il mio sguardo,
e il mio cuore trafiggendoli a vita regalami ancora,
l’inquietudine dettata dal languore al mio stomaco,
dal profumo ammaliante della tua pelle,
di magici incensi dal mio desiderio di averti,
e dalla bramosia di sentire le tue mani,
che come note leggiadre e veloci penetrano,
dentro di me a raggiungere un posto all’ombra,
che solo noi due conosciamo fino a sentire urlare,
il silenzio dei tuoi occhi nei miei al dischiudersi,
delle nostre labbra per un lento bacio eterno,
(Alessandro Moschini)