L’inflazione dà una spinta all’euro… malgrado la BCE
La BCE incassa una buona notizia sul fronte macroeconomico. Secondo i dati diffusi da Eurostat, l’inflazione infatti è cresciuta all’1,9% tendenziale in maggio. A spingerla sono stati soprattutto i rincari dei prezzi del settore energetico, quelli per cibo e servizi. Viene quindi confermata la lettura preliminare, che conferma un rafforzamento rispetto ad aprile, la cui rilevazione è stata peraltro rivista al rialzo da Eurostat a 1,3% da 1,2%. Rispetto alle attese s’è mossa anche l’inflazione ‘core’, che è al 1,3% (1,1% escludendo anche i tabacchi).
Un segnale positivo per l’istituto di Francoforte non è giunto solo dall’inflazione, ma anche dai dati trimestrali riguardanti il costo del lavoro. Infatti i salari medi crescono dell’1,8% nel periodo gennaio-marzo rispetto all’1,6% del quarto trimestre 2017. Il costo del lavoro totale è cresciuto a sua volta, registrando un incremento del 2,0% (dal precedente 1,4%). Si tratta della crescita maggiore che è stata rilevata dalla fine del 2012. Gli analisti dei broker (qui c’è la classifica piattaforme di trading online migliori).
BCE, dati macro e la reazione dei mercati
Nel frattempo dopo questi dati macro su inflazione e lavoro, la coppia EUR / USD si aggrappa al territorio positivo, dopo la giornata al ribasso di ieri. A penalizzare il biglietto verde sono state anche le rinnovate preoccupazioni sulle questioni commerciali USA-Cina. Attualmente la coppia viaggia a 1.1607 come abbiamo visto su Markets.com (vedi guida markets.com cos’è come funziona).
Ricordiamo che ieri la Bce ha comunicato che un rialzo dei tassi non ci sarà prima della prossima estate, fissando luglio 2019 come mese di riferimento. Il messaggio lanciato dalla Eurotower ha spinto alla reazione positiva il mercato obbligazionario, che fino alla vigilia riteneva possibile un primo intervento già nel secondo trimestre del 2019. La BCE ha inoltre annunciato la chiusura definitiva del Qe entro fine 2018 (dopo settembre il piano acquisto mensile scenderà da 30 a 15 miliardi).