Bollette a 28 giorni, entro fine dicembre dovranno partire i rimborsi ai clienti
I rimborsi per le bollette a 28 giorni pagate in passato alle compagnie telefoniche, dovranno essere erogati entro il 31 dicembre di quest’anno. Lo ha stabilito l’AgCom, chiudendo il cerchio riguardo a una vicenda che s’è trascinata per un bel po’ di tempo. Un anno fa circa è scattato il giro di vite contro le bollette a 28 giorni, che sono state vietate per legge e non ci sono più. L’autorità ha sottolineato i «significativi profitti» realizzati dalle aziende con la cosiddetta tredicesima bolletta.
L’obbligo di rimborso per le bollette a 28 giorni
Scritta la parola “fine” a questa pratica, restava però ancora da stabilire una dead line per rimborsare i clienti per i comportamenti del passato, ovvero da quando è entrata in vigore la legge fin quando non sono state concretamente messe in atto le tariffazioni su base mensile. L’Autorità per le telecomunicazioni infatti aveva sanzionato le compagnie per 1,16 milioni di euro totali alla fine dello scorso anno. Avrebbero dovuto poi effettuare gli storni a partire da aprile scorso, ma dopo un ricorso al Tar del Lazio i rimborsi erano stati rinviati a causa dei tempi giudicati troppo stretti.
In seguito c’è stato un confronto tra le parti, sia con gli operatori che con le associazioni dei consumatori, e l’Agcom ha preso la sua decisione. Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb dovranno quindi mettersi in regola entro il 31 dicembre, restituendo in bolletta i giorni illegittimamente erosi agli utenti a seguito della fatturazione a 28 giorni. Il periodo da prendere in considerazione è quello che va dal 23 giugno 2017 alla data in cui è stata ripristinata la fatturazione su base mensile (più o meno i primi di aprile). Stiamo parlando di poco meno di un mese da rimborsare, anche se la restituzione di quanto addebitato ingiustamente potrà avvenire anche in più fatture. Inoltre il rimborso per le bollette a 28 giorni potrà avvenire anche sotto forma sconti, benefit, omaggi ecc da proporre ai singoli clienti dandone comunicazione alla stessa Autorità.
Secondo una vecchia stima del Codacons, questo obbligo potrebbe costare alle aziende circa 500 milioni di euro.