In piedi signori, davanti a una donna Anonimo

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Questi versi sono stati erroneamente attribuiti a Shakespeare,
purtroppo non si conosce l’autore, ma le parole sono significative.

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Per tutte le violenze consumate su di lei
per tutte le umiliazioni che ha subito
per il suo corpo che avete sfruttato
per la sua intelligenza che avete calpestato
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata
per la libertà che le avete negato
per la bocca che le avete tappato
per le ali che le avete tagliato
per tutto questo
in piedi, Signori, davanti ad una Donna.
E non bastasse questo
inchinatevi ogni volta che vi guarda l’anima
perché Lei la sa vedere
perché Lei sa farla cantare.
In piedi, Signori, ogni volta che vi accarezza una mano
ogni volta che vi asciuga le lacrime
come foste i suoi figli
e quando vi aspetta
anche se Lei vorrebbe correre.
In piedi, sempre in piedi, miei Signori
quando entra nella stanza e suona l’amore
e quando vi nasconde i dolore e la solitudine
e il bisogno terribile di essere amata.
Non provate ad allungare la vostra mano per aiutarla
quando Lei crolla sotto il peso del mondo.
Non ha bisogno della vostra compassione.
Ha bisogno che voi
vi sediate in terra vicino a Lei
e che aspettiate che il cuore calmi il battito
che la paura scompaia
che tutto il mondo riprenda a girare tranquillo
e sarà sempre Lei ad alzarsi per prima
e a darvi la mano per tirarvi su
in modo da avvicinarvi al cielo
in quel cielo alto dove la sua anima vive
e da dove, Signori, non la strapperete mai.
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Violenze con antiche radici! BASTA!!!!!

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Assiotea nel 348 a.C. gridava a Platone: “Sono stata venduta da mio padre a mio marito, e mio marito la notte delle nozze mi ha violentata, ubriaco, sopra un lenzuolo bianco che ha appeso alla porta di casa col mio sangue, per poter mostrare alla gente di Fliunte che io ero vergine, e poi se n’è andato nell’andròn accanto a giacere e fare l’amore per tutta la notte col suo bello! Tu, Platone, e tu, Aristotele… eravate in quella stanza: mio marito si comportava così perché voi, le massime autorità di questo paese, avete scritto che la donna è inferiore all’uomo per natura… anzi, che la donna è uno scarto della natura. Quella notte, e tutte le notti che sono seguite, mio marito si è comportato come la più feroce e spietata delle bestie, perché voi due gli avete insegnato che era giusto comportarsi così!”
speranza1

“Have I Told You Lately”

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C’è un amore che è divino
Ed è tuo ed è mio
Come il sole
E alla fine della giornata
Dovremmo rendere grazie e pregare
a quello, a quello
Ultimamente ho detto che ti amo?
Ti ho detto che non c’è nessun altra che te?
Riempi il mio cuore di gioia
Porti via tutta la mia tristezza
Allievi i miei problemi, ecco cosa fai
Porti via la mia tristezza, riempi la mia vita di gioia
Allievi i miei problemi, ecco cosa fai
Porti via la mia tristezza, riempi la mia vita di gioia
Allievi i miei problemi, ecco cosa fai

” Non ho smesso di pensarti,

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vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare, che mi manchi e che ti penso.
Ma non ti cerco. Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai. E mi manca saperlo. Hai progetti? Hai sorriso oggi? Cos’hai sognato? Esci? Dove vai?
Hai dei sogni? Hai mangiato? Mi piacerebbe riuscire a cercarti. Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai. Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci. E ricordami. E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno, che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse. Ed io ti penso ma non ti cerco.” (Charles Bukowski)
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Solitudine

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Di quella solitudine
mi avvalgo,
tra pioggia e sole.
Nella maliconia
del mio pensare,
dove il mio essere
può naufragare.
Scossa del ricordare,
il muto appannare,
confuso alla mente
appare.
Colori sbiaditi
dal tempo
in quell’irrefrenabile
sentimento.
Un cuore
che si vuole beare
del chiarore
di amare.
Resto nell’immobilità,
in quel limbo,
dove a nessuno
è concesso
entrare.
@quil@blu59
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