240. … e se dicessi ‘Buon Natale con tutto il cuore, con tutta me stessa’ …

CON TUTTO IL CUORE, CON TUTTA ME STESSA, BUON NATALE
Come fosse possibile fare altrimenti. Fare le cose con un pezzo di sé, intendo. Come fosse possibile muoversi a pezzi, smembrarsi da soli, andare nel mondo a brandelli.
Non è possibile, ma lo diventa. Lo diventa con quello che ci mettiamo in testa, con quello che accettiamo che ci venga messo nel cuore. Con le convinzioni, che ci fanno percepire come fossimo brandelli di noi stessi, e non poemi sontuosi, romanzi avventurosissimi, epopee infinite. Camminiamo nella vita “pensando” di non avere talenti e doni, di non avere coraggio, cortesia, sorrisi, fantasia, responsabilità, capacità di durata e di preveggenza, creatività … “Pensando di” e non “Essendo”.

Il mio augurio di Natale è che riusciamo a fare le cose con tutt* noi stess*, a vivere in pienezza di sé.

Ci sono i ricordi che ci aiutano a riprendere le fila. I ricordi che servono non a inondarci di nostalgie, ma a ricordarci chi siamo.
Quelle volte che …
… mia madre mi portava a vedere ogni anno il Presepe fatto dalle suore di Maria Bambina. Occupava un’intera grande stanza, dove entravamo tenendoci per mano: i pupazzetti si muovevano, e c’era il giorno e la notte, e un musica celestiale come si conviene alla Notte Santa; e io “ero” la bambina più felice della terra in quei momenti;
… mio padre faceva il presepe a casa. Dopo un po’ di brontolii temporaleschi, armava strutture degne del suo mestiere, e la nostra casa diventava la casa di presepi grandi e fiabeschi, e noi vincevamo sempre il primo premio. Ma era un po’ anche dei vicini, che non volevano restare esclusi da quelle costruzioni magiche e partecipavano entusiasti con noi: e io “ero” la bambina più felice della terra in quei momenti;
… correvamo nei boschi con gli amichetti e le amichette per prendere il muschio che avrebbe ammorbidito i nostri presepi fatti di strade di farina, di fiumi di carta celeste ricoperta con carta lucida e trasparente, di laghetti costruiti co pezzetti di specchi, e con tutti i personaggi immobilizzati dall’incantesimo dell’attimo della Nascita del Bambino; e io “ero” la bambina più felice della terra in quei momenti;
… facevamo i presepi in chiesa, per tanti tanti tanti anni. Quello di luce e di blu; quelli dove le persone potevano camminarci dentro e dove la titubanza iniziale fu rotta da una donna, che lo attraversò felice; quello maestoso con numerosi livelli di prospettiva; quello svelato da un gruppo di bimbi piccoli piccoli entrati in chiesa cantando a mezzanotte, vestiti da angioletti con le ali di carta e una candelina in mano; e io ero la ragazza e poi la donna più felice della terra in quei momenti;
… faccio il presepe e reinvento quel mondo immobile, ma reso cangiante dalla mia fantasia e dalla mia commozione; e sospendo ogni informazione nota e già data nell’attimo in cui metto il pastore che per primo vede la stella, il mio personaggio preferito, dopo il gruppo della Natività; e io “sono” la donna più felice della terra in quei momenti.
Perché è con tutt* se stess* che si riesce a vedere la stella cometa che solca il cielo buio, perché bisogna avere l’intero cuore quando il buio piomba nella vita. Non “pensare” che è buio, ma “essere” pronti all’attimo che arriva. Adoro quel pastore che per primo vede la stella cometa e sveglia gli altri pastori e partecipa la sua meraviglia. E’ lì, perennemente con il braccio alzato e la mano sulla fronte, come quando si guarda lontano; perennemente a vedere per primo la sua stella cometa, con tutto se stesso, con tutto il cuore, ché altrimenti non l’avrebbe vista, ed è il pastore più felice della terra in quei momenti.
E’ QUESTO IL MIO AUGURIO DI BUON NATALE.
CON TUTTA ME STESSA, CON TUTTO IL MIO CUORE, AUGURI CHE POSSIAMO “ESSERE TUTT* NOI STESS*, CON TUTTO IL NOSTRO CUORE”. E AGGIUNGO ANCHE “FELICI”. E “SEMPRE”.
240. … e se dicessi ‘Buon Natale con tutto il cuore, con tutta me stessa’ …ultima modifica: 2020-12-25T20:43:27+01:00da mara.alunni