247. i have a dream, anch’io

Incanto.
Inverno nudo come un’anima che sta per nascere.
Piccoli sentieri d’acqua scivolano sui vetri e lasciano scie trasparenti, sono lenti sfocate che difformano il cielo, i rami nudi, l’orizzonte. Così come fanno le lacrime.

Prodigio.
Lampi di luce secca di tramontana illuminano le piccole cime delle curve dei rami, tracciando il percorso di un mutevole campionato per gli occhi, una gara che è vinta da chiunque si posi a guardare senza tempo.

Meraviglia.
La trama dei rami scuri risalta sul cielo latteo, un disegno di stradine e di bivi, di ricciuti cammini che sono foreste nel cielo. Trovarsi e perdersi in un quadro in bianco e nero, una mappa momentanea che varia al soffiare impetuoso del vento.

Mi abbraccio.
Il miracolo dell’inverno è ridursi all’osso, allo stremo, alla fine delle risorse di cibo. Così è nella natura. Anche nel cuore, a volte. Tutto è essenza e fondamento.

Riflessioni.
Torna un sogno. I have a dream, anch’io.
Eccolo.
Ci sono i potenti della terra, usciti dai loro palazzi, scesi dai loro balconi, senza bagagli, con il solo abito che indossano. Con sé portano una sedia di legno, semplice, essenziale come il silenzio che sembra diventato adesso il motore dei loro passi solerti. Vanno, i potenti della terra. Vanno in mezzo alle macerie delle città della Siria, insieme ai bambini dai vestiti laceri, sporchi di terra e impolverati come il tempo impolvera la vita di quegli  anziani che si riempiono di amarezza, i piccoli corpi malnutriti, i loro occhi stupiti e tristi. Vanno in mezzo a loro i potenti della terra, e si siedono sulle briciole dei mattoni, di ciò che resta di case, di vite, di sogni. E aspettano. Sfidano chi, tra i potenti, è ancora deciso a fare guerre, sfidano a buttare bombe proprio lì, dove si sono seduti . Sfidano di persona, in silenzio: le parole cadono inutili, rotolano come ciottoli e arrivano ai fiumi e al mare per rigenerarsi.
Il vocabolario del silenzio … lo immagino, lo sfoglio, apprendo migliaia di silenzi …

Lasciateci in silenzio.
Li immagino i potenti, spostarsi ognuno con la propria sedia ogni giorno più usurata e consunta ma arricchita di giustizia, spostarsi dove vengono distrutte le foreste, sedersi davanti alle macchine che tagliano alberi e erbe e diversità, e farsi alberi e erbe e diversità, e vedere se la loro presenza – non le loro parole- fermerà la devastazione.
Li immagino seduti nei villaggi poveri del mondo, li immagino seduti dove si muore di fame.
E li immagino seduti nelle vetrine dei negozi, seduti nei rutilanti centri commerciali, seduti nel vuoto dell’abbondanza superflua e aspettare di venire acquistati anch’essi, i potenti, ridotti a merce come tanti esseri umani lo sono nei più svariati modi.
Li immagino seduti nelle chiese di ogni religione, li immagino seduti nelle scuole, negli ospizi, negli ospedali.
Li immagino a prendere dal mondo ciò che con la loro responsabilità hanno messo nel mondo, e non nei paradisi dorati di cui si servono.
Una semplice sedia, e passi che li portino dovunque ci sia qualcosa qualcuno da rendere umano.
I potenti che si sono fatti inverno, ramo nudo, anima ed esperienza.

E’ inverno, lo specchio più limpido dell’anima nuda che sta per nascere, il ventre della gestazione più pura, il seno più generoso che non nega a nessuno la rara goccia di latte rimasta. A nessuno.
E’ l’inverno che si fa presenza silenziosa, condivisione di esperienze, trama di relazioni tra profondità ed estensioni.
Inverno, scuro e protettivo involucro del più lucente diamante, del più raro e prezioso seme, come ognuno di noi è in ogni attimo della vita.

Incanto.
Prodigio.
Meraviglia.

https://www.youtube.com/watch?v=_DJzcEYWXSg

https://www.youtube.com/watch?v=gD4mpyEHiFo

 

247. i have a dream, anch’ioultima modifica: 2021-01-26T16:52:00+01:00da mara.alunni