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SALA3 |OPERA DOMUS Cronaca di un progetto d'arte virtualizzata


Carlo Marchetti | Daniela Zannetti

Il tempo dei ricordi (dettaglio soppalco). L'immagine del treno fermo, o deragliato, è oggi l'immagine dell'immobilità della nostra vita quotidiana (Carlo Marchetti 31 marzo2020). O L'io giocante e l'opera in-esplorata (dal fotografo ).

L'8 febbraio 2020, mentre si inaugurava col suo Vernissage TRACCE, la personale di Carlo Marchetti come Anteprima di Opera Domus  7IDee + non potevamo nemmeno lontanamente immaginare che un mese esatto dopo avremmo iniziato una quarantena di distanziamento sociale per l'emergenza COVID19. L'8 marzo è stata possibile la mia ultima visita a questo meraviglioso, magico e dinamico Casale di via Vecchia Napoli col suo lato nobiliare, per gli ultimi atti dell'allestimento dell'evento previsto il 21 marzo 2020, come Equinozio di primavera e saluto allo Studio d'artista.  Il lavoro iniziato nel luglio 2019 era ad un passo dal prendere forma. Scelte e valutate criticamente le opere degli artisti, visitandone gli studi. Identificato e organizzato il percorso espositivo nelle varie sale titolate ai "genius loci" ovvero agli artisti appartenenti al vissuto del Marchetti le cui opere erano permanenti nelle stanze - Alessandra Di Francesco, Giorgio Galli, "Mario Schifano", Achille Pace, Francesco Cervelli, Paolo Romani-  non restava altro che allestire definitivamente e comunicare l'evento ufficialmente e i nomi dei 7 artisti in transito, ospiti: Stefania Sabatino, Karin Lindström, Artista inconnu, Ceciclia De Paolis, Claudio Marini, Anna Onesti, Ferdinando Gatta.  Nel fervore della lavorazione di questo progetto d'arte inedito, costruito lentamente sui racconti di Carlo, sulla condivisione del lavoro in progress, e le svariate visite al casale in cui  è capitato di festeggiare anche il mio compleanno, coincidente in uno degli appuntamenti delle riunioni d'intento artistico, ci siamo ritrovati improvvisamente a far conto coll'impossibilità di proseguire.

L'arresto tuttavia non ci ha fermati. Intuisco che il termine IDEE contenuto nel titolo, come idee artistiche degli autori coinvolti e più, poteva trasformarsi in ID, identificativo di rete. Numero virtuale di ogni utenza connessa e trasferire così il progetto nel virtuale. Questo accadde il 10 marzo, iniziammo a lavorare per OPERA DOMUS sulle pagine di Artisti in Transito già strutturata per essere una galleria Virtuale con l'hashtag #iovadocolmioID. Un modo per esserci, per andare senza muoversi, costretti a casa dall'emergenza coronavirus.

Da quel momento non c'è stata più alcuna fretta per l'evento ma tuttavia sentire  premura e urgenza per allestire la mostra virtuale comunque in tempo per il giorno fissato. Come curatrice di 7IDee + l'obiettivo era di concludere il percorso virtuale di Opera, anche e proprio nella sua virtù nominativa di prodotto concluso. Per onorare l'impegno preso con gli artisti per il confronto sull'arte. E che dire poi del maestro Achille Pace, una delle voci dell'astrazionismo del novecento italiano, partecipe con le sue opere  e un Avatar tecnologico a 96 anni!

Se la mostra avesse potuto proseguire nel reale, senza i problemi attuali, si sarebbe già svolta e dopo il Vernissage del 21 marzo  il casale Marchetti non sarebbe stato più visitabile. Proseguendo nel virtuale, tuttavia e così, la mostra resta aperta e a un pubblico esteso di utenze internaute. Con la speranza che al termine di tutto, si possa realizzare la mostra in ambiti reali, in un Museo. Con l'opportuno vernissage e aperitivo di rito. Per darvene una percezione quanto più reale e sinestetica ho lavorato quotidianamente con attenzione alla selezione delle foto degli ambienti, alla presentazione digitale delle opere. Di una in particolare è stato possibile un inserimento quanto più vero al possibile, trattandosi di un abito scultura da presentare sul ballatoio della scala che riunisce i due piani del casale (Sala4).

Un lavoro tecnico e creativo fatto di digitalizzazione delle opere, delle foto degli artisti, descrizioni e recensioni. Illuminare poi e rendere visitabile la mostra tramite un "linkage" di Sala in Sala. Ogni Sala taggata, snippata, indicizzata in Google e altri motri di ricerca come Bing  o Arianna, e da aggregatori come Libero24x7 e infine commentata dagli spettatori e dagli Artisti- sarà tutto raccolto nel Guestbook-  con la splendida mediazione di Carlo Marchetti, promotore, coeditore dell'iniziativa, nume tutelare in assoluto di Opera Domus, nonché saggio artista, consigliere. Amico. Credo non sia poco dare questa opportunità di Arte a molti in questo momento critico. "L'arte può rispondere alla domande che ci poniamo, più di un giornale" -  come si legge in Infra - ordinario di Daniel Perec - monsier Perec prende appunti (appunto) e lascia tracce di un quotidiano indagato speleologicamente, in profondità.

Ho scelto di inserire "questa cronaca" nella Sala 3 studio di Carlo Marchetti perché qui mi ha invitato a presentare alcuni miei lavori. Inizialmente, pensando principalmente a comunicare il progetto, ho preferito indicare la presenza di un artista inconnu piuttosto che autoreferenziarmi. Avendo a che fare con l'arte e la pittura da sempre ed espletandola in infinite competenze oggi posso presentare i lavori, a fianco di quelli di Carlo Marchetti ( in buona sostanza è lui che mi ha scelto e collocata tra gli artisti e gliene sono infinitamente grata).

Si tratta di opere di sintesi grafico pittorico e digitale che utilizza composizioni di fotografie, ricordi di soffitta, quadri e allestimenti da me realizzati nel tempo e anche stimoli ricevuti durante tutto  il processo del progetto, le influenze ricevute dai contenuti degli artisti stessi di OperaD.  In particolare la prima intuizione è stata Ö, dall'alfabeto svedese di Karin Lindström (Sala 2). L'artista mi aveva spiegato che  Ö, öde, è Isola deserta. "Parole vecchie, vecchie, ormai quelle". "E sai come si scrive fiume/ruscello - proseguendo? - Å".

L'antico alfabeto svedese è fatto di immagini. La Å mi fa pensare ad un compasso, un uomo stilizzato che traccia il suo luogo, un cerchio, una ö, la sua isola attraversata da un ruscello sinuoso.  Così queste lettere sono presenti nelle opere come un Tao attorno ai dualismi, alle forze che si contrappongono dalle quali emergiamo, o voliamo, o dipingiamo. Le altre opere che mi hanno influenzato sono quelle che attengono al filo e alle trame, ai ricalchi, ai sigilli, alle carte e al volo, "i pennelli"  (Cecilia de Paolis, Achille Pace, Alessandra de Francesco, Anna Onesti - rispettavemente Sala4 , Sala5, Sala1, Sala6) e forse per primo, ma questo da tempo, la pittura di Giorgio Galli (Sala 2). Un artista che mi ha dato la consapevolezza di poter inserire segni non propriamente pittorici all'interno di un'opera, come lettere, testi e altri oggetti materici. Da Marchetti, ho subito il più piacevole dei suggerimenti. La fiducia nel proprio opera-to. Le prime discussioni sulle opere digitali esposte sono avvenute tramite questo confronto.

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