Spinaci bionici, rilevano esplosivi ed inquinanti. Nanosensori inviano allerta.

Piante di spinacio diventano ‘bioniche’. Arricchite con nanotubi di carbonio nelle foglie, si trasformano in sensori capaci di rilevare presenza di esplosivi nel terreno ed allertare inviando email su smartphone. Scenario fantascientifico diventato realtà nei laboratori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, dove si sviluppano anche altre piante bioniche capaci di monitorare l’ambiente e dialogare con l’uomo, ad esempio per riferire la presenza di inquinanti o una imminente siccità.
‘Obiettivo della nanobionica applicata alle piante è quello di introdurre nanoparticelle per ottenere delle funzioni che normalmente non sono presenti in natura”, spiega Michael Strano, coordinatore dello studio pubblicato su Nature Materials. ”Le piante sono molto reattive all’ambiente, possono rilevare piccolissime alterazioni delle proprietà del suolo e del potenziale dell’acqua. Sfruttare le loro vie chimiche di comunicazione – aggiunge il ricercatore – darebbero accesso ad una miniera di informazioni” preziose per l’agricoltura di precisione: permetterebbero non soltanto di monitorare l’ambiente, ma anche di conoscere meglio la fisiologia delle piante, la loro salute e il modo per massimizzare la produzione di molecole rare, impiegate ad esempio nei principi attivi.
Creare gli spinaci anti-esplosivo, i ricercatori del Mit hanno inserito nelle foglie delle piante dei nanotubi di carbonio sensibili ai composti nitroaromatici presenti negli esplosivi. Quando la pianta assorbe queste sostanze dal terreno, nel giro di pochi minuti, i nanotubi emettono un segnale fluorescente che può essere letto da una camera a infrarossi collegata ad un piccolo computer, simile a quello di uno smartphone, che invia una email di allerta.

India, piantati 50 milioni di alberi in un solo giorno!

Nello stato dellʼUttar Pradesh sono stati piantati milioni di alberi in 24 ore nell’ambito di un progetto di riforestazione e lotta all’inquinamento.
Un’impresa titanica e di grande impatto, per lanciare un segnale forte ed entrare nel libro del Guinness dei Primati. Nello stato dell’Uttar Pradesh, uno dei più popolosi dell’India, sono stati piantati oltre cinquanta milioni di alberi in una sola giornata. Il primo albero è stato piantato, alle cinque del mattino dello scorso lunedì, dal primo ministro Akhilesh Yadav, dopodiché è toccato a centinaia di migliaia di persone piantumare milioni di piantine di ottanta specie diverse di alberi distribuite dalle autorità.
Nello stato dellʼUttar Pradesh sono stati piantati milioni di alberi in 24 ore nell’ambito di un progetto di riforestazione e lotta all’inquinamento.
Un’impresa titanica e di grande impatto, per lanciare un segnale forte ed entrare nel libro del Guinness dei Primati. Nello stato dell’Uttar Pradesh, uno dei più popolosi dell’India, sono stati piantati oltre cinquanta milioni di alberi in una sola giornata. Il primo albero è stato piantato, alle cinque del mattino dello scorso lunedì, dal primo ministro Akhilesh Yadav, dopodiché è toccato a centinaia di migliaia di persone piantumare milioni di piantine di ottanta specie diverse di alberi distribuite dalle autorità.
Oltre 800 mila persone hanno preso parte all’iniziativa, tra cui studenti, legislatori, funzionari governativi, casalinghe e volontari provenienti da organizzazioni non profit, piantando gli alberelli nei punti designati, lungo strade di campagna e autostrade, binari e terreni forestali.
Alberi contro lo smog.
L’iniziativa è nata per cercare di contrastare l’inquinamento che affligge l’India, uno dei paesi più inquinati al mondo, e per avviare un intenso processo di rimboschimento e di conservazione dell’ambiente, come parte degli impegni assunti al vertice sui cambiamenti climatici svoltosi lo scorso dicembre a Parigi. “Il mondo ha capito che sono necessari seri sforzi per ridurre le emissioni di carbonio per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, Uttar Pradesh ha fatto un grande passo avanti in questo senso”, ha dichiarato il primo ministro Akhilesh Yadav.

Unicef, sono 300 milioni i bambini che respirano aria tossica!

Trecento milioni di bambini nel mondo pari a quasi uno su sette, respirano aria “tossica”, vivono in luoghi in cui i livelli di inquinamento sono sei volte più alti degli standard fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Complessivamente i bambini esposti ad aria inquinata sono due miliardi e di questi un terzo vive nell’India settentrionale e nei Paesi vicini, con gravi rischi per la salute a causa di possibili danni a polmoni, cervello e altri organi. A lanciare l’Sos è un rapporto dell’Unicef pubblicato oggi.

I dati vengono diffusi a una settimana dal via alla conferenza sul clima Cop22 di Marrakesh, in Marocco, cui l’Unicef chiede di prendere misure urgenti per ridurre l’inquinamento atmosferico. Questo, spiega in una nota Anthony Lake, direttore esecutivo Unicef, “è uno dei principali fattori di morte per circa 600 mila bambini sotto i 5 anni e minaccia vite e futuro di altri milioni di minori ogni giorno”.

Le immagini satellitari analizzate dal rapporto “Clear the Air for Children” confermano che circa 2 miliardi di bambini respirano aria inquinata, per lo più a causa delle emissioni dei trasporti, dell’uso massiccio di combustibili fossili, della combustione di rifiuti. Vivono in luoghi che superano i livelli minimi di qualità dell’aria stabiliti dall’Oms. Il triste primato va all’Asia meridionale, dove 620 milioni di bambini sono interessati. A seguire l’Africa con 520 milioni e poi la regione dell’Asia orientale e Pacifico con 450 milioni di bambini.