Il freddo si insinuava tra le balze dell’abito da sera, con i tacchi altissimi e dopo aver riflettuto a lungo se valeva la pena partecipare, non più per mancanza di desiderio, ma per ragioni molto personali che avevano più a che fare con l’essere e non essere, avere e non avere.

Là stavo guardando quello che 15 anni fa avrei voluto, i miei amici e la mia stessa famiglia, fuochi d’artificio con il mio nome in rosa, mille cambi d’abito con tanti glitter e foto, tante foto.

D’altra parte, sono arrivata come una straniera nella mia terra, la figlia prodiga, la figlia maggiore, quella che nessuno conosceva , non ho mai saputo se è quello che fanno le famiglie normali per abitudine o perché lo fanno davvero ci ho pensato.

Col passare del tempo mi sentivo come un pesce nell’acqua, quella grande e pazza famiglia che avevo sempre desiderato era lì, le zie fumatrici, la nonna, i mille zii che confondo sempre e tanti tanti nipotini, ecco cosa ho vinto , sentendoti parte di un mondo che non era il mio, scommettimi quale regina sul trono della sorella maggiore.

E in quel piano da regina qualcuno che era e non era nella mia vita e dopo ieri voglio che sia, lo ha confermato, magicamente quella notte mi sono sentita ed ero una regina, erano passati anni luce da quando hanno aperto la portiera della macchina o toccato la schiena o mi ha abbracciato in pubblico.

Ho capito che sì, per strane ragioni e forse al di là della mia comprensione c’era qualcuno che era disposto ad attraversare l’intera città per vedermi e che era anche abbastanza grande per partecipare a un evento di famiglia e quindi penso di no, che non tutto è perduto, che ho il diritto e merito di essere trattata, non più come una principessa, perché non lo sarò mai più, ma come una regina.

E me ne sono andata con il cuore pieno di doni, sentendomi parte di qualcosa che non sapevo di avere, accompagnata da un principe azzurro che ha oltrepassato i miei limiti senza che lui se ne accorgesse e che mi ha regalato più di una notte, in una notte lunare piena di voglia di credere ancora.