GLI ITALIANI SENZA LAVORO SARANNO ESPULSI DALLA GERMANIA? LO STABILISCE UNA LEGGE.

IN TODAY
Gli italiani senza lavoro saranno espulsi dalla Germania? Lo stabilisce una legge
“Nella comunità dei cittadini europei, anche italiani, che vivono in Germania da meno di cinque anni e non hanno un lavoro, serpeggia l’incubo espulsione.“
GLI ITALIANI SENZA LAVORO SARANNO ESPULSI DALLA GERMANIA? LO STABILISCE UNA LEGGE.
COMMENTO DI Ippazio ieri sera: 23 SETTEMBRE 2018, 23:05
“Ho trovato anche questo sul sito di Radio Colonia. Alcune precisazioni sul nostro servizio riguardante le lettere ricevute da diversi italiani in Germania percettori di sussidi sociali. AGGIORNAMENTO del 23.09.2018 Purtroppo il nostro servizio andato in onda il 19.09.2018 ha provocato libere interpretazioni e conclusioni da parte di molti colleghi della stampa italiana, da cui prendiamo le distanze, ci teniamo a precisare alcune cose. Questo per evitare ulteriori speculazioni e ricostruzioni fantasiose. Ribadiamo che, stando alle nostre stime, nell’arco di un anno (agosto 2017- agosto 2018), sono circa un centinaio le lettere recapitate ad italiani in cui si prospetta un eventuale rimpatrio. Il numero è circoscritto e non si tratta certamente di un fenomeno di massa, come alcuni organi di stampa hanno voluto riportare. A chi vengono inviate le lettere? In base alla vigente normativa tedesca, dopo un anno di lavoro, si matura il diritto al sussidio di disoccupazione, che ha la durata di 6 mesi. Per altri 6 mesi, nel caso se ne faccia richiesta, si possono percepire prestazioni di sostegno sociale. Superato questo periodo, se non si risiede in Germania da almeno cinque anni, o si svolge una prestazione lavorativa di almeno 10,5 ore settimanali, non vengono più erogate prestazioni assistenziali. Succede quindi che alcuni comuni, dopo aver ricevuto l’informazione da parte dei Jobcenter (gli uffici del lavoro locali) di richieste di rinnovo di aiuto sociale, oltre i 6 mesi garantiti, venendo a mancare i requisiti previsti dalla legge (come detto, 5 anni di residenza o prestazione lavorativa di almeno 10,5 ore settimanali), questi “consiglino” agli italiani, e agli altri stranieri di origine europea, di lasciare il Paese, a meno che non dimostrino di essere alla ricerca di un lavoro. Questa la legge di riferimento: Freizügigkeitsgesetz/EU vom 30. Juli 2004 (BGBl. I S. 1950, 1986), das zuletzt durch Artikel 6 des Gesetzes vom 20. Juli 2017 (BGBl. I S. 2780) geändert worden ist”. Stand: Zuletzt geändert durch Art. 6 G v. 20.7.2017 I 2780. Discutibile è che alcuni comuni, a fronte di una legittima negazione di una prestazione sociale, facciano seguire l’invito a lasciare il territorio federale, pur trattandosi di cittadini comunitari. Ancora una precisazione: di fronte a titoli di giornali italiani, secondo i quali la Germania caccerebbe gli italiani poveri dal proprio territorio, facciamo notare che, degli oltre 700.000 italiani residenti in Germania, circa 70.000 percepiscono in modo pieno e legittimo un sussidio sociale.”

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MACRON E IL REDDITO UNIVERSALE

IN QuiFinanza,13 settembre 2018

Macron annuncia un reddito universale contro la povertà

Il presidente francese:
“Con una legge nel 2020 creeremo un reddito universale
per consentire a tutti di vivere decentemente”

“Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron mette a punto un piano contro la povertà da 8 miliardi di lire che guarda con favore ad un reddito universale per le famiglie più povere, misura che in qualche modo ricalca quella del reddito di cittadinanza del Movimento 5 Stelle in Italia.

“Questa misura sarà universale – spiega Macron – perché tutti possono rivendicarla non appena il proprio reddito scenderà al di sotto di una certa soglia”. Sarà ‘semplice, equo e trasparente, uniremo il maggior numero di benefici sociali per fornire finalmente una risposta unica per garantire che le persone vivano con dignità. Si tratta di far tornare le persone al lavoro’..”

ARTICOLO INTERESSANTE.

Dai contenuti si evince quanto le Nazioni europee siano simili anche nella propositività delle idee. Tuttavia gli screzi verbali, pettegolezzo e interessi economici conducono il continente Europa a diverbi, ostilità, vendette.

Ma torniamo al reddito universale. Le Nazioni procedono, nonostante le crisi economiche che si alternano, a un Pil mondiale in aumento. Esiste oramai un rapporto inversamente proporzionale tra il lavoro e l’occupazione in diminuizione e l’accrescimento della ricchezza. “Dopo la globalizzazione senza direzione” si potrebbe essere ottimisti su nuovi concetti di mondializzazione dove parte della ricchezza possa andare ai ceti impossibilitati a competere con un sistema alienante ma redditizio? Il reddito universale potrebbe essere inteso proprio in questa direzione. a.r.

RIFORMA DEL LAVORO PARTENDO DAI CENTRI PER L’IMPIEGO

Autore Stefano Olivieri Pennesi

RIFORMA DEL LAVORO PARTENDO DAI NUOVI CENTRI PER L’IMPIEGO (articolo vecchio ma attuale)

..”La forza lavoro è sicuramente un “bene inestimabile” e aggiungerei un “valore non negoziabile”, l’inoccupazione o per meglio dire il non fare nulla, come per la categoria dei Neet, va aggredita come un male sociale, poter disporre realmente di un sistema integrato, a favore dei soggetti in stato di disoccupazione, deve far convogliare, massivamente, l’insieme di offerte lavorative, formative, di inserimento, di apprendistato, di stages, di sostegno all’avvio di attività imprenditoriali autonome. Tale strumento nazionale, dotato di massima visibilità, accessibilità e fruibilità, dovrà permettere una contendibilità di chi cerca lavoro, su tutto il territorio, e dovrà necessariamente conciliarsi ed avvalersi delle diverse iniziative assunte e/o programmate dalle Regioni e dagli altri attori dell’intero sistema. Questo nuovo quadro di interventi nazionali può sicuramente trarre spunti ed esempi dal funzionamento del sistema politiche per il lavoro, adottato in altri Paesi del perimetro comunitario, beneficiando quindi di esperienze già vissute e che hanno prodotto concreti risultati sul fronte occupazionale e di sussidi e sostegno al reddito, per la forza lavoro posseduta dalla nostra nazione.”

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[*] Professore a contratto c/o Università Tor Vergata, Roma – titolare della cattedra di “Sociologia dei Processi Economici e del Lavoro”. Il Prof. Stefano Olivieri Pennesi è anche Dirigente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Ogni considerazione è frutto esclusivo del proprio libero pensiero e non impegna in alcun modo l’Amministrazione di appartenenza ai sensi della Circolare del Ministero del Lavoro del 18-3-2004.

SERVIZIO CIVILE 2018

.. “6 settembre 2018 – Fino al 28 settembre 2018 è possibile presentare domanda per diventare volontari di Servizio Civile e partecipare a uno dei 5.408 progetti che si realizzeranno tra il 2018 e il 2019 su tutto il territorio nazionale e all’estero.
I posti disponibili sono 53.363 e coinvolgono i giovani tra i 18 e 28 anni.
Nel bando nazionale del Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei ministri, sono inseriti anche i 94 progetti all’estero, che vedranno impegnati 805 volontari, e i 151 progetti “sperimentali” che consentiranno a 1.236 giovani di “collaudare” alcune novità introdotte dalla recente riforma del servizio civile universale.”..