ARTICOLO DI “QUI FINANZA”

DAL WEB: QuiFinanza-Febbraio 2018

“Sono quasi 100mila, secondo l’Istituto nazionale di statistica, gli italiani che lo scorso anno hanno lasciato l’Italia per andare a vivere all’estero. Certo vanno in cerca di occasioni di lavoro, ma in alcuni di questi Paesi trovano anche forme di welfare particolarmente convenienti, anche in termini di Sussidi di disoccupazione e reddito di cittadinanza. Cioè sorte di salario anche se non si lavora. Perchè in futuro avrà sempre meno senso dividersi fra sostenitori e oppositori della flessibilità sul lavoro, quanto piuttosto chiedersi se il lavoro potrà ancora essere il paradigma di reddito. Vediamo di seguito vantaggi oggettivi e dubbi sul reddito di cittadinanza, ed una panoramica sui redditi di cittadinanza in Europa in attesa Italia, unico paese insieme alla Grecia a non prevedere forme di sostegno di questo tipo.”
Anche l’Italia si avvia verso forme di Welfare nordisti. Tuttavia il discorso sul lavoro non potrà essere archiviato solo con forme di aiuti al reddito o bonus a qualunque titolo. Cosa sostituirà il lavoro nella forma contrattuale sociale dove chi lavora ha diritto al salario; dove la contrattualità del lavoro sarà difficilmente sostituibile da altra contrattualità che possa concorrere parimente alla “pace sociale”? Gli aiuti sociali trovavano ragione quando l’industrializzazione era fiorente e si alternavano periodi di lavoro e periodi di cassa integrazione. Oggi è lo stesso sistema lavoro che cambia forma diventandone a volte aleatorio e evanescente. Un tempo si protestava perché si lavorava troppo ora si mendica il lavoro.

LA COSTITUZIONE E IL LAVORO

IN: L’articolo 4 Costituzione e il principio lavorista – La Legge per Tutti

https://www.laleggepertutti.it/140216_larticolo-4-costituzione-e-il-principio-lavorista

ARTICOLO 4 – PRINCIPIO LAVORISTA

Questo articolo amplia l’articolo 1.

“Considera il lavoro sia un diritto che un dovere; è inteso come un diritto fondamentale che lo Stato deve riconoscere favorendo tutte le condizioni per realizzarlo attraverso le politiche occupazionali e limitando la disoccupazione, e come dovere morale che ogni individuo dovrebbe compiere perché il lavoro viene inteso anche come strumento per affermare le proprie capacità e la propria personalità. Il lavoro è posto a fondamento della nostra Repubblica come diritto-dovere. ..”

PERDERE IL LAVORO

Perdere il lavoro è una terribile separazione a meno che non si abbia un’alternativa. Il licenziamento provoca dolore e a volte disperazione! Dai lavori meno specialisti come badanti, colf, addetti al lavoro generico a quelli più specialistici. Ricorrere alla CONCILIAZIONE è a volte una misura lenitiva. Chiudere un rapporto di lavoro senza avere la percezione di essere stati sfruttati, malpagati, umiliati, poco tenuti in considerazione è altamente frustrante. Alcuni sentono il licenziamento come un attacco alla propria dignità; la stima di se stessi vacilla e a volte trascorrono periodi molto lunghi prima di cercare un nuovo lavoro. Alla CONCILIAZIONE dovrebbe sempre seguire il REWORK o ricollocazione, molto di più che andare in disoccupazione o usufruire di supporti al reddito. Il REWORK è uno step fondamentale per chi ha necessità di lavorare e vuole elaborare subito la frustrazione della separazione da licenziamento o dimissione. La dimissione se indotta da mobbing o altri comportamenti ostili risulta essere devastante psicologicamente e finanziariamente. Ricollocarsi non è solo fondamentale per guadagnare il salario o lo stipendio ma è indispensabile per accumulare periodi di lavoro continuativi che permetteranno nel futuro l’accumulo dei contributi, utili ad una pensione se mai ve ne sarà una! Nell’incertezza di cambiamenti per la pensione è bene prepararsi per ciò che la legge oggi consente. Si potrebbero evitare errori da esodati? Vale a dire senza lavoro e senza reddito? Il lavoro cambierà forma ma non si sa ora quando accadrà. Le previsioni non sempre si avverano. Il REWORK attuale allena i giovani, gli adulti e i diversamente giovani alle sorprese future; a quel futuro breve o lungo che comunque non sarà più stabile e convergente. Il REWORK quale formula di ristrutturazione di se stessi e delle proprie competenze allena a comportamenti duttili, flessibili che formano il pensare plastico. Le società mondiali in fermento con la tecnologia come compagna ma anche con sacche di gente poco professionalizzata devono trovare l’equilibrio tra umanità e condizioni sociali utili. La massa volenterosa non professionalizzata deve sopravvivere e gli illuminati dovrebbero illuminare chi la luce non la possiede; creare da una massa informe priva di lavoro e sussistenza una massa utile a se stessa e alla società. Salp