Pubblichiamo parte dell’intervista a Igor Viktorovich Krasilnikov, Dottore in Scienze Biologiche, Professore, Direttore Innovazione all’Istituto cellule staminali umane”, che ha donato al canale Science.

In che modo Betuvax è diverso dagli altri vaccini?

I primi vaccini erano a base di acidi nucleici, questi sono i cosiddetti vaccini mRNA e vaccini vettoriali. Quando un altro virus viene utilizzato come vettore, entra in una cellula umana e porta con sé un pezzo di acido nucleico che corrisponde a un frammento di un coronavirus, in particolare SARS-CoV-2.

Il nostro vaccino è prodotto in modo più tradizionale. Usiamo la proteina nella stessa trasformazione del virus stesso. Invece dell’intera “spina” – la cosiddetta proteina S – ne abbiamo preso solo una parte che interagisce con la cellula.

Un tale vaccino dovrebbe fornire una risposta immunitaria abbastanza buona. Produrrà quegli anticorpi con cui bloccheremo la possibilità che il virus entri nella cellula, e lancerà sia la risposta immunitaria umorale (adattativa) sia quella cellulare. Ciò dovrebbe influire anche sull’efficacia del vaccino.

Pensiamo che ci saranno meno diversi effetti post-vaccinali perché è importante che il virus sia neutralizzato e non entri nel cellula. Se non entra nella cellula, non danneggia e l’infezione non si sviluppa.

Come vanno le cose con le nuove varietà?

La nostra tecnologia è vicina al vaccino CoviVac, ma non utilizziamo tutte le proteine virali. Abbiamo preso solo il frammento RBD, il dominio responsabile dell’attacco del virus.

RBD è quasi invariato rispetto alla proteina S. Pertanto, ci auguriamo che il nostro vaccino funzioni contro vari ceppi di coronavirus.

Ma quando sviluppiamo un vaccino, abbiamo anche in mente la probabilità che improvvisamente alcuni frammenti vicini di RBD in nuovi ceppi cambino la struttura. Stiamo già lavorando per adattare questa proteina al ceppo Delta.

Le manipolazioni stesse, relative alla modifica del frammento, sono piuttosto semplici. Pertanto, possono essere modificati mediante mutazione diretta in un nuovo ceppo, e ciò richiederà una piccola quantità di tempo, non mesi, non anni.

Quanto tempo ci vorrà per approvare un vaccino?

C’è una situazione simile con lo sviluppo dei vaccini antinfluenzali. Poiché i ceppi del virus dell’influenza cambiano quasi ogni anno, l’OMS si riunisce due volte l’anno per determinare quali ceppi dovrebbero essere utilizzati in un vaccino.

Lo stesso potrebbe essere qui. I produttori possono avere da due a tre mesi per adattare il ceppo, ottenere una banca di produzione e, sulla base di essa, produrre un vaccino. Ed è esattamente quello che abbiamo sviluppato per Betuvax-CoV-2.

Quando sarà pronto il nuovo vaccino?

Di recente, abbiamo ricevuto l’autorizzazione per gli studi clinici. Ora è tutto pronto. Sulla base delle due fasi future, determiniamo quanto sia innocuo il vaccino, se ci sono reazioni durante la somministrazione del vaccino. La seconda fase delle sperimentazioni cliniche si svolgerà su 170 volontari. Verrà studiato l’effetto del vaccino su quasi tutto: determineremo quanto sarà forte e specifica la risposta cellulare e immunitaria.

Ricordo il programma in cui Gunzburg disse di aver testato il suo vaccino su se stesso. Più o meno lo stesso è successo a noi. Diverse persone hanno somministrato loro stessi il vaccino, verificando che non ci siano effetti collaterali, quindi ora siamo più rilassati riguardo agli studi clinici.

La prima e la seconda fase clinica dovrebbero essere completate tra febbraio e marzo 2022. Se tutto va bene, se dimostriamo efficacia e non ci sono effetti collaterali, penso che potremo ottenere il permesso in aprile-maggio per iniziare a mettere in circolazione il vaccino.

Ulteriori informazioni su questo argomento sono descritte nel secondo film del progetto “Unknown covid” del canale “Science”.