Perché il “caso” Cospito riguarda tutti

20230204_183957Sabato  ho partecipato al sit-in di protesta, organizzato dall’area antagonista cosentina, in solidarietà all’anarchico Cospito colpito dal 41 bis  e in pericolo di vita per uno sciopero della fame oramai in atto da più di 100 giorni. Il sit in era davanti la Prefettura e sulla sua facciata, mentre alcuni giovani parlavano al microfono,  scorreva una scritta laser che ricordava che al governo c’è un governo di destra , giustizialista e soprattutto un governo che mette in atto politiche anti popolari, dall’abolizione del reddito di cittadinanza all’autonomia differenziata che rafforzerà le regioni più ricche togliendo risorse a quelle più povere, come la nostra. La digos presente in gran numero, e al completo, in un capannello ai margini della piazza parlottava fintamente fra loro, scrivendo su taccuini i partecipanti al sit-in. Abbiamo già letto delle invenzioni in giro su presunti atti di sovversione anarchica nella città e sappiamo anche di alcune perquisizioni già effettuate alla ricerca del nulla. D’altronde siamo abituati a queste escursioni digossine, ben supportate dalla procura, che come ci racconta la storia non sono mai approdate a nulla.  Intanto , la piazza della Prefettura, con ad un lato un enorme striscione rosso, veniva attraversata da una gran massa di gente che nonostante il freddo si trastullava su Corso Mazzini, facendo window/shopping, parlottando fra loro, indicando ai mariti qualche capo di abbigliamento , mentre una massa sterminata di ragazzini stavano seduti ai bar a sorseggiare spritz e sgranocchiare patatine. A Cosenza si è abituati a questa convivenza  tra manifestanti e passeggiatori. Avviene da decenni questo rito, e nessuno oramai fa più caso agli striscioni esposti, alle musiche sparate da potenti casse acustiche, alle parole dei comizianti. E’ una città storicamente tollerante con tutti e nessuno si meraviglia più di niente. Ma questa volta , forse a questa massa di gente sarebbe stato utile fermarsi un attimo, ascoltare le parole dei giovani comizianti e dare un’occhiata allo striscione, perché questo “caso” di Cospito, che non è un caso, ma un fatto grave ci riguarda tutti. E riguarda principalmente la nostra libertà, quella di tutti. Una libertà sancita dalla Costituzione, dalle leggi europee, dal buon vivere . Cospito col suo atto estremo sveglia le nostre coscienze, e dal silenzio della sua cella fa partire un allarme che rimbomba nelle nostre orecchie svegliandoci dal torpore televisivo e ponendoci la questione carceraria come riflesso della nostra vita quotidiana. Una vita senza possibilità di lavorare, senza poter avere degna assistenza sanitaria, una vita senza dover emigrare per forza, una vita senza la sicurezza di avere un tetto, una vita dove non viene garantita ai nostri figli cultura e scuola degna di essere tale, una vita dove l’intolleranza verso altre razze diventa motivo di dibattiti televisivi, una vita dove si assiste ad un degrado ambientale quotidiano, ebbene questa vita non è vita ma una prigione. Una prigione colorata senz’altro ma fatta di ipocrisia, di buongiorno e buonasera, di falsa educazione,  ma sempre una prigione nella quale ci si muove con difficoltà ed in spazi limitati. Una società costruita per i ricchi, per chi ha conti multipli in banca, per chi ha sfruttati nelle proprie aziende, per chi da ricco elude le tasse, i doveri, i principi morali, per chi è nei palazzi  a fare vita parassitaria con lauti stipendi , per chi mangia con la le mafie e la delinquenza comune e fa vita corrompendo a più non posso per propri guadagni.  La lotta per una società dove il carcere debba essere un’estrema soluzione e non un fatto quotidiano dove ci si può finire per un reato anche insignificante è una lotta per liberare la nostra società e renderla vivibile per tutti. Disse bene Fedor Dostoevskij e prima di lui il filosofo Voltarie in visita a Firenze “Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una Nazione”.

Perché il “caso” Cospito riguarda tuttiultima modifica: 2023-02-05T10:22:11+01:00da sciroccorosso