Alfabeto calabrese 2024

foto angelo cavallaro

Piccola guida per capire la Calabria e i calabresi e affrontare al meglio il 2024

Se trovate analogie negli anni precedenti è puramente casuale

Di Francesco Cirillo

Assuefazione. I calabresi sono assuefatti a tutto. Alla ‘ndrangheta, alla bruttezza, al cemento, all’erosione delle spiagge, alla malasanità, alla mala politica, alla scuola dirupata, alla maleducazione, all’inospitalità, all’invasione di turisti, alla loro maleducazione e prepotenza, alla mancanza di regole civili. Puoi fare tutto al calabresi e alla Calabria e lui mai si ribellerà, lamentarsi, si sempre, ma mai alzerà un pugno contro un potere costituito. La ‘ndrangheta è forte anche per questo.

Brancolare. Quello che fanno tutti i magistrati calabresi, Gratteri in prima fila che non vedeva l’ora di andarsene dalla Calabria ed ora è finalmente approdato a Napoli. Come tanti magistrati calabresi amano brancolare nel buio più assoluto. Le loro inchieste di solito riguardano pesci piccoli, piccoli spacciatori di droga, ladri di auto, piccoli furtarelli , qualche sindaco pasticcione. Il potere della ‘ndrangheta , quello vero, tanto descritto nei tanti libri di Gratteri è nelle banche , dove riescono a muovere più di una finanziaria del governo. Quei soldi sono sempre lì, circolano nelle banche e nessuno osa toccarli.

Centri storici abbandonati. E’ la caratteristica dei nostri paesaggi. Nessuno vuole vivere nei paesi dell’interno. Senza scuole, senza poste, né farmacie, né medici di base. Le popolazioni emigrano nei paesi della costa, nei capoluoghi, nell’hinterland vicino. Abbandona le case e anche le terre, gli animali, le greggi. La desertificazione dei paesi, porta la desertificazione culturale, l’abbandono delle proprie radici, per una nuova vita nel nulla che non gli appartiene. Il centro storico di Cosenza uno dei più belli d’Italia crolla a pezzi e nessuno fa niente se non quei pochi abitanti che cercano di tenere ferma l’attenzione con manifestazioni di ogni genere.

Disastri e degradi. Il paesaggio non esiste più, quello che era tipico della regione fatto di spiagge dorate, di parchi e verde , di mare sempre pulitissimo, di terre agricole, è stato devastato dalla cementificazione selvaggia. Tutto viene autorizzato in nome del progresso, del turismo, del futuro. Case, ville , palazzi, villaggi, hotel, tutto è permesso, tutto viene mangiato e tutto diventa degrado, anche se ammantato da una finta bellezza fatta di allumini anodizzati e plastiche . Al degrado si aggiunge il disastro con fiumi che straripano, colline che franano, strade che sprofondano, spiagge che spariscono. Le strade della Calabria percorsi di morte e di strazio. Centinaia le vittime ed i feriti ogni anno per colpa della mancanza della segnaletica, delle buche, delle gallerie non illuminate, dei continui bivi abusivi, dell’asfalto mancante. Le strade inutili sono quelle che si fanno per arraffare soldi per poi abbandonarle, esempi sono la Sibari-Sila, la Scalea Mormanno sulle quali sono stati investiti centinaia di milioni, mentre la Lagonegro Scalea e la San Marco- Guardia Piemontese risultano in pieno abbandono. Per fortuna nel 2022 ci fu la tappa per il Giro d’Italia e qualche buca è stata rifatta. Provate ad andare da Paola a Cosenza in un giorno di pioggia e maledirete l’Anas a vita ! Le lineee ferroviarie non sono da meno, ma si farà, se mai si farà, il Ponte sullo stretto voluto dalla mafia e andremo tutti a guardarlo, e tutto sarà risolto !

Emigrazione. Si continua ad emigrare, in silenzio, con calma, portando fuori dalla regione l’esasperazione di una vita impossibile. I giovani se ne scappano letteralmente, appena si laureano o si diplomano eccoli in fila a prendere bus e treni. Nessuno vuole restare, salvo chi proviene da qualche famiglia ricca imprenditoriale, ma anche quelli preferiscono farsi le ossa fuori regione. Al novembre del 2023 gli emigrati calabresi erano 441.209 su una popolazione di 1.841.300. Se pensiamo che i pensionati sono 755 mila e i disoccupati circa 100 mila , restano 550 mila persone a lavorare o nel pubblico impiego o in piccole aziende private. Che futuro potrà mai avere una regione simile ?

Femminicidi. In dieci anni in Calabria sono state uccise ben 100 donne. In Calabria negli ultimi tre anni soni state 17 le donne uccise. Molte le violenze che però, a detta delle associazioni che se ne occupano, non vengono denunciate per paura di ritorsioni maggiori, per omertà, per vergogna. La famiglia tradizionale calabrese basata su un’ atavica forma patriarcale ha un ruolo molto importante nel non far fare denunce e preferiscono tacere piuttosto che denunciare, l’orgoglio familistico contro la denuncia della violenza subita.

Galere. Ecco i non luoghi dove finiscono i miserabili, i montecristo, i figli di un cristo cieco. Ecco i non luoghi dove finiscono i mortali, l’uomo umano, vero, che scopre in questi non luoghi, il senso della vita. Sono reietti, da evitare, da non inserire, da questi non luoghi si esce non amati, si viene odiati a vita, si viene scartati. La galera fautrice dello scarto umano, non luogo da dove non si può uscire riciclati. Salvo che non si sia un mammasantissima o un politico. La ‘ndrangheta sa riciclare i propri uomini, sa valorizzarli, facendone aumentare il rispetto. Il politico idem, diventa un perseguitato. Nel 2022 sono stati 83 i suicidi nelle carceri italiane e oltre 120 i casi di autolesionismo mentre continua la tortura del 41 bis .

Handicap. Essere calabresi costituisce oramai un handicap che andrebbe riconosciuto come malattia.

Iacchitè . E’ l’unica voce libera della Calabria, il resto sono quotidiani regionali pagati e controllati dalla politica. Anche il giornalista più libero è costretto a lavorare in questi quotidiani per sopravvivere, ma non per fare il proprio mestiere di libero professionista. E’ costretto a scrivere di sagre paesane, di interviste ai vescovi, di incidenti stradali, di sport, di interviste a politici programmate e gestite da questi senza domande scomode. Iacchitè si distingue da questa stampa, essendo libera e lavorando su inchieste che gli provengono da tutta la regione. Per questo messaggio libero, il suo direttore Gabriele Carchidi con alle spalle una carriera da giornalista di strada , coadiuvato da collaboratori come Michele Santagata, ha collezionato fino al 2019, centinaia di denunce per diffamazione, con 25 assoluzioni, 38 archiviazioni, 5 remissioni di querela e due prescrizioni , non richieste ma di ufficio, e 15 condanne pecuniarie. Le querele giungono a Iacchitè dai tribunali di Cosenza, Salerno, Reggio Calabria, Catanzaro e anche dalla Cassazione che però ha annullato 8 condanne a pene detentive. La vicenda di Iacchitè, che meriterebbe attenzione maggiore da quei rari giornalisti che dicono di scrivere liberamente o di fare Tv liberamente, dimostra come sia difficile se non impossibie fare informazione in questa regione. E a Iacchitè non giungono solo querele, ma anche minacce e ancora di più agguati commissionati da politici, come quello subito da Santagata qualche mese fa. Quindi lunga vita all’unico faro della nostra regione.

Lavoro. Il lavoro non è possibile in Calabria per una semplice ragione, altrimenti un giovane diventa libero e quindi libero di votare chi vuole. Il politico, il massone deve tenere sotto schiaffo chiunque cerchi lavoro, per ricattarlo al momento giusto. Quindi il lavoro deve essere precario e soprattutto a tempo determinato per dare la possibilità di poter bussare alla porta della persona giusta. Andarsene a cercare lavoro in Europa è la cosa più sensata da fare. Migliaia di giovani aspettano l’estate per qualche lavoretto nell’industria turistica che si riduce a due mesi l’anno.

Massoneria. Le logge più potenti d’Italia si trovano in Calabria. Adesso viene definita Massomafia, ma è cosa vecchia e risaputa che per fare carriera politica bisogna essere iscritti a qualche loggia. Anche la ‘ndrangheta è interessata alla massoneria da sempre e i legami con la politica passano attraverso di essa.

‘Ndrangheta. Meglio non parlarne, tantomeno ne parlano i nostri politicanti. La ‘ndrangheta in Calabria non esiste, e il luogo comune è che sia sia trasferita a Milano o in Emilia Romagna. Qui va tutto bene e bisogna parlare sempre bene della Calabria. Lo disse anche l’ex governatore Spirlì appena insediatosi che bisogna parlare e far vedere solo le cose belle della Calabria. Certo per i video sarà un problema, inquadrare un paesaggio senza che si vedano le pale eoliche della ‘ndrangheta, il mare con le sagome delle navi affondate dalla ‘ndrangheta, le montagne sventrate dalla ‘ndrangheta per le cave, i fiumi inquinati dalla ‘ndrangheta, le spiagge e le colline distrutte dalla ‘ndrangheta, sarà un bel problema. Ma c’è photoshop comunque e i politici odierni sono ben attrezzati in questo senso.

Ospedali. Tranquilli i 18 ospedali chiusi dalla giunta di Scopelliti, così resteranno. Servono anche per i servizi giornalistici e creano comunque indotto. Il nuovo governatore si è assunto i pieni poteri in materia di sanità, strappando la Calabria al commissariamento ma non ne ha riaperto nemmeno uno. I nostri malati continuano ad emigrare e aspettiamo tutti i medici cubani curiosi di sapere che cosa faranno. Di certo c’è che i nostri medici continuano ad emigrare in Italia e all’estero, solo nel 2021 ne sono emigrati in Germania da tutta Italia ben 400.

Politicanti. Caratteristica del politico calabrese è quello di imbrogliare. Esiste qualche caso isolato di persona onesta, ma la maggioranza è nella politica solo per interesse personale e per raggiungere obiettivi personali, di bottega, di famiglia , di partito. Un politico alla regione in consiglio regionale supera ogni anno le 150 mila euro di stipendio per poche sedute annue . Il Consiglio regionale legifera pochissimo, interviene raramente sui territori e pochi ne conoscono la reale attività. Alle ultime elezioni regionali svolte il 3 e 4 ottobre del 2021, vinte dalla destra con Occhiuto presidente, ha votato solo il 44 % degli elettori. Su 1 milione 890.732 elettori hanno votato solo 838.691 elettori. Una campagna elettorale fatta quasi di nascosto, dove hanno votato solo le camarille, i partiti, la massoneria e la ‘ndrangheta che ha dato indicazioni a seconda le zone e le province. Ideali ? Zero !

Quoziente intellettivo. In Calabria non legge nessuno , e si vede non solo leggendo i dati dell’Istat, che ci piazzano all’ultimo posto nella classifica delle regioni col 23,9% di lettori che in un anno hanno letto un libro a dispetto di una media italiana del 41,4%, ma anche vedendo le librerie quasi sempre vuote , o le rare biblioteche se aperte sempre vuote. I giornali non li compra quasi nessuno e se uno ha voglia di leggere qualcosa di sportivo va dal barbiere. In giro non si vede nessuno con libri in mano e se si prende un treno o un autobus tutti sono con cellulari in mano a vedere i reel su Tik Tok. E pensare che siamo la patria di Pitagora, di Campanella, di Telesio oltre che di grandi scrittori contemporanei come La Cava, Strati, Alvaro e recentemente Carmine Abate, Nuccio Ordine, Gioacchinio Criaco. Che belli i tempi dove si girava con l’Eskimo e i libri avevano il formato della tasca dove si mettevano e bastava stare in qualsiasi posto ad attendere che si leggeva, e appena letto si scambiava con qualcuno altro.

Rifiuti . Le discariche in Calabria sono dappertutto, le preferite da calabresi e turisti sono le piazzole lungo le strade. Nonostante le telecamere se ne fottono, e lasciano sacchi neri pieni e masserizie di ogni genere, in prevalenza materassi. Chissà perché si cambiano tanti materassi, forse attratti dalle pubblicità in tv di Mastrota . Non esiste un piano generale sula raccolta dei rifiuti e ancora la regione è divisa in ambiti per distribuire appalti e sub appalti che finiscono guarda caso sempre nelle stesse mani.

Sbarcare. Continuano per fortuna sulle nostre coste gli sbarchi degli immigrati. C’è una tratta che dalla Grecia e dalla Turchia porta dritto sulle nostre coste, bypassando i controlli delle capitanerie , eludendo le navi delle ONG oggi sotto attacco da parte del governo e dei fascisti. Chi riesce a sbarcare, riesce anche a sfuggire ai campi di concentramento per immigrati a Crotone e Lampedusa e i più fortunati riescono a raggiungere i propri parenti in Francia o Germania. Distrutta per il momento l’esperienza di Riace , anche se dimostrata l’innocenza di Mimmo Lucano con una semtenza di assoluzione dalle accuse, sui territori calabresi non esiste più nulla se non i pochi paesi che ancora rientrano nei progetti governativi. Poca cosa rispetto alla grandezza del progetto Riace che avrebbe ripopolato tutti i nostri paesi abbandonati, ma Mimmo non demorde e resta una speranza per tutti.

Turisti mannari. Arrivano ogni anno puntuali , l’anno scorso sono stati oltre sette milioni e si distribuiscono nei vari territori marini. Nello jonio attorno a Soverato, nel basso tirreno fra Tropea e Scilla, nell’alto tirreno fra Tortora e Fuscaldo. Sono come i cinghiali, si alzano la mattina presto per occupare le poche spiagge libere, la sera sono tutti sui lungomari a parlottare, occupano i primi posti nelle sagre paesane e cercano il loro cibo rifiutando sdegnosamente di conoscere la gastronomia regionale. Lasciano immondizie ovunque , all’arrivo quando svuotano le proprie case di proprietà di 35 mq e al ritorno nelle proprie città. Svuotano di tutto, un vecchio divano, materassi in quantità, reti metalliche , mobiletti, buste enormi di gusci di cozze. Offuscano la nostra identità regionale fatta di una forte connotazione culturale legata al nostro passato, cancellano la nostra gastronomia, evitano i nostri pochi musei e siti archeologici. Sono qui solo per gustare la bellezza, quando c’è del nostro mare e i nostri lungomari. Portano i soldi dicono loro e se non ci fossero moriremmo tutti di fame, e tutte le amministrazioni comunali si adeguano , esaltando la loro regione di provenienza dimenticando la nostra identità !

Urlare. Dovremmo prendere tutti questa abitudine . Un’ora della sera quando il silenzio regna, affacciarci dai nostri balconi, come nel tempo del coronavirus e urlare a squarcia gola. Almeno questo lo potremmo fare, chiudendo i social e guardare in faccia il proprio vicino di casa, quello del balcone di fronte, ascoltare i loro problemi, dichiarare i nostri. Almeno questo se non si vuole scendere nelle piazze.

Veleni. Nel 2021 sono arrivati alla Regione Calabria ben 5 milioni di euro per le bonifiche dei terreni tossici. Che fine hanno fatto non è dato saperlo. I comuni vengono commissariati per i depuratori mal funzionanti, le discariche proliferano lungo le strade, l’amianto prolifera abbandonato nei boschi, i fiumi sono discariche naturali. Le vecchie bonifiche annunciate non sono mai avvenute. La Pertusola a Crotone resta quella che è con milioni di ferriti di zinco al suo interno che nessuno sa dove portarle, quelle ferriti sotterrate nel cassanese sono ancora sotto terra, la Marlane a Praia a Mare è ancora piena di veleni, così i nostri mari dove le navi dei veleni continuano indisturbate a fare il proprio lavoro inquinante sui pesci che mangiamo. E guai a parlare di NAVI DEI VELENI, nessun deputato lo ha fatto nel 2023 passato e ne siamo certi che con questo governo di fascisti, massoni e collusi con tutto nessuno ne parlerà.

Z come ZERO. Non è uno zero assoluto, io amo la mia terra , ma non si può vivere in questa regione se non la sia ama profondamente , ha tantissime bellezze, molte per fortuna sconosciute, ma moltissime ferite mortali e purtroppo all’orizzonte a parte lo stupendo Stromboli non vediamo nient’altro.

Buon 2024

la foto è di Angelo Cavallaro scattata lungo il sentiero del Tracciolino sulla Costa Viola e impersonifica a mio parere quel calabrese ignorante e testardo , con tutto il rispetto per le capre, che osserva stupito il paesaggio sottostante senza capirne la straordinaria e stupefacente grandezza e bellezza.

Alfabeto calabrese 2024ultima modifica: 2024-01-09T09:42:49+01:00da sciroccorosso