LE ORIGINI DI NAPOLI, FRA STORIA E LEGGENDA.
NAPOLI GRECA
I Greci, oltre ad essere abili navigatori e commercianti, furono anche colonizzatori,(VEDI CARTA DELLA COLONIZZAZIONE GRECA) cioè fondatori di nuove città in terra straniera, in tutto e per tutto simili a quelle che avevano in patria.
Essi si allontanavano dalla Grecia alla ricerca di materie prime (cereali, legname e minerali) e di nuovi mercati per i prodotti dell’artigianato (tessuti di lana, ceramiche, armi ed oggetti di metallo lavorato), ma anche per sfuggire alle lotte sociali tra aristocratici e popolo, al rischio della schiavitù per debiti, prevista dalle leggi e, soprattutto, all’aumento della popolazione che rendeva sempre piů difficile la sopravvivenza in un paese per sua natura arido e poco fertile.
I primi coloni che arrivarono presso le nostre coste si fermarono nell’isola di Pitecusa,(VISITA IL SITO DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI PITHECUSA) corrispondente all’attuale Ischia, da dove poterono osservare comodamente la terraferma, dove poi si trasferirono, fondando prima Cuma e, in seguito, Partenope, primo antichissimo nucleo di Napoli, e Dicearchia, l’odierna Pozzuoli. ( vedi insediamenti nell’area occidentale del Golfo di Napoli)(vedi insediamenti nell’area orientale del Golfo di Napoli)
Partenope sarebbe stata fondata intorno al 700 a.C. sull’attuale collina di Pizzofalcone (Vedi foto del Monte Echia), un’altura circondata per tre quarti dal mare.(VEDI DISEGNO DI PARTENOPE)
Infatti, ad ovest si estendeva la spiaggia di Chiaia, corrispondente all’attuale Riviera di Chiaia; a sud, al posto della moderna Piazza del Plebiscito, vi era un’ampia insenatura; ad est, infine, l’attuale via Chiaia era un grosso canale, in cui trovavano riparo le navi. Nella parte più bassa della città si sviluppň il porto ed un piccolo nucleo di abitazioni nella parte più alta dell’acropoli era il vero centro cittadino. Sulla collina opposta a Pizzofalcone, oltre il vallone di via Chiaia, dove c’č adesso via Nicotera, fu collocata la Necropoli, ossia il luogo delle sepolture.(VEDI PIANTA PARTENOPE IERI ED OGGI)
La cittŕ di Partenope risentě di un periodo di crisi quando i Cumani si trovarono a combattere con gli Etruschi, ma riacquistň prestigio e ricchezza quando finì sotto la protezione del tiranno di Siracusa, che aveva vinto gli Etruschi.
Intorno al 470 a.C. sorse il nuovo centro di Neapolis (cittŕ nuova) che superň Partenope per importanza politica ed economica.(VEDI PIANTA DELLE DUE CITTA’)
Partenope diventò perciò Palepolis (città vecchia).
Neapolis si sviluppò in una zona più interna e protetta di Partenope: ad ovest era limitata dalle colline del Vomero e di Capodimonte, da cui scendevano piccoli torrenti corrispondenti alle attuali strade del Petraio, del Cavone, di Salvator Rosa e di Santa Teresa al Museo, che confluivano nel canale piů grande di via Pessina.
Altre acque scendevano lungo via Vergine e via Stella e si raccoglievano nel canalone di via Foria. I torrenti le cui acque si raccoglievano nel canalone di via Pessina, formavano il fiume Sebeto, che attraversava le attuali via Roma (o Toledo) e via Medina e sfociava nella moderna Piazza Municipio.
A sud c’era naturalmente il mare e ad est la zona paludosa di Poggioreale. La città “pendeva” tra le acque da cui il nome di Pendino che indica oggi un quartiere del centro storico.
La struttura di Neapolis mirava a dividere il territorio in parti uguali ed a distinguere la zona destinata alle abitazioni dalle zone destinate alle attivitŕ commerciali, amministrative e religiose.
Tra le une e le altre venivano lasciate delle zone vuote in previsione di successivi aumenti della popolazione.
La pianta di Neapolis era formata da tre grandi vie rettilinee, chiamate dai Greci platee e dai Romani decumani, tagliate perpendicolarmente da stradine regolari chiamate in greco stenopoi ma meglio conosciute con il nome romano di cardini.
I decumani, larghi circa sei metri, si chiamavano:
1) decumano superiore, che comprendeva le attuali via Sapienza e via Anticaglia;(VEDI DISEGNO DEL DECUMANO SUPERIORE)
2) decumano maggiore, corrispondente all’attuale via dei Tribunali;
3) decumano inferiore, corrispondente a via San Biagio dei Librai. (VEDI DISEGNO DEL DECUMANO INFERIORE)—VEDI FOTO DI SPACCANAPOLI (decumano inferiore)
In corrispondenza dei decumani si trovavano le porte che indirizzavano alle cittŕ vicine e precisamente il superiore il superiore terminava ad est con la porta Romana, il maggiore sempre ad est, con la Porta Capuana e l’inferiore era limitata alle due estremità dalla Porta Cumana o anche Puteolana e dalla Porta Nolana.
I cardini, larghi intorno ai tre metri, avevano la funzione di colmare i diversi livelli di altezza dei decumani (tra i più importanti cardini c’era l’attuale via Duomo).
L’incontro dei decumani e dei cardini determinava le insulae, isolati molto allungati (metri 187×37) interrotti da vie strette (vicoli). Nelle insulae più vaste si sviluppň il centro politico e commerciale mentre nelle più strette l’edilizia residenziale, cioè le abitazioni.
Più precisamente, lungo il decumano superiore vennero costruiti gli edifici pubblici; lungo il decumano maggiore l’agorà, sede della vita religiosa e politica; lungo il decumano inferiore le abitazioni, i mercati e le botteghe degli artigiani.
L’acropoli sorgeva nella zona di Sant’Aniello a Caponapoli, a ridosso dell’attuale Piazza Cavour.(VEDI DISEGNO DELL’ACROPOLI DI NEAPOLIS)
La città fu naturalmente circondata da mura e nel suo interno c’erano anche delle zone coltivabili.(vedi Neapolis vista dal mare)
L’antica Neapolis contava circa 30.000 abitanti, più o meno dello stesso livello economico, ed ebbe dapprima un governo oligarchico per passare poi, sotto l’influenza di Atene, ad un governo democratico.
I DISEGNI INSERITI NEL TESTO, OPPORTUNAMENTE INGRANDITI COME ALTRI CHE SARANNO INSERITI IN FUTURO, SONO TRATTI DAL LIBRO DI ATTILIO WANDERLINGH “I GIORNI DI NEAPOLIS” CHE CONSIGLIAMO CALDAMENTE DI LEGGERE A CHI VOLESSE APPROFONDIRE L’ARGOMENTO.