Il Signore usa due parabole per indicarci cos’è il regno di Dio.
Esse partono dalla piccolezza: un granello, un poco di lievito per divenire qualcosa di grande. È una relazione che ha il compito di essere coltivata per crescere. Il Signore dona il Suo regno, ci dona se stesso, la Sua relazione, ma per esserne parte dobbiamo prendercene cura.
Solo nella cura ci scopriremo dei curati. Il regno di Dio è concretezza non sono solo parole, perché nel concreto Egli si è fatto carne e viene ad abitare in mezzo a noi.
Dov’è questo regno di Dio? Nel nostro cuore, il luogo dove ha scelto di stare per amarci. Quando ci sentiamo fragili, spezzati, impauriti dai venti delle difficoltà, ricordiamoci che il regno di Dio era sí una granello, ma è diventato un grande albero in cui rifugiarsi, dove poter fare un nido e non perdersi.
Il Regno di Dio è il nostro punto di partenza: come gli uccelli del cielo partono da quel nido e poi vi ritornano, così sia anche il nostro quotidiano, vissuto a partire dalla consapevolezza della relazione con Lui e nella certezza che Egli è il luogo del nostro rifugio. Siano questi segni del regno di Dio, a regolare le nostre giornate e non il resto, perché così anche le difficoltà avranno un luogo per affrontarle, la vita una sede dove crescere, e il nostro cuore un rifugio dove essere amati per amare.
“Signore,
insegnami a partire dalla forza del tuo amore
per affrontare le mie giornate con vigore.
Quando sono debole sostienimi,
nelle mancanze perdonami,
nella paura confortami.
Un regno mi hai donato,
nel mio cuore l’hai seminato
così che al riparo dell’albero,
un tempo piccolo seme,
io possa rivedere la mia storia con te e non temere.”