Gesù pregando il Padre alza gli occhi al cielo, perché tutti possano contemplare la gloria che viene da Dio; Egli guarda oltre ogni pensiero o immagine, perché tutti possano essere partecipi e vivere in quell’unico amore che unifica.
È bello pensare che Gesù ha pregato già per tutti noi: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me”. La preghiera di Gesù colma tutto il nostro tempo, la nostra storia, in quanto la comunione con Lui non ha una dimensione temporale, “l’amore non verrà mai meno” (1 cor 13,8), non avrà fine.
Se crediamo a queste parole e non ai dubbi, alle nostre paure, scopriremo nel profondo di noi stessi, che Dio vi abita, che lo Spirito Santo ricevuto in dono a partire dal battesimo, sta pregando in noi: Dio è in noi e noi siamo in Dio, partecipi della sua gloria che è lo splendore del suo amore.
In questa preghiera carica di intensità, Gesù dice al Padre: “Voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me”. In quel voglio c’è tutta la potenza di salvezza, che Gesù è venuto a portare per ogni uomo.
Ascoltiamo Gesù che prega per noi e mediante il suo Spirito, che prega in noi, apriamogli il cuore e le nostre labbra esprimano solo quell’unica invocazione, che da ragione della nostra fede e del nostro essere creature che non possono fare a meno dell’unità con Dio: ” Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”.
“Signore,
Tu che mi hai unito con Te al Padre,
ti dico grazie,
perché mi hai reso figlio,
perché mi hai custodito.
Signore mi hai reso vivo
ogni volta che il peccato mi toglieva forza e vita,