LUNEDÌ DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
“Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Gesù risponde così all’entusiasmo di quell’uomo che vuole seguirlo. Non lo vuole allontanare, ma essere chiaro: l’unica sicurezza è in Dio.
Questa è la storia di molte donne e uomini, che nel cammino della sequela lasciano le loro sicurezze, il loro rifugio, per seguirlo. È una storia d’amore, non di mancanze o sofferenze. Il non aver dove posare il capo, rende Gesù il luogo dove noi possiamo posare il cuore, e questo non vale solo per chi si è consacrato, vale per tutti coloro che desiderano abitare nel cuore di Dio.
Gesù ha un luogo dove poter stare ed è in Dio, ma non è un luogo fisico, è un posto del cuore che per percepirlo, bisogna scendere in profondità e non aver con sé nulla: aspettative, tornaconto, ecc. L’unico modo per scendervi è nell’amore, che come unisce Padre e Figlio, unisce noi.
C’è una storia d’amore che ci precede, che prepara per noi un posto dove posare il cuore e gli affanni. Giovanni nell’ultima cena è raffigurato nel posto più bello, con la testa nel petto di Gesù: ecco dov’è il nostro posto, ecco dove Lui ci vuole; un rifugio che nessuno, nemmeno il nostro peccato può toglierci.