La strada

la strada

12 LUGLIO 2023

MERCOLEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 41,55-57; 42,5-7a.17-24a

Salmo: Dal Sal 32 (33)

Vangelo: Mt 10,1-7

Come in quel tempo il Signore chiama a sé i discepoli, anche oggi chiama a se discepoli perché lo seguano ed imparino da Lui. Come allora ci chiama dove siamo, nelle situazioni che viviamo, non sceglie i più ricchi, i più intelligenti, i più belli, tutti siamo suoi figli degni del suo amore.

Ci invita per darci il potere, ovvero la possibilita di fare il bene e di farlo pensando che Lui ha trasformato tutto in bene e non esiste nessuno che non possa partecipare e comunicare questo bene.

Nel film “La strada” di Fellini, c’è una scena molto commovente tra Gelsomina e il Matto. Gelsomina è in crisi perché dice: “Io non significo niente al mondo. Non significo niente per nessuno, voglio morire” . Allora, il Matto raccoglie un sassolino per terra, dalla strada, lo dà a Gelsomina e dice: “Vedi questo sassolino ha un suo significato, ha una sua funzione del mondo. Se non avesse un significato, se non avesse una sua funzione non sarebbe al mondo, non esisterebbe, quindi anche tu” . Gelsomina con gli occhi stralunati, si mette in tasca il sassolino perché le ricorda che lei ha un significato.

Tutto ha valore agli occhi di Dio, ogni persona ha un valore immenso, nessuno deve andare perso. Tutti per grazia di Dio siamo chiamati a cercare, accompagnare, sostenere ogni nostro fratello, sorella; tutti possimo guarire il cuore di qualcun’altro.

“Signore,

aiutami a camminare sulla strada di casa,

verso il tuo cuore,

cosi da ritrovare il mio posto,

la mia chiamata, il mio senso.

Donami la luce per poter dire a chi è smarrito:

coraggio non temere,

ho trovato Colui che ci ama.

Fai un pezzo di strada con me,

cosi poi troverai il tuo posto

ed accompagnerai qualcun altro”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Sequela

sequela

DOMENICA 02 LUGLIO 2023

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 2Re 4,8-11.14-16a

Salmo: Dal Sal 88 (89)

Seconda lettura: Rm 6,3-4.8-11

Vangelo: Mt 10,37-42

Mettersi alla sequela di Gesù comporta un impegno di vita costante, ma si può essere presenti in questa relazione?

Gesù quando racconta le parabole del regno, pone la sottolineatura evidente che entrare nella familiarità con Lui, significa stabilire un legame ancora più forte di quello di sangue.

Si entra nel mistero dell’alleanza tra Dio e l’uomo, incontro nell’intimità che porta a pienezza il cuore dell’uomo, tanto da non restare solo chiuso nella cerchia della propria parentela, quanto di accogliere gli altri nella familiarità con il Figlio di Dio.

L’invito che Gesù fa di prendere la propria croce e di seguirlo, ha a che fare con il voler essere suo discepolo, con il voler stare e andare con Lui.

Prendere la croce allora, significa portare ogni cosa in vista di quel regno promesso, che è già davanti a noi, alla nostra portata, perché Gesù ce lo apre, facendoci fare l’esperienza del trovare un amore senza fine, una grazia che rimane per sempre come preghiamo nel salmo di oggi (crf. Sl 88).

“Signore,

fai della mia vita

la Tua sequela,

dove oltre che portare la croce;

io porti amore.

Tu sei il mio sollievo,

poiché oltre la croce porti me stesso.

Sostienimi sempre, stammi accanto

e libera il mio cuore da tutto cio che non sei Tu,

per sentirti sempre accanto.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Riflessi di Te

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30 MAGGIO 2023

MARTEDÌ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sir 35,1-15

Salmo: Sal 49 (50)

Vangelo: Mc 10,28-31

Molte volte si dice che per seguire Gesù bisogna lasciare tutto. Chi ha lasciato tutto è davvero a posto? In che cosa consiste quel tutto?

La ricchezza di tipo economica può essere un ostacolo, oppure di aiuto. La questione fondamentale del lasciare, si gioca nell’atteggiamento del cuore. L’attaccamento eccessivo può riguardare pensieri, progetti, luoghi o persone. Tutto dipendente da come viviamo, dalla parte in cui è rivolto il nostro cuore.

Ci può essere capitato di desiderare tanto una cosa, e dopo il primo momento di contentezza per averla avuta, non ci ha dato però la felicità. La vera felicità, la ricchezza del nostro cuore, viene dal porre la fiducia in Dio che non ha mai deluso nessuno. Molte volte le cose vanno diversamente da come ce le immaginavamo, eppure bisogna continuare a camminare, a fidarsi di Lui. E se non abbiamo già sperimentato la sua Provvidenza, potremmo farlo ora.

Lasciare tutto per seguire Gesù, ci fa trovare una condizione di vita nuova, ancora più feconda della prima. Qui Gesu non elimina la fatica del cammino, ma la vive con te, perché Lui vuole essere la tua forza. Allora lasciamo tutto, riponiamo quello che pensiamo siano le nostre forze, le nostre ricchezze, per accogliere la sua forza, la ricchezza del suo amore e poter dire agli altri con la vita: Dio mi ha fatto ricco, mi ha dato tutto se stesso per sempre.

“Signore,

aiutami a sentirti “il mio Dio”,

Colui nel quale confidare e posare il cuore.

Sostieni le mie gambe stanche,

che dinanzi a te piego

e libera il mio cuore

da tutto ciò che mi impedisce di camminare.

Donami un cuore che si innalza, e non abbassa,

così che dal cuore, tutto ciò che è accanto a me,

sia un riflesso di TE.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Discepoli

Discepoli

 

DOMENICA 04 SETTEMBRE 2022

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

LITURGIA DELLA PAROLA  (clicca qui)

Prima lettura: Sap 9,13-18

Salmo: Sal 89 (90)

Seconda lettura: Fm 9b-10.12-17

Vangelo: Lc 14,25-33

 

Colpisce sempre quando nel Vangelo si parla della sequela, e a tratti, a volte spaventa, perché sembra così radicale che viene da chiedersi: ma chi tra di noi potrà essere davvero discepolo?

Scegliere comporta sempre rinunciare a qualcosa, se sono in un posto non posso essere in un altro, tutta la nostra vita è fatta di piccole scelte e di consequenziali rinunce, solo che è così automatico da non stare troppo a pensarci.

Essere discepoli di Gesù, è vivere la normalità della nostra vita portando la croce, fatta di sacrifici, rinunce, sofferenze, dietro a Lui. Egli è il discepolo per eccellenza, che ha donato tutto se stesso spinto dall’Amore del Padre e dalla ferma convinzione che stando davanti a noi, avrebbe con la Sua croce trainato tutte le nostre, affinché potessimo trovare sollievo.

I discepoli non sono coloro che ”stringono” i denti, soffocati da sacrifici incomparabili, ma siamo noi quando facciamo spazio nella nostra vita a Cristo e ci lasciamo amare lì dove il vuoto, il peccato e la paura ci hanno reso fragili. Gesù è venuto proprio per noi, per darci sollievo e perché stare dietro a Lui sia la via dove poter finalmente posare il cuore, in un cuore più grande e affidarsi che d’ora in poi non saremo più soli.

Egli non ha mai rinunciato ad amarci anche in quelle occasioni in cui abbiamo fatto un passo indietro e ci siamo un po’ persi, siamo invitati non a rinunciare, ma a scegliere l’amore che darà forza e sollievo al nostro cuore e che Lui non ha mai smesso di donarci.

“Signore,

ti rendo lode per l’amore che mi dai,

perché quando il mio errore mi tiene lontano,

Tu mi sei accanto

e porti con me la mia croce.

Aiutami a credere che il Tuo cuore

è un posto dove io posso sempre andare

e non ci sarà mai nulla che mi separi da Te,

perché il Tuo amore è per sempre.

Grazie per non aver mai rinunciato a me,

e aver creduto nella mia vita da discepolo”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)