VENERDÌ DELLA XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Al maestro della legge che interroga Gesù su quale sia “il grande comandamento”, Egli risponde con “il grande e primo comandamento”: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” e aggiunge subito il secondo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.
Il primo comandamento riguarda Dio, l’essenza dell’amore; l’uomo ha bisogno di entrare in questa relazione, essere amato dall’origine dell’amore e così volgersi al fratello. Quando il nostro cuore comprende tale rivelazione di amore: che è amato e può amare cosi com’è, anch’egli può amare quel prossimo che ha il volto di Dio, quell’uomo che come me sbaglia, che non mi sta troppo simpatico, ma che in ogni caso è mio fratello.
Dio crede nella mia capacità di amare, di superarmi, di andare oltre un’apparenza e di guardare al futuro, dice infatti: “Amerai”.
L’amore non riguarda solo il presente, ma ti apre il futuro, è la certezza del tuo futuro e di quello dei tuoi fratelli, è ciò che non verrà mai meno.
Solo l’amore può creare futuro a partire da quello che tu ami ora, diventare vita per chi ancora non hai incontrato, non conosci e addirittura non è ancora nato.
Nel Vangelo di oggi ci colpisce subito una parola: “amerai”. Sì, “amerai Il Signore Dio tuo”. Ma questo è un verbo al futuro, eppure, il Signore molti di noi lo stanno già amando da tanto tempo. L’amore non è statico, è un programma vivo per il futuro della nostra vita.
Dio chiede di essere ascoltato ed amato con tutto il cuore, con tutta la tua forza, le tue energie, con anche tutto quello che puoi fare e non fare, con i tuoi dubbi e le tue fatiche, ma non dimenticarti mai, che Egli è follemente innamorato di te e per un tuo piccolo gesto di amore, rifarebbe il mondo. Santa Teresa d’Avila in una visione riceve questa confidenza dal Signore: “Per un tuo ti amo rifarei di nuovo l’universo”.
Il nostro Dio è un Dio al futuro, per questo si getta alle spalle tutti i nostri peccati, i nostri errori, perché Lui guarda sempre alla possibilità di amare di nuovo.
Il passaggio della Pasqua, ci porta a guardare proprio alla novità di vita: Cristo risplenderà vivo, tutta la natura si risveglia, fiorisce e germoglia, la bellezza dell’amore di Dio ci avvolge e si comunica.
Il cammino di fede parte sempre dalla scoperta di sentirsi amati e prosegue amando. Nelle nostre giornate gettiamo un pensiero di amore al Signore, semplicemente così: “Signore, ti amo”. Parole che possono diventare roccia della nostra vita, come lo sono state per il grande Benedetto XVI, che al momento di lasciare questa terra ha pregato cosi il Dio della vita, il Dio eterno che ama già il nostro futuro.