Lasciate che i bambini vengano a me

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25 MAGGIO 2024

SABATO DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù indignato, perché i discepoli non capiscono, ciascuno, persino un bambino può accostarsi a Lui. L’indignazione di Gesù, sta nel dire che Lui è per tutti non per pochi. Ognuno di noi può accostarsi dinanzi al Suo cuore e parlargli, chiedergli pietà, stargli vicino.

L’amore di Dio è proprio un abbraccio intenso in cui ci si sente amati. Nessuno deve mai sentirsi fuori luogo, lontano dal cuore di Dio.

L’indignazione di Gesù, ci testimonia che siamo eredi di uno spazio grande nel Suo cuore, così che quando siamo piccoli, poveri, lontani, Lui non vuole prendere una distanza, anzi l’invito è a stare nel Suo amore.

“Signore,

nonostante il mio peccato,

il mio errore,

Tu mi inviti a restare

nell’unico posto in cui nessuno

mi manderà mai via.

Aiutami sentirmi parte di quello spazio,

per non scappare lontano,

ma in fondo so,

che ovunque io fugga

Tu ci sarai sempre,

e mi riporterai a casa,

perché Tu sei parte di me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Un grido, un lamento grande, la consolazione

 

Un grido, un lamento grande, la consolazione

 

 

GIOVEDÌ 28 DICEMBRE 2023

SANTI INNOCENTI, MARTIRI – FESTA

Un grido, un lamento grande, il desiderio di non essere consolati, perché il dolore profondo provoca una repulsione. La chiesa oggi ci fa fare memoria dei santi Innocenti, bambini uccisi per volere di uomo che si è creduto un dio. I primi martiri della storia, bambini che senza un vero motivo, la loro vita è finita sul nascere.

Questo vangelo ci da sgomento, emozioni non belle, non natalizie. Bambini che soffrono e muoiono e per provocazioni molti direbbero: Dio dove sei? Oggi dobbiamo prendere coraggio e rispondere a tali persone, perché uccidere la fede di altri equivale ad un invito al suicidio, perché se la mia vita non la scopro in Dio, sono come un morto che cammina.

Dove è Dio? Accanto a quei bambini, a viso scoperto, con la sofferenza di chi non ha chiesto nulla, neanche di nascere e quindi neppure la morte. Gesù sarebbe morto come loro se Erode l’avesse preso, ma la sua strada era morire per dare la vita un po’ più avanti, e quei bambini lo precedono.

La cattiveria umana è terribile e non solo ai tempi di Gesù. Dobbiamo chiedere a Dio di purificare il nostro cuore, perché se spesso, purtroppo, ci sembra quasi di essere abituati a sentire parlare di morti, che ormai non fa più differenza. Dobbiamo tornare a piangere per gli altri, a provare compassione per il dolore di chi ci è accanto, perché l’indifferenza è un ferire con il contagocce.

La nostra vita da cristiani ci invita a stare accanto al dolore dell’altro, e forse solo allora, se avremmo messo vita nelle vite degli altri, quei bambini non saranno morti invano. E se non ce consolazione per la perdita di un figlio, esiste però la compassione di ogni uomo e donna in ogni tempo, in grado di dire con la vita: Dio ti è accanto ed io con lui, piangi non vuoi essere consolata, non dirò nulla, ti starò accanto e nel silenzio rispetterò il tuo cuore fino a quando tu vorrai.

“Signore,

dinanzi al dolore fa che sia sostegno,

apri i miei occhi alle fatiche della gente.

Insegnami a consolare nel silenzio,

a farmi accanto a quella fatica senza parole.

Aiutami a mettere un po’ di Te nel mio oggi,

nelle mie relazioni

e solo allora saprò che il mio dolore non è stato vano,

perché del mio passato

ne ho fatto consolazione

per il presente di un altro”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

“Lasciateli”

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19 AGOSTO 2023

SABATO DELLA XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gs 24,14-29

Salmo: Dal Sal 15 (16)

Vangelo: Mt 19,13-15

“Lasciateli”.

Il Signore oggi ci invita a lasciare, che cosa? Chi? Il nostro cuore di fanciullo a Lui.

Vi sono delle caratteristiche tipiche dei bambini: la tenerezza, la curiosità, l’intelligenza. Oggi ci viene chiesto di liberarle, perché se siamo stati bambini, e su questo non vi sono evidenti dubbi, sono dentro di noi. Durante il corso della vita le sofferenze, le fatiche, lasciano andare quelle caratteristiche che un tempo erano anche nostre. Pensando alla tenerezza, impariamo a farla diventare adulta e a dargli il volto di confidenza filiale in Dio. La curiosità che non è l’impicciarsi, ma è: chi cerca, va in profondità e prosegue nel cammino con la serietà e vivacità del cuore. Infine l’intelligenza ovvero, sapere leggere dentro la nostra storia quel filo rosso che ci conduce a Dio.

Ecco che essere bambini non è essere infantili, ma è non avere perso quelle caratteristiche in grado di farci vedere il regno dei cieli, la sua Presenza qui ed ora in mezzo a noi.

“Signore,

donami un cuore fanciullo,

che nella semplicità sappia riconoscerti Padre

e sappia affidarsi a te.

Aiutami a camminare in avanti

e che impari a starti accanto.

Fa che non mi perda nel cercarmi e ritrovi Te a trovarmi”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Con il cuore di fanciulli

 

con il cuore di fanciulli

 

 

13 AGOSTO 2022

SABATO DELLA XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Ez 18,1–10.13b.30–32

Salmo: Sal 50 (51)

Vangelo: Mt 19,13-15

 

Il Signore oggi c’invita ad andare a Lui con il cuore da bambini, essi rappresentano la semplicità, lo stupore, come anche la fragilità e il bisogno, perché non possono badare a loro stessi. Eppure un bambino non si preoccupa di essere nelle mani dei genitori, sa di potersi fidare; sarebbe bello comportarsi così anche con Dio.

Quando nasce un bambino, c’è uno “sconvolgimento” in casa: ritmi, preoccupazioni, gioie, tutto acquista un nuovo significato, perché quella vita ha portato nuova vita, così è il regno di Dio: è una relazione che ci darà Vita e novità.

Siamo adulti, però possiamo fare un passo indietro, non in quanto abbiamo sbagliato, ma per andare avanti e ritrovare quella parte fanciulla di ognuno. Questo è un cammino dove riscoprire l’abbandono, l’energia, il coraggio, e la forza, un tempo spontanei per farle diventare “grandi” con noi, così da andare davanti a Lui e aprirgli il cuore con sincerità.

“Lasciate che i bambini vengano a me”, andiamo a Gesù con il cuore di fanciulli, lasciamoci amare, prendere cura da Colui che desidera per noi il nostro bene, Egli non impedirà a nessuno di allontanarci da Lui e ci benedirà ora e sempre.

“Signore,

il dolore e la fatica,

hanno tolto dal mio cuore la semplicità di un tempo.

La paura ha lasciato una corazza

ed io vorrei solo tornare da Te.

Aiutami a ritrovare il mio cuore da fanciullo,

così da poter mettermi davanti a te

sulle Tue ginocchia e lasciarmi benedire e amare.

Desidero ritrovare la forza, il coraggio e la pace

di un figlio, nelle mani di un Padre,

consapevole che se anche mi perdessi,

Tu, o Padre, non mi abbandonerai mai

e sceglierai sempre di starmi accanto,

perché è nostro il regno dei cieli”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)