Oggi il vangelo ci presenta una scena molto strana: Gesù chiede ai suoi discepoli di passare all’altra riva del lago di notte. Normalmente in barca si va di giorno, di notte si preferisce stare in un luogo tranquillo.
Questa è la metafora della vita, dove la notte, le difficoltà, le paure, le instabilità, scombussolano il nostro cuore e non sappiamo dove appoggiarci.
Sulla barca, proprio quando la situazione è drammatica, si dice che Gesù dorme. Come i discepoli, anche noi vogliamo svegliarlo perché si prenda a cuore la nostra situazione, vogliamo essere salvati e non travolti dalle tempeste della vita.
Quando la paura avanza, rimaniamo bloccati, paralizzati, è come se non si vedesse altro, ma il Signore “dorme “. Questo Gesù che dorme è il segno dell’abbandono fiducioso alla volontà del Padre, che custodisce la barca della sua vita. Ci mostra come Lui sta attraversando le vicende umane, infatti, Egli non ci toglie dagli eventi della vita, il Signore è con noi proprio negli eventi della vita. Dice in un testo il profeta Isaia: “Non temere… Se dovrai attraversare le acque, sarò con te” (Is 43).
Il passare dalla paura alla fiducia, cambia la qualità del nostro vivere, perché la fiducia è l’atto fondamentale dell’amore: siamo figli amati da Dio, c’è Lui sulla nostra barca, non temere, perche è Lui che ha creato il vento e il mare e questi gli obbediscono. Non temere, perché calmerà anche le nostre tempeste.
Il Vangelo di oggi apre il nostro cuore alla certezza: Egli viene per guarirci.
La suocera di Pietro e altri denominati “malati”, quel giorno ricevettero da Gesù la guarigione. Nessuno chiede niente, nessuno ringrazia, fa tutto Lui, passa una notte in preghiera, quasi che sia Egli stesso a ringraziare Dio per aver riportato noi, suoi figli, alla condizione di normalità.
È Gesù che intercede, in disparte prega il Padre e fa del cielo un enorme altare in grado di contenere tutto e tutti. Attraverso Gesù, ciascuno di noi può guarire dall’idea che per arrivare a Lui bisogna fare delle cose, perché é il fare di Dio che smuove; la suocera di Pietro si rialza e dopo che la febbre la lasciò, cominciò a servire.
Ella fa come Gesù, quell’uomo che le ha fatto un dono così grande. C’è di più di una guarigione: abbiamo in dono un esempio da portare nel nostro quotidiano, quasi un segno per chi ci guarda che Egli è vicino, così che guardando alla fede di altri, alla loro guarigione, possiamo rafforzare la nostra fede e sentire il cuore pieno di gioia perché a me, a noi, sarà possibile guarire dall’incredulità e vivere di fede sia in salute che in malattia, poiché Dio sarà con noi per sempre!