“Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”

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19 GIUGNO 2024

MERCOLEDÌ DELLA XI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Siamo figli di un Padre che vede nel segreto, ovvero che ci conosce nel profondo del cuore, che sà quali sono le intenzioni e i desideri che ci muovono. Umanamente siamo portati a fare le cose in modo che gli altri le vedano, le ammirino, le apprezzino e questo ci rende contenti perché è naturale che sia così, ma il Signore insegna a fare senza la necessità che gli altri ci diano un riscontro di plauso, come se ci dicesse: non lo dovete fare per farti vedere, ma perché quello è il vostro dovere compiuto, è l’amore che mettete nelle vostre azioni che conta, che vale, e anche se gli altri non le vedono “il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. E nulla andrà perso di ciò che viene fatto, anche se nessuno se ne accorge.

Vedere nel segreto significa ritornare al cuore, volgere lo sguardo dall’esterno all’interno, cosi quanto viviamo non si riduce ad esteriorità, ma entra a far parte di quell’interiorità che assume la forza della relazione con Dio. Un rivestimento dell’anima che nasce da dentro e ci fa vivere ed agire con sentimenti di magnanimità e di bontà.

Entrando in noi stessi, possiamo scoprire un cuore già abitato da Dio, possiamo trovare quella ricompensa promessa a chi spende la vita facendo del bene senza “rumore”.

“Signore,

nel segreto del mio cuore,

parlami.

Eccomi,

siamo io e Te,

sei Tu la mia offerta

e la mia ricompensa.

Tu sei la mia forza

ed io in quel segreto del cuore,

vivo.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Vivere di Misericordia

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18 GIUGNO 2024

MARTEDÌ DELLA XI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Il Vangelo di oggi è una parola molto chiara, che non avrebbe neppure bisogno di un commento, ma soltanto di essere ascoltata, meditata, perché si cali nel profondo del cuore, per cambiarlo dal di dentro, per renderlo uguale al cuore di Cristo. Una parola da pregare, per entrare in quella logica d’amore che cambia il nostro agire.

Per Dio ogni uomo è un figlio amato anche se gli è nemico. Il sacrificio di Cristo è stato proprio questo: mostrare l’amore infinito del Padre per tutti gli esseri umani.

Dio non ha nemici, ma figli. Così amare il nemico, diventa amare lo stesso tuo fratello amato dal Padre.

Eppure molte volte abbiamo sperimentato di avere dei nemici, di non riuscire ad amarli e addirittura di fare fatica ad amare noi stessi.

Come fare? Contempliamo quel Dio in croce che dà la vita per i suoi nemici, contempliamo l’essenza di Dio: gratuità d’amore assoluta, Spirito che dà vita, la sua vita anche per me. Cosi la perfezione dell’amore ad immagine di Dio, per noi, non è fare tutto perfetto, perché non ne siamo capaci, bensì è vivere di misericordia e nella misericordia: amore che parte dal cuore per ogni fratello, me compreso.

“Signore,

aiutami a contemplare

il Tuo sguardo di misericordia

perché sappia amare anch’io.

Sostieni i miei passi,

e guidami alla ricerca della pace,

affinché ogni fratello

si senta a casa

con me e Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Libera il mio cuore

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17 GIUGNO 2024

LUNEDÌ DELLA XI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Sappiamo bene che solo l’amore è disarmante, tuttavia viverlo non è cosi semplice come dirlo. La legge del taglione: Occhio per occhio” e “dente per dente”, regolava solo la logica dellla vendetta, in modo che non ci fosse una reazione sproporzionata.  La legge non serve a guarire il male, prova solo a contenerlo.

Gesù non indica di porgere l’altra guancia per vivere una passività nei confronti del male, ma è la reazione di un uomo libero, che intende spezzare l’intento del male per vincere con il bene. Non rispondere al male, ci insegna la libertà dalla tirannia dell’io che spesso attanaglia le nostre vite, pensando che: “io sono stato offeso e allora, io mi devo sempre difendere”.

Questa volontà di ripicca mi impedisce di aprire il cuore al perdono. Il perdono ha la potenza di liberare non solo chi ha commesso il male, ma anche e anzitutto chi lo dona, perché non si senta più ostaggio del male subito.

Non opporsi al male, significa vivere e immergersi in quell’amore di Dio che ha vinto il male, e in Cristo si è manifestato come amore per i nemici. Tale amore ci rende somiglianti a Gesù Cristo, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il suo aiuto, lasciamoci disarmare dalla sua grazia, perché il nostro cuore sperimenti la liberta del perdono donato e ricevuto, la grandezza dell’amore e che vince l’odio. Scrive D.M. Turoldo: “Amatevi, altrimenti vi distruggerete. È tutto qui il Vangelo”.

“Signore,

libera il mio cuore dall’odio, dall’egoismo,

da ogni forma che è male,

anche quando non pensavo fosse così.

Abilita il mio cuore all’amore,

esso non è un sentimento,

è un gesto continuo

che rimane fino alla fine;

fammi vivere del Tuo Vangelo,

fammi vivere del Tuo amore.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Terreno

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16 GIUGNO 2024

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

“Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce”.

Che cos’è il regno di Dio? È un luogo? Gesù parla del regno di Dio in più occasioni, così che sentendolo più volte ci venga in mente di chiederci: ma che cos’è?

Il regno di Dio è un seme dice il Vangelo di oggi, un seme che cresce nelle nostre notti della vita, in quelle situazioni buie, oscure, dove sembra ci sia solo peccato e inutilità, eppure lì dentro c’è un seme, che cresce.

Quel seme, quel regno che sta a cuore a Gesù, è un luogo non magico o da raggiungere, è un dono messo nel terreno del nostro cuore che cresce. Dio è un seminatore generoso non guarda com’è il terreno, ma che vi sia il terreno, ovvero delle potenzialità per vivere la sua relazione con noi.

In Dio noi siamo tutti potenziali, Egli ci guarda con uno sguardo che va oltre le apparenze o le capacità personali, ci osserva con amore ed è l’amore a tirare fuori il meglio di noi. Per Lui

siamo un terreno che può accogliere quel seme e non importa se un giorno viviamo di rovi, di pietre, ovvero di desolazione, ci basta solo la forza del seminatore.

Quindi noi cosa dobbiamo fare? Credere che Lui crede in noi. Credere che non siamo solo quello che percepiamo di noi, ma c’è altro, c’è un Dio che getta un seme, che desidera il meglio di ciascuno, e se anche fossero le lacrime a innaffiare quel seme o temi di perderti, il seminatore tornerà per dirti quanto sei importante e quanto crede in te. Tu solo credi, il resto si compirà.

“O mio Signore,

terreno arido e fragile mi sento,

eppure la Tua mano mi cura,

quanto amore hai per me!

Io ti credo.

Credo in quello che Tu vedi

e che io ancora non riesco.

Tu che sei profondo nel mio cuore,

risorgi per me dalla mia terra

e fammi comprendere

che non è la mia, è la nostra,

perché Tu sei in me,

e sei di me il meglio che sono.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Insegnamento

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15 GIUGNO 2024

L’insegnamento di Gesù, ci esorta a non porre le nostre energie, in situazioni che in fondo non possiamo controllare. Il comandamento diceva di adempiere verso il Signore i giuramenti e Gesù afferma: “non giurate affatto”. Non coinvolgete Dio, perché è Dio che coinvolge voi.

Giurare è quasi scambiare i ruoli, invece è Lui il Signore della storia e la governa; è Lui che ci ama e ci chiama per primo, e noi, ed è già davvero tanto, non resta che rispondere “si”, oppure “no”. Ecco che il nostro vero compito è nella risposta, la cui affermazione o il rifiuto non cambierà il suo amore, ma semplicemente la nostra posizione in atteggiamenti positivi o negativi.

Siamo chiamati a rispondere con il cuore e non con il rancore di ciò che non abbiamo ricevuto, o con la paura delle conseguenze; siamo esortati a vivere una vita nell’eterno equilibrio dei “si” e dei “no”. Il “si” o il “no” di per sé non sono sbagliati, ciò che conta è il contesto. Il “di più” lasciamolo a Dio, perché saremo tentati a spingerci proprio nel “di più”, anziché nell’essenzialità della risposta, ma il rischio reale è non avere la forza di affrontare quel di più.

Il Signore è qui per aiutarci, per rendere la nostra vita viva, fatta di un amore del Padre che è sempre “si” a tutti i nostri “no”. “Si”, ti amo, “si”, ci sono, “si”, ti ho creato, “si”, sono risorto, “si”, non ti abbandonerò mai.

Oggi prendiamo solo uno dei suoi “si” e viviamolo, facciamolo nostro fino in fondo, la vita acquisterà forza e tu ti sentirai meglio.

“Signore,

aiutami a non sprecare la vita,

parole, promesse,

a non andare incontro a ciò

che non posso controllare.

Fa che venga incontro a Te,

per ritrovare nei tuoi occhi

l’amore che hai per me.

Fammi sentire viva la vita

che Tu hai dato a me,

che ha in sé Te medesimo,

aspettarmi per starmi accanto.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Fedeltà

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14 GIUGNO 2024

VENERDÌ DELLA X SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

A prima vista il comandamento di cui parla Gesù oggi, sembra riguardare il marito e non la moglie: “Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. È sempre a partire dal cuore che si valutano le intenzioni, e quando il desiderio della fedeltà all’amore ispira i pensieri e le azioni, diventa possibile allontanarsi dal male e cercare il bene.

La fedeltà al comandamento, trova la sua realizzazione nel desiderio di fedeltà tra le due persone sposate, che si impegnano a vivere un amore trasparente, disposte alla conversione del cuore, e talvolta anche a rinunce che non tolgono nulla alla persona che le compie, anzi portano un incremento d’umano.

La fedeltà tra uomo e donna, è la stessa fedeltà di Dio con ciascuno di noi, diventa il luogo dove vivere la reciprocità, il dono di se stessi, il perdono e le differenze possono essere trasformate in nuove opportunità.

Allora togliamo ciò che ci impedisce di amare fedelmente nella verità, chiediamo l’aiuto al Signore per purificare lo sguardo, le azioni, cosi che i nostri occhi e le nostre mani diventino strumenti di bene e non di male, colmi della fedeltà di Dio e della fedeltà all’amata e all’amato.

“Signore,

purifica il mio cuore

così che sia fedele a Te.

Liberami da ogni male,

così possa compiere azioni buone,

che facciano pensare a Te,

a quell’amore che attraversa

le persone e il tempo.

Mio Dio, possano gli altri

vedere tutto l’amore che ci hai dato

e possano sentirlo dentro di sé

per sempre!”

“(Shekinaheart eremo del cuore)

Guarire il cuore

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GIOVEDÌ 13 GIUGNO 2024

SANT’ANTONIO DI PADOVA, PRESBITERO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

“Non uccidere”, un comandamento questo che senza ombra di dubbio, la stragrande maggioranza delle persone non ha commesso, ma Gesù dice di più, aggiunge qualcosa che riguarda tutti, invita a guardare al cuore, a quelle motivazioni che spingono a odiare l’altro, a disprezzarlo, a generare ira. Qui prendiamo consapevolezza, che dobbiamo leggere sempre con verità i sentimenti, che proviamo nei confronti degli altri. Affermava San Giovanni Paolo II: “Come al tempo delle lance e delle spade, così anche oggi, nell’era dei missili, a uccidere, prima delle armi, è il cuore dell’uomo”. Quindi il problema, è guarire il cuore, perché possa vedere l’altro come mio fratello e non come nemico, perché la giustizia, non sia non trasgredire al comandamento.

Gesù infatti, capovolge questo pensiero, osiamo dire “legalista”, in quanto la giustizia non viene dalla mia osservanza, bensì da ciò che Dio fa per me, accogliendomi, amandomi quale figlio; allora ciascuno sarà giusto davanti a Dio, quando cercherà di accogliere e di perdonare l’altro come Dio accoglie e perdona, nonostante i difetti e i peccati commessi.

Chiediamo al Signore l’aiuto per imparare la sua giustizia, per avere un cuore che realmente sente verso l’altro, gli stessi sentimenti che ha Dio.

“Signore,

guarisci il mio cuore,

da quel peso

che da solo non so portare.

Curami da quelle aspettative

che mi feriscono,

donami un sguardo di cura

che non pretende.

Insegnami ad amare come Te,

per essere vita e non il suo contrario.

Dammi i Tuoi sentimenti,

tocca il mio cuore.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Compimento della legge

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12 GIUGNO 2024

MERCOLEDÌ DELLA X SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Il pieno compimento della legge è nell’amore  che ispira ogni azione al bene dell’uomo. La legge da sola è una lettera morta, ci suggerisce S. Paolo. Se la legge in qualche modo pone dei limiti all’agire, l’amore invece lo espande, perché quanto viene compiuto nell’amore ridona vita nuova.

Gesù dà pieno compimento della legge non eseguendo una legge, ma sigillando la nuova alleanza, offrendo se stesso con il gesto d’amore più alto: donare la propria vita per ogni persona umana.

Gesù non si preoccupa di trasgredire la legge, quando serve mettere al centro la vita e la salvezza dell’uomo, perché il compimento della legge è l’amore. L’uomo viene prima del sabato, i peccatori sono personati, gli storpi sono guariti.

L’amore dà tutto quello che ha e tutto quello che può, allora nessun gesto sarà mai troppo grande o troppo piccolo, perché il cuore ha già generato nuova vita.

Chiediamo l’aiuto al Signore, per comprendere e vivere sempre quella legge che può dare vita e partecipare cosi compimento della sua volontà di salvezza su ciascuno.

“Signore,

Tu sei venuto per me,

affinché abbia una casa dove posare il mio cuore.

Il Tuo amore è immenso,

libera il mio cuore,

risanalo da leggi sbagliate

le cui ferite porto ancora dentro

e sappia portare il Tuo amore

così da poter dire al mondo

quello che sei per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Camminare

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MARTEDÌ 11 GIUGNO 2024

SAN BARNABA, APOSTOLO – MEMORIA

Camminare, è il percorso della nostra vita che il Signore ci chiama a compiere, puntando alla meta del regno dei cieli, che è quel vivere alla presenza e nella compagnia di Gesù Cristo. Camminare con Lui sempre, è la certezza di fondo che deve abitare la nostra vita. Emblematiche sono queste poche parole di Trilussa: “Quella vecchietta cieca che incontrai… mi disse: – “Se la strada non la sai ti accompagno io, che la conosco… – La cieca, allora, mi pigliò la mano e sospirò: – Cammina”. – Era la Fede”.

Andare avanti con questa fede, ci permette di percorrere ogni strada, anche se non conosciamo ancora cosa troveremo, quali incontri faremo. Il nostro cammino può andare spedito, oppure trovare difficoltà, battute di arresto e cadute, ma non dimentichiamoci mai della sua Presenza. Fermiamoci a riposare e consideriamo che quanto abbiamo ricevuto è dono gratuito, è l’amore di Dio che ci ha accompagnato, ha fatto compiere tra noi gesti d’amore: abbiamo aiutato, ascoltato, condiviso.

La strada continua, annunciare che il regno di Dio è gia presente, in mezzo a noi, non consiste nel farci maestri, bensi testimoni di una maniera nuova di vivere e convivere: avere sugli eventi lo stesso sguardo di Gesù, pensare a come agirebbe Lui, agli esempi che ci ha lasciato, a quell’amore donato solo per amore, gratuitamente, perché nessuno possa avanzare meriti e tutti possano riconoscersi fratelli, figli di un solo Padre, per camminare umilmente con il proprio Dio (cfr. Mi 6,8).

“Signore,

aiuta ogni mio passo,

affinché in esso ci sia sempre il Tuo.

Libera il mio cuore

da ogni fatica o dolore

e mi senta protetto da Te.

Cammino con Te nello scorrere del tempo,

aiutami a non sprecare nulla

di ciò che mi doni

e sappia riconoscere la Tua presenza,

nonostante la mia debolezza

e viva dell’amore

che hai per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Beati

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10 GIUGNO 2024

LUNEDÌ DELLA X SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Oggi sediamoci sul monte accanto a Gesù, e ascoltiamo ciò che ha da insegnarci.

Egli ci aiuta a comprendere cosa vuol dire essere beati, non solo quando le cose vanno bene, ma anche nel pianto, perseguitati, quando dicono male di noi: in ogni occasione è possibile essere “beati”.

È una possibilità, una scelta, come quella di sedersi qui accanto a Gesù ed ascoltarlo. L’ essere beati é possibile, quando crediamo nella nostra vita in Lui, che attraversa il nostro pianto e persecuzione, e le vive con noi. Siamo beati, perché la nostra forza è in Lui. Egli non si dimentica mai di noi e ci raduna su quel monte, cosi che da un punto più alto, da un’altra prospettiva, si possa comprendere e trovare quella forza in più, data da Dio.

Coraggio allora, siamo beati perché amati, è qualunque sia ora la nostra situazione, ascoltiamo queste parole che sono la nostra forza per sempre.

“Signore,

sono beato, perché Tu mi hai sempre amato,

beato, non per quello che faccio o sono,

ma perché Tu sei la mia forza.

Beati noi quando scenderemo da quel monte

e ci sembrerà a valle

di essere ancora lassù.

Beati perché amati, beati per l’amato:

ti prego oggi e sempre

insegnacelo Gesù.”

(Shekinaheart eremo del cuore)