La nostra esistenza è in quella voce

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 40,1-5.9-11

Salmo: Sal 103 (104)

Seconda lettura: Tt 2,11-14; 3,4-7

Vangelo: Lc 3,15-16.21-22

 

Il Vangelo di oggi con cui si conclude il tempo di Natale, ha a cuore dirci che con il battesimo di Gesù “il cielo si aprì”.

Cosa vorrà dire? Che Dio ha voluto stabilire con noi un legame, tanto da aprirci il cielo, affinché potessimo sentirci non più distanti da Lui. Ed è dal cielo, da Dio, che discende lo Spirito Santo con cui Gesù battezzerà e noi ricevendo questo battesimo, potessimo ricevere un pezzo di cielo.

Solitamente il battesimo per la maggioranza, lo sì è ricevuto da bambini e solo attraverso delle foto è possibile farne memoria. Tuttavia c’è qualcosa di più grande del ricordo che accompagna la nostra esistenza, ed è quella voce dal cielo che è per noi: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.

È il Padre che ti riconosce come figlio e ha stima di te, e per quanto tu ti senta ancora lontano o in attesa, sei amato, voluto, perdonato ed il Suo amore è forgiato con il fuoco. “Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”, un fuoco che non si spegnerà mai, per questo manda Suo Figlio, perché è Lui ad aspettarti.

Se anche questo momento dovesse arrivare dopo una vita intera, non importa, la tua vita è stata tutta amata, perdonata, voluta da sempre, dal principio, dall’inizio, perché prima che tu nascessi il cielo si era già aperto.