Piccolezza e Regno

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31 OTTOBRE 2023

MARTEDÌ DELLA XXX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Rm 8,18-25

Salmo: Sal 125 (126)

Vangelo: Lc 13,18-21

Il regno di Dio è quella realtà invisibile che Dio ha già posto dento di noi, è Lui stesso che piano piano si fa spazio, per crescere in quel guazzabuglio di sentimenti, di pensieri, di emozioni, di desideri, che portiamo in cuore.

Il regno di Dio è soprattutto opera sua, che si sviluppa per la potenza del suo amore, a noi però è chiesta la disponibilità di accoglire questo dono: un cuore aperto, spalancato, perché il granello germogli e il lievito fermenti, l’amore di Dio trasformi le nostre povertà e crescano in noi “alberi di bene” e si preparino “pani dell’amore”.

Ma granello e lievito, ci dicono anche l’atteggiamento che dobbiamo avere per far parte di quel regno, ovvero: piccolezza e nascondimento, perché l’amore non fa rumore.

Allora, quando scopriamo, nella nostra vita piccoli segni dell’amore, ci accorgiamo, che questo regno di Dio è la vita stessa, ed è il senso della nostra vita, non trovata in chissà quali grandi cose, bensi in quelle piccole, meno evidenti, che ci riempiono il cuore, che danno senso alle nostre giornate, nelle cose vicine, nelle realtà che ci stanno intorno. Oggi chiediamo al Signore il dono d’imparare a riconoscere i piccoli segni che ci parlano della presenza del regno, perché se ci alleniamo a riconoscerli, possiamo allenarci anche a viverli.

“Signore dammi occhi per vedere il regno di Dio

per abitare nel Tuo cuore,

per vivere quella piccolezza di un granello o di poco lievito

che con Te sanno essere grandi.

Grandi perché amati, grandi perché desiderati da Te.

Aiutami a crescere, mi metto nelle tue mani,

affinché tutta la mia piccolezza

incontri la grandezza del Tuo amore e

questa sarà la mia gioia”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“Le hai rivelate ai piccoli”

 

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SABATO 01 OTTOBRE 2022

SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gb 42,1-3.5-6.12-16 (NV) [ebr. 1-3. 5-6.12-17]

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Lc 10,17-24

“Le hai rivelate ai piccoli”, non ai grandi, ai piccoli, ovvero a tutte le persone semplici, che nel quotidiano cercano parole buone: alcuni direttamente da Dio, attraverso la fede e i sacramenti, altri persino in posti o luoghi dove sembra non esserci, quello che li accomuna è il cercare.

Il Signore ci insegna a comprendere come il Vangelo sia dei “ritrovati”. Da ogni parte, in qualunque situazione siamo, c’è un’iniziativa di Dio che è precedente all’incontro tra noi e Lui. Il desiderio di trovarci, supera quello di ricerca ed in fondo il nostro voler cercare, ha in sé la stessa radice che spinge il trovare, ovvero: l’amore.

“Ti rendo lode”, tra il Figlio e il Padre c’è sintonia, entrambi cercano i piccoli, e non solo anagraficamente: i malati, i poveri, gli afflitti, perché il Vangelo non è scritto per i perfetti, ma per tutti. Attraverso l’incarnazione, in cui Dio si fa “piccolo”, un bambino, riusciamo a comprenderne come la Parola sia il Vangelo dell’incontro.

Non dobbiamo fare altro che lasciarci incontrare e stupire da Dio.

Siamo invitati a credere alla possibilità che ci dona ogni giorno per poter ricominciare, e di questo i piccoli sono i maestri. I fanciulli hanno negli occhi lo stupore della novità. Vuoi far ridere un bimbo? Guardalo negli occhi e vedi come il suo sguardo osserva i particolari, passando da un dettaglio all’altro e sorride, perché ne coglie un segno di affetto, gioco, amore. Non c’è rigidità o paura di inganno, c’è fiducia in chi ha di fronte. I bambini gattonando o camminando, cadono e si rialzano, non mollano al primo ostacolo e ricominciano sempre.

Sia cosi anche per noi: ritrovare in Lui la forza del nostro camminare attraverso lo sguardo semplice di noi piccoli già grandi!

“Signore,

insegnaci la semplicità,

quella dei piccoli

che hanno più coraggio dei grandi.

Crescendo si perde fiducia,

il cuore vive delusioni

e perdiamo la nostra piccolezza.

Tu ci vieni incontro, ci ami,

affinché possiamo camminare

per le strade del mondo

e rafforzare il nostro cuore

nella consapevolezza del Tuo amore”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Sentirci piccoli

sentirci piccoli

 

26 SETTEMBRE 2022

LUNEDÌ DELLA XXVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gb 1,6-22

Salmo: Sal 16 (17)

Vangelo: Lc 9,46-50

Gesù molte volte parla della piccolezza, oggi mette in mezzo un bambino per spiegare ai suoi, qual’è la vera grandezza. Spesso, può essere capitato anche a noi, di sentirci piccoli in mezzo a delle situazioni più grandi, ed è proprio in quella piccolezza che scopriamo quanto è grande il Signore!

Egli ci aiuta, ci sostiene, ci ama, ha cura di noi in maniera grande ed esponenziale. In fondo, anche i discepoli erano dei piccoli che volevano essere dei grandi, senza aver capito che è un’altra la vera grandezza.

Vuoi essere grande? Mettiti in mezzo da piccolo, non lottare per cercare posti alti e non temere la tua fragilità, perché agli occhi di Dio siamo grandemente amati e questo è già abbastanza, per cominciare a salire la scala alta della piccolezza!

“Signore,

donami il coraggio di essere piccolo,

non inferiore,

semplicemente piccolo,

capace dal basso

di vedere le tue cose grandi

per scoprirmi amato, voluto

e soprattutto grande agli occhi di un Padre,

che vede il Suo figlio crescere

nella strada della piccolezza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Un ringraziamento colmo di speranza

 

un ringraziamento colmo di speranza

 

13 LUGLIO 2022

MERCOLEDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Is 10,5-7.13-16

Salmo: Sal 93 (94)

Vangelo: Mt 11,25-27

 

Gesù nel Vangelo di oggi, ci invita ad unirci assieme a tutti coloro che in cielo e terra, lodano il Signore. Un ringraziamento colmo di speranza sale a Dio per i suoi benefici, per averci creato e costituito parte di Lui.

Lodare allora, diventa riconoscere chi abbiamo di fronte: un Padre. Per riconoscerLo non dobbiamo essere dei dotti o dei sapienti, ma semplicemente figli. La piccolezza è l’unità di misura in cui si rivela, perché è nella piccolezza che è possibile vedere la grandezza.

Un Dio si fa bambino, la fragilità umana è il luogo dove nascerà il Salvatore, affinché ogni nostro passo sia sostenuto dalla mano forte di Dio.

“Quanta grandezza o Dio!

Una moltitudine di persone cantano e lodano il tuo nome,

preparano la strada a chi dopo di loro verrà.

I tuoi figli ricostituiti dal Tuo amore,

trovano il loro spazio

tra le braccia di una Madre, Maria,

che tiene in braccio Suo figlio

e dal cuore nasce la speranza.

Ti rendo lode o Dio

per la mia piccolezza,

segno che nascerai in me

ed il cielo e la terra

saranno la tua dimora per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

La grandezza nella piccolezza

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 41,13-20

Salmo: Sal 144 (145)

Vangelo: Mt 11,11-15

 

Gesù in questo brano di Vangelo presenta Giovanni, si fa un annunciatore di qualcuno definendolo il più grande. Facendo così per esclusione si fa piccolo. Come mai? Perché ciò che interessa a lui non è essere annunciato, ciò che gli interessa è non aver distanza con noi. Il Regno dei cieli è la mia quotidianità, è il luogo dove sperimento la mia piccolezza, il mio essere fragile che diventa ricco di una grandezza: un Dio che si fa Io. L’io di Dio è la misura della distanza tra me e Lui ovvero: me stesso. La piccolezza è il luogo dove riscopro una vicinanza con Dio che non pensavo di avere, scopro che il regno dei cieli non è un luogo da cercare o da rimandare per un futuro, e io non devo aspettare di essere qualcun’altro, ma semplicemente sentirmi custode di una relazione con un Io che sa di Dio.