Contiamo insieme -7 al NATALE

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O Signore, guida della casa di Israele,

che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto,

e sul monte Sinai gli hai dato la Legge:

vieni a liberarci con braccio potente.

(Antifona 18 dicembre novena di Natale)

 

L’antifona di oggi, ci guida su che cosa viene a liberarci il Signore: da tutto ciò che ci imprigiona e non ci fa respirare, da tutto ciò che ci paralizza, dal nostro desiderio di segni straordinari, per fare spazio a un segno pieno di tenerezza: un bambino.

Questo bambino è un segno della potente tenerezza di Dio che non usa la forza per liberarci, ma la dolcezza di un amore ancora in fasce. “Il fuoco” e “la legge”, sono tenute in braccio, questo bambino che diventerà un uomo, di queste due cose ne farà una: Amore.

Ci viene donato un bambino che ci indica la direzione: il cuore di Dio e ci insegna la fiducia dell’essere portati in braccio.

 

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Con noi

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ger 23,5-8

Salmo: Sal 71 (72)

Vangelo: Mt 1,18-24

 

Viene alla luce un figlio il cui nome è proprio “Dio con noi”. Un nome che è una garanzia per la nostra vita: dinanzi a tutto ciò che viviamo Dio è con noi, è già presente.

Nelle situazioni di peccato, nei periodi difficili, tendiamo a pensare di essere soli, sentiamo il buio attorno a noi, ed è proprio in questo buio che viene alla luce un bambino. A destare Giuseppe dal sonno non è l’angelo, ma l’avvento di quel bambino che lo spinge ad agire, così è anche per noi; Gesù viene per incontrarci, per farci destare dal nostro buio, dalle nostre paralisi e prendere vita. È un bambino che dà luce al nostro buio e lo illumina al punto da poterci far vedere che Dio è con noi!

Non sentiamoci lontani quasi che sia impossibile raggiungerci, siamo stati raggiunti da colui che: “ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi”, cioè ci ha ricondotto a casa. Non siamo più dei dispersi, il nostro buio ha trovato la luce, nel nostro cuore si è riaccesa la speranza.

 

 

Contiamo insieme – 8 al NATALE

 

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“O Sapienza che esci dalla bocca dell’Altissimo,

ti estendi ai confini del mondo,

e tutto disponi con soavità e con forza:

vieni, insegnaci la via della saggezza”.

(Antifona 17 dicembre novena di Natale)

 

Nel nostro mondo fatto di silenzi, parole, paure, sogni e speranze, viene ad abitare una Parola per indicarci la via. Ovunque siamo, non gli siamo indifferenti, pur di non perderci estende la sua Parola ai confini del mondo.

La Parola che esce della bocca dell’Altissimo ha un Volto, è un bambino che ha già tutte le caratteristiche del Padre. 

 

Vieni a nascere in noi o Signore, 

facci conoscere Dio tuo Padre, nostro Padre. 

Vieni a insegnarci chi sei: 

Parola soave come un bambino e

 forte come un uomo. 

In Te tutto si unisce:

 passato e presente, 

buio e luce, 

gioia e dolore.

 Vieni e nasci, 

così che anche noi in questo Natale

 possiamo rinascere in Te.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

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Figli

 

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gn 49,2.8-10

Salmo: Sal 71 (72)

Vangelo: Mt 1,1-17

 

Aprendo la pagina del Vangelo di oggi troviamo un elenco di nomi, una genealogia che da Abramo arriva a Gesù. Una lunga lista in cui l’attenzione si concentra su un dettaglio comune: sono tutti figli. Gesù con la sua vita ci dice che siamo Figli di Dio, inserisce anche noi in questa genealogia. Ci immette nella storia dei figli di Dio, una storia fatti di errori, sbagli, ma anche di fede e di speranza e non solo, con Gesù “l’ultimo della lista”, il Dio dei nostri avi ha un volto: Gesù stesso.

Noi, la nuova generazione, siamo la generazione del Volto, siamo coloro che possono testimoniare che Dio ha un volto umano, possiamo dire che ci è vicino. A pochi giorni dal Natale, sentiamoci parte di questo grande giorno che segna anche la nostra storia e la riempie di una promessa. Per quanto la nostra storia sia fatta di fatiche e di sbagli, come di gioie e soddisfazioni, abbiamo alle nostre spalle una promessa che prende vita: sarai mio Figlio per sempre.

Ecco, oggi guarda alla tua storia e sentila riprendere vita, senti ciò che non avevi mai sentito ma che è da sempre: sei Figlio di Dio. I tuoi errori e sbagli sono perdonati, le tue paure e angosce hanno finalmente un volto in cui confidare. Dio che è tuo Padre, ha mandato suo Figlio affinché tu non ti sentissi abbandonato, ti ha donato un’eredità, affinché i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, avessero un luogo speciale dove nascere: il cuore di Dio.

 

 

 

 

Contiamo insieme -9 al NATALE

 

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“Spandete, o cieli, la vostra rugiada

e dalle nubi scenda il Salvatore!

Non adirarti, Signore; non ricordarti più dei nostri peccati.

Ecco, la città del tempio è deserta,

è deserta Sion, è devastata Gerusalemme,

dimora della tua santità e della tua gloria,

ove i nostri padri hanno cantato le tue lodi.”

 (Antifona 16 dicembre novena di Natale)

 

 

Siamo testimoni di un grande evento: la nascita di Gesù! Oggi nell’ordinario della nostra vita, facciamo andare un pensiero al Cielo. Quant’è difficile a volte alzare lo sguardo ed è proprio per questo che Gesù scende. Scende nella mia storia, scende dalle nubi del cielo per fare diventare cielo le nubi del mio cuore. Sentiamoci abitati, sentiamo la vita scorre dentro di noi, è un grande giorno oggi! Le nostre lacrime, le nostre nubi sono diventate nel Signore rugiada e luogo di nascita.

Allora possiamo alzare lo sguardo e invocare:

Ti chiediamo Signore di nascere,

vieni presto e nasci!

Spalanca i cieli della nostra vita e vieni.

I nostri deserti diventeranno luogo

dove cantare le Tue lodi

e nel buio filtrerà la Tua luce.

Vieni Signore e nasci,

sarà un grande giorno oggi per Te, per noi.

( Shekinaheart Eremo del Cuore)

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Cosa siete andati a vedere?

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 54,1-10

Salmo: Sal 29 (30)

Vangelo: Lc 7,24-30

 

“Che cosa siete andati a vedere?”. È la domanda che Gesù pone alle folle ma anche a noi. Andare a vedere è un movimento che può partire da una curiosità, da un’ invito, dalla fede, dalla speranza. Quali sono le motivazioni per cui si va a vedere qualcosa? Non importa! Ciò che conta è: che cosa hai visto? Come mai questa domanda? Perché sono svariati i modi con cui si può incontrare Dio, ma ciò che rimane, ciò che è significativo è l’incontro! E cosa potrà farmi sentire il Signore vicino? Il movimento, l’andare a vedere. In questo Natale il Signore desidera guidarti a vederlo, ti invita a non fermarti ai bordi di un presepe, di un Vangelo, di un incontro, ma di “allargare la tua tenda” e farlo diventare luogo dove a nascere sarà Lui e a rinascere sarai tu ovunque sei. Che ne dici? Proviamo a partire? Il viaggio non è lontano e la metà è la tua quotidianità, guardala con lo sguardo della dolce attesa perché sta nascendo in te colui che “è chiamato Dio di tutta la terra”.

 

“Vedere un Mondo in un granello di sabbia,

e un Cielo in un fiore selvatico,

tenere l’Infinito nel cavo della mano

e l’Eternità in un’ora”.

(William Blake)

 

 

 

C’è sempre un MA

 

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura:Is 48,17-19

Salmo: Sal 1

Vangelo: Mt 11,16-19

 

Oggi sentiamoci dire che nella vita c’è sempre un “MA”. Quando ci sembra di aver fatto tutto e sembra inutile, quando siamo sottoposti a una grande fatica, ricordiamoci che c’è sempre un “MA” che fa la differenza. Siamo la generazione che sa che è venuto Giovanni e poi Gesù, ma siamo anche la generazione che ha la possibilità di riconoscere in noi quest’opera. Celebriamo ogni anno il Natale, sentiamo parlare che Dio, il redentore viene a salvarci, ma questo volta mettiamoci un “MA”, ovvero: MA quest’ anno è venuto per me! Per me, sia che io faccia o no, viene per dare qualche “MA” alle nostre vite per dargli una svolta, una speranza, ha scelto di venire per non lasciarci vivere seduti in piazza, ma per farci vivere camminando in piedi. Per quanto ci sentiamo distanti da Dio egli ci riconosce, è Lui il nostro MA.