La vigilia di Natale

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16

Salmo: Sal 88 (89)

Vangelo: Lc 1,67-79

 

 

Siamo alla vigilia di Natale, in questo giorno ci raggiunge un Vangelo che ci dà un promessa: “Dio ha visitato e redento il suo popolo”. Oggi è un giorno grande, una famiglia è in cammino la cui Madre porta con sé, nel grembo il Figlio di Dio, sono in cammino per venire a visitarci e farci sentire suo popolo.

Il bambino che nascerà, entra nella tua casa non come ospite, ma per fermarsi, e rivelarti il volto del Padre. Tutto è pronto affinché tu non ti senta più escluso, dimenticato e abbandonato. In qualsiasi modo tu trascorra il giorno della Vigilia, non dimenticare che tra tutti i preparativi, oggi è Dio che ha preparato qualcosa per te che durerà per sempre: la Sua promessa.

La promessa della Sua Misericordia, la promessa di una direzione verso cui camminare, affinché tu non viva nelle tenebre e veda risplendere il sole anche nelle notti più buie. La promessa di una strada, la tua, che per quanto difficile possa essere, è illuminata da un sole che sorge dall’alto, in modo che tu non ti senta più nel basso ma viva da rialzato, da risorto! 

 

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Contiamo insieme – 2 al NATALE

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O Emmanuele, nostro re e legislatore,

speranza e salvezza dei popoli:

vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.

(Antifona 23 dicembre novena di Natale)

 

A pochi giorni dal Natale, sentiamo l’amore di un Dio che è si fatto bambino per donarci la salvezza. Di che salvezza si tratta? Dalle nostre leggi interiori che ci governano, dalle paure, peccati e da tutto ciò che ci imbriglia e non ci permette di camminare.

Ora è venuto il momento in cui dove sono e come sono, mi riconosca salvato, apra il mio cuore e dica:

 

“Cammino nello scorrere del tempo

e mi accorgo che ogni passo compiuto, 

ogni persona incontrata, ogni lacrima versata,

ogni risata donata, 

ogni strada percorsa non è stata vana.

Scorgo attorno a me la vita ogni giorno ricominciare: 

vedo ogni foglia cambiare colore, gli alberi spogliarsi e rivestirsi,

sentire il freddo di un inverno pieno di neve che scende e tutto copre.

Sentire il profumo della primavera, l’odore dei fiori, 

assaggiare l’aspro dei frutti

e assistere alla nascita dei primi germogli.

Gustare lo spettacolo del sole che maestoso nutre, scalda, illumina 

e rimango sorpreso come uno spettatore stupito 

dinanzi a ciò che vedo.

Ad un tratto mi accorgo di ciò che sta accadendo:

non sono solo un osservatore,

ma faccio parte anch’io di tutto ciò.

 Sento che la natura mi viene incontro, 

solo così capisco dove sono: 

nel POSTO GIUSTO, 

e questo posto è la mia VITA”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

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La tua via

 

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ml 3,1-4.23-24

Salmo: Sal 24 (25)

Vangelo: Lc 1,57-66

 

 

Il Vangelo odierno termina così: “e davvero la mano del Signore era con lui”. Sono delle parole che dobbiamo sentire oggi anche per noi.

Di fronte ai dubbi, allo stupore e ai perché della nostra vita, ci sentiamo dire che davvero la mano del Signore è con noi. Con noi nelle nostre situazioni impossibili quando non riusciamo a dire o fare qualcosa, con noi nella gioia di un lieto evento.

Noi che sospiriamo, lo cerchiamo e non sappiamo da dove partire, il Signore ci ha preparato una via in cui tenerci per mano, una via che a volte non sarà facile ma sarà la tua via, il tuo modo per poter davvero sentire che la mano del Signore non ti ha abbandonato.

Pensiamo oggi a tutte quelle situazioni dove le cose sono andate meglio rispetto alle nostre aspettative, dove abbiamo sentito consolazione nelle difficoltà, dove abbiamo trovato una parola, un sorriso, un volto, esse sono il terreno, il luogo dove attingere forza, una forza più grande pronta a sorreggerci e a durare nel tempo, magari non li chiamiamo angeli, ma sicuramente segni del Signore che ci hanno preparato la via.

 

 

Contiamo insieme -3 al Natale

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O Re delle genti, atteso da tutte le nazioni,

pietra angolare che riunisci i popoli in uno,

vieni e salva l’uomo che hai formato dalla terra

(Antifona 22 dicembre novena di Natale)

 

 

È arrivato un bambino che unisce. In che modo? A Natale ci troviamo riuniti attorno a un tavolo, guardiamo i bambini aprire i regali, abbiamo dei giorni di pausa dal lavoro e ci ritroviamo tra amici a scambiare i regali, ma l’unità di cui si parla è un’altra.

Gesù è venuto ad unire ciò che a volte è difficile se fossimo soli: Egli unisce le nostre fragilità, le paure e i nostri modo di pensare. Lì dove ci sentiamo divisi, e ci sembra che non è possibile fare nulla, Egli è venuto a mettere la pace.

È venuto per farci essere un popolo, uno, come uno è il bambino che ci ha riunito, uno come è ciascuno di noi; non siamo più a “pezzi” nella valanga di fatiche della nostra umanità.

Grazie a quel bambino diventiamo “unici” così che come popolo di Dio siamo portatori di pace in noi e tra di noi.

 

 

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Di generazione in generazione

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Sam 1,24-28

Salmo: 1Sam 2,1.4-8

Vangelo: Lc 1,46-55

 

“Di generazione in generazione la sua misericordia”, Maria ci da questa certezza: non esiste nessuno su questa terra che non possa ricevere la Sua misericordia.

Il bambino che da Lei nascerà ci garantisce che tutti i “se”, i “ma”, che mettiamo nella nostra vita possono lasciare lo spazio alla Misericordia. Essa non è solo perdono dei peccati, ma è l’Amore da cui si genera il perdono. Quando nella nostra vita ci sembra che in tutte le cose Dio non c’entri, quando non ci sentiamo capiti, ebbene, Dio è già lì con te. Hai davanti a te un Dio che si è fatto uomo per starti vicino, non ha escluso nulla nella sua umanità: la solitudine, il dolore, la tristezza, proprio perché tu non lo sentissi lontano quando ti senti così. Si è fatto uomo proprio perché tu non avessi solo un Dio da invocare, ma un Dio in cui confidare.

Egli nella sua Misericordia non solo ha intenzione di perdonarti, non è solo un atto di un momento, ma di una vita, di fare della tua vita un incontro con Dio che di generazione in generazione farà parte di te. Allora oggi dedica un momento della tua giornata, a pensare alla nascita di un Bambino che ha a che fare con la tua vita e vuole farne parte, perché in te possa vivere la misericordia di Dio.

 

 

Contiamo insieme – 4 al NATALE

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O Astro che sorgi,

splendore della luce eterna,

sole di giustizia:

vieni, illumina chi giace nelle tenebre

e nell’ombra di morte

(Antifona 21 dicembre novena di Natale)

 

Gesù viene paragonato a una stella. Chi non si è mai messo con il naso all’insù a guardare le stelle? Chi non ha mai espresso un desiderio vedendo una stella cadente? Le stelle ci hanno sempre accompagnato nelle notti piu buie in una passeggiata notturna e anche i magi sono guidati a Gesù grazie alla stella. In una notte buia nasce una stella a illuminarne l’oscurità.

Nasce una Stella per dirmi una cosa che credevo impossibile: il mio buio, la mia notte non esclude la sua venuta, anzi è proprio nelle notti più buie che si possono vedere le stelle.

Non devo più alzare lo sguardo, perché Gesù viene ad abitare in mezzo a noi, per illuminare le nostre notti. È nata una Stella per illuminarci la via, per dare luce alle nostre speranze, ai nostri desideri. 

 

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Fretta

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ct 2,8-14 oppure Sof 3,14-17

Salmo: Sal 32 (33)

Vangelo: Lc 1,39-45

 

Per Maria comincia un viaggio, Ella ci anticipa quello che Gesù farà: incontra.

Come per Lei anche per noi, la nostra vita è un insieme di incontri, viaggi, storie e poi c’è un elemento che ci sembra quasi familiare: la fretta. Le nostre giornate scorrono così veloci che da poco ci sembra iniziato dicembre, che siamo già a Natale!

Com’è la fretta di Maria? È la fretta di una donna che vuole andare a vedere sua cugina e il miracolo che in lei è stato compiuto. È una fretta che smuove, fa alzare e mettersi in viaggio. Come potremmo chiamarla questa “fretta” con un altro termine? È la pienezza del Suo amore, che non ha pace finché non ha raggiunto i suoi figli e li sa al sicuro. È la premura di un Padre verso i suoi figli, è il desiderio di Dio di incontrarti! È quasi come se avesse “fretta” che tu lo conosca, ci hai mai pensato? A Dio interessa che tu non abbia più paura, che tu non ti senta più in colpa per le tue colpe, Lui, in fretta, ti ha perdonato. Egli desidera dirti che anche nella frenesia della tua giornata è con te, è al tuo fianco; anche se lo metti in un angolo della tua casa, lì nel presepe accanto all’albero, Lui non si ferma lì, si alza e si mette in viaggio con te.

Alzati, viaggia, cammina in fretta, ma ricorda: non c’è una vita che non sia nella Pienezza e che dentro di te hai il desiderio di Dio.

 

 

 

 

Contiamo insieme -5 al NATALE

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O Chiave di Davide,

scettro della casa di Israele,

che apri, e nessuno può chiudere,

chiudi, e nessuno può aprire:

vieni, libera l’uomo prigioniero,

che giace nelle tenebre e nell’ombra di morte

  (Antifona 20 dicembre novena di Natale)

 

Gesù viene paragonato alla chiave. Egli è la chiave che ci apre la strada verso l’incontro con Dio. È una garanzia il fatto che Lui apra e nessuno può chiudere. Quando sentiamo il nostro cuore chiuso e ci sembra difficile proseguire il cammino, abbiamo un bambino che è la chiave per liberarci dalle nostre prigioni.

Il Signore non ci lascia nel buio, e dà alla luce un figlio, e in questa nascita è come se stessimo venendo alla luce anche noi. Siamo fatti per la luce, siamo fatti di luce, le nostre ombre fatte di paure, peccati, in Lui sono illuminati e liberati.

Egli è la chiave che illumina non per farci vedere i nostri sbagli, i nostri errori, ma per farci vedere il suo perdono, per farci vedere che anche attraverso di questi, venire alla luce è possibile.

Vieni chiave di Davide,

nasci e libera il nostro cuore

per l’incontro con Te.

 

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Partecipi di un segno

 

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,10-14

Salmo: Sal 23 (24)

Vangelo: Lc 1,26-38

 

Sia la prima lettura che il Vangelo di oggi, ci parlano dell’iniziativa di Dio.

Da Dio Maria riceve l’annuncio dell’Angelo, da Dio sa di sua cugina Elisabetta ed è da Dio che riceve un dono: diventare la Madre di colui che verrà chiamato Figlio dell’altissimo. Una storia che ha tutti i tratti della nostra quotidianità: una città, una donna, un incontro, come mai? Perché anche la nostra storia è avvolta da un segno: Gesù stesso.

La nostra vita diventa parte di ciò che abbiamo appena ascoltato, perché siamo parte della storia di Dio; ed essendone parte come si interseca la vita di Elisabetta con quella di Maria, così anche la nostra si interseca con la loro. Come Maria ha detto di si a Dio, anche noi siamo invitati a fare del nostro quotidiano un si a Dio. E se dicessimo no cosa accadrebbe? Dio non smetterebbe mai di cercarci. Il Regno di Dio non ha fine proprio perché anche noi, nati anni dopo, possiamo sentirci partecipi di questo grandioso segno che è: l’incontro tra Dio e l’uomo. Dio e l’uomo non sono più distanti ma vicini e anche se adesso ti senti lontano, e ti sembra strano tutto quello che stai leggendo non importa, l’iniziativa di Dio è già in atto: è una promessa!

 

 

 

Miracoli

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Mi 5,1-4a

Salmo: Sal 79 (80)

Seconda lettura: Eb 10,5-10

Vangelo: Lc 1,39-45

 

Il bambino in grembo a Maria non è ancora nato ed è già capace di fare sussultare, non è venuto alla Luce ed è già avvenuto un miracolo: quello di Elisabetta. Non è possibile immaginare una cosa così grande, ma è possibile riconoscerla, proprio come ha fatto Elisabetta, proprio come ha fatto Maria.

Due vite “impossibili” diventano luogo di nascita per due bambini, il loro stesso corpo diventa luogo di custodia, di cura della cosa più tenera del mondo: un bambino. Gesù con il suo stesso corpo diventerà luogo di dono, diventerà pane, nutrimento, per entrare in noi, per rendere le nostre vite a volte “impossibili” luogo di Dio. Ciò che hanno vissuto queste due donne non è lontano da quello che possiamo vivere anche noi, ma con una differenza: lo riconosciamo? Ci riconosciamo come luogo dove poter generare vita? Ci riconosciamo tra di noi “miracoli”? Si, perché ciascuno di noi è un miracolo già adesso, grazie a quel Dio bambino nel grembo di una donna; allora:

Salve a te che leggi, sussulta di gioia perchè oggi Dio è entrato nella tua casa.